Chiusure a Milano. 20 ristoranti che forse non sapevi avessero chiuso

Ristorante chiuso a Milano

Chiusure ristoranti Milano. Il panorama della ristorazione milanese ci ha abituati, specialmente negli ultimi anni, ad una miriade incessante di nuove aperture. Nella bolla di Milano non è però tutto oro ciò che luccica e sono diverse le chiusure che hanno coinvolto locali più o meno amati in città nel 2019 e anche negli anni precedenti. Se alcune sono già saltate agli occhi e quindi assimilate dal pubblico foodie meneghino, forse altre vi sorprenderanno. Qui riportiamo un elenco di alcuni ristoranti di Milano che hanno chiuso e che forse ti erano sfuggiti.

Ristoranti chiusi a Milano nel 2019 (e non solo)

Ristoranti chiusi a Milano

Queste sono solo alcune delle chiusure di Milano più o meno recenti:

  • Forno Collettivo. Materia prima di qualità e un format molto apprezzato in quel di Porta Venezia. Pare ci siano state “questioni di vicinato” a causare, dopo l’estate, alla mancata riapertura.
  • Amor. L’ambizioso progetto di pizza al vapore firmato dai fratelli Alajmo presso 10 Corso Como si è arenato? Prima dell’estate prometteva un nuovo menu ma dopo le vacanze non ha riaperto.
  • Pisacco. I sintomi che qualcosa stesse accadendo erano più che evidenti: l’addio dello chef Andrea Asoli e la cessione della propria quota da parte di Andrea Berton. Quindi la chiusura.
  • Itti&Co. Lo strano caso di questo ristorante di pesce: aperto nell’autunno 2018, ha chiuso la saracinesca nei primi mesi del 2019. Ora pare abbandonato, con un dehors in balia delle intemperie.
  • Unico. Dopo diverse questioni legali, il ristorante più alto (che negli anni ha visto in cucina Lo Basso e Ferrari) ha cambiato proprietà, design, nome e progetto. Addio Unico, ha aperto Mi View.
  • Frie’n’Fuie. Aveva tutte le carte in regola per funzionare tra gli amanti dello street food, con fritti campani di ogni forma e misura. In tempo relativamente breve la cessata attività.
  • Bottega del Ramen. Ok, a Milano si mangia più ramen che ossobuco, ma non tutti hanno avuto successo e questo locale del gruppo Toridoll è stato sostituito in via Vigevano da format simili.
  • Olei. Un ottimo ristorante di pesce che poteva contare su una clientela ampia ed affezionata. L’addio dello chef ha incrinato qualcosa e la proprietà ha terminato l’attività improvvisamente.
  • Dad’s Deli Pastrami. Ha chiuso anche questo indirizzo specializzato in – gustosissimo – pastrami e carne. Oggi qui troviamo il Mater Bistrot con i suoi vini naturali.
  • Gusto Parmigiano. Un indirizzo interessante dedicato al Parmigiano Reggiano e alla tradizione emiliana. Probabilmente i costi di importanti spazi in Moscova sono stati decisivi per la chiusura.
  • Boatta. Un po’ difficile ricostruire la – breve – storia di questo ristorante siciliano. Non solo cambi di format in corso d’opera ma, pare, anche di soci. Ora qui c’è Japonito Isola District.
  • Pizzità. L’idea dei giovani titolari di una pizza regionale al trancio poteva funzionare. Certo, l’affitto su corso Buenos Aires non ha aiutato e ora qui ha aperto un locale dedicato al bubble tea.
  • Kiyo. Buon sushi, prezzi non propriamente bassi. Non è facile capire perché questo ristorante di sushi in zona De Angeli ha cessato la propria attività. A quest’indirizzo c’è Bottega Lucia.
  • Isa e Vane. Con la sua chiusura ha spezzato il cuore ad un bel po’ di aficionado nel quartiere (Risorgimento). Le titolari avevano iniziato con un catering per poi dedicarsi a questo bistrot.
  • Ambrosia. Poteva contare su un menu semplice e buono il ristorante aperto dal gruppo Ethos con NaturaSì. Purtroppo non è più possibile provarlo, Ambrosia ha chiuso in qualche anno.
  • Tokyo Table. Un altro ristorante giapponese, questa volta con un format più milanese: sushi e cocktail. Evidentemente l’offerta e la location cool non sono bastate: chiuso definitivamente.
  • Pourquoi Pas. Un bistrot con una proposta di cucina francese easy ed alcuni crudi. L’unicità dell’offerta non è stata evidentemente sufficiente: ora qui si trova Casa Bini.
  • Ryukishin. Dopo il successo di Expo, Ryukishin ha visto alla sua apertura un gran numero di clienti, tanto da avere la coda fuori. La cosa è andata via via scemando, poi la chiusura.
  • Lovster & Co. Vicino a Stazione Centrale, questo ristorante proponeva un format intrigante: piatti a base di astice, ciascuno a 25 euro. Ora è chiuso ma i social ufficiali promettono riapertura con novità.
  • Sikélaia. Cucina siciliana gourmet per l’elegante ristorante dello chef Federico La Paglia. Purtroppo il progetto Sikélaia si è arenato prima di maturare completamente.

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