Argot a Roma, a due passi da Campo de’ Fiori il cocktail bar in stile parigino ispirato alla Corte dei Miracoli

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Argot, cocktail bar a Roma. Prende il nome dalla confraternita di mendicanti segreta e dal loro linguaggio criptato, l'Argot appunto, il nuovo cocktail bar di via dei Cappellari. Una porta ad angolo che si vede appena, nessuna insegna, talvolta un ragazzone a guidare gli avventori curiosi (tessera ARCI obbligatoria, da buona regola di associazione culturale) ed entriamo nel regno di Clopin Trouillefou. La Cour des Miracles romana è composta di due sale, una adiacente al bancone, con tanto di pianoforte per le sessioni live e l'altra poco distante, adibita ai fumatori. La luce soffusa, le pareti in muratura, atmosfera calda e vivace, tre bei ragazzi a preparare miscelati e un direttore artistico a selezionare una rosa di promettenti musicisti. Vi raccontiamo com'è nato il nuovo cocktail bar dietro Campo de' Fiori.

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Si chiamano Gabriele Simonacci, Francesco Bolla e Gianluca Melfa i ragazzi che hanno dato vita all'Argot. "Sulla falsa riga di uno speakeasy?" chiedo a Francesco. "Ci piace più definirlo salotto-di-casa – ribatte divertito – Abbiamo trovato questo spazio che ci sembrava perfetto per creare il nostro locale. Dopo anni di gavetta dietro ai banconi dei locali altrui e serate in discoteca gremite di gente, abbiamo finalmente aperto qualcosa di nostro. E ce lo siamo arredato da soli in pochi mesi. Il bancone, per esempio, è fatto su misura da un tecnico teatrale di Modena, realizzato interamente con pezzi di recupero, grazie all'aiuto del fratello di Francesco, lo scenografo Gianluca Bolla. Anche la bottiglieria è un pezzo unico. Dobbiamo molto del lavoro dell'architetto Olimpia Riccardi, madre di Gabriele". Il papà di Gianluca, Paolo Melfa, legale dell'associazione, ha concretamente reso possibile l'apertura. Originale il nome Argot. "L'Argot è il dialetto codificato parigino parlato nelle Corti dei Miracoli della Parigi del XVI secolo. Erano locande notturne che ospitavano mendicanti, vagabondi e poveri – ci spiega Gianluca – chiamate così perché, grazie all'effetto dell'alcol, la gente della notte si disinibiva e tornava ad acquistare le capacità che fingeva di aver perso durante il giorno. La nostra idea è di ricreare intimità e ospitalità".

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Bibine (bere). La carta, accuratamente inserita tra le pagine di "Roma Letteraria", ha la sezione Twist, dedicata alla reinterpretazione di drink storici in chiave moderna, seguendo il concetto di partenza di Twist on Classic (letteralmente: variazioni e rivisitazioni dei cocktail classici pre-proibizionismo). L'altra sezione è dedicata agli intramontabili che hanno fatto la storia della miscelazione dal 1800 a oggi.

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Bouffer (mangiare). Cucina vera e propria non ce n'è, ma all'Argot si preparano alcuni piatti per accompagnare i drink, come taglieri di salumi, coni di salmone con crema di avocado o terrine di tomino filante con lardo di colonnata e pomodorino confit. "Abbiamo giocato con qualche abbinamento piatto-bicchiere, utilizzando lo stesso prodotto nella gastronomia e nel drink – specifica Gianluca – ad esempio la bruschetta con miele al tartufo e lardo di colonnata con il Truffle Stolen, a base di scotch whisky, Vermouth italiano di Torino e olio al tartufo bianco. Oppure la scarpetta di amatriciana abbinata all'Americano a Roma, nostra rivisitazione del classico americano, con Bitter Campari, Vermouth italiano, amaro Nerone di Roma, liquore al rabarbaro e birra Menabrea ambrata".

Blè (soldi). Il prezzo dei cocktail è dieci euro.

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Musique (o in Verlan Sicmu). Vi avevamo accennato sessioni live. All'Argot, tra un cocktail e uno spuntino, si ascolta buona musica. La selezione è a cura di un direttore artistico, Simone Bacchini, giovane compositore Rai, arrangiatore, produttore per etichette indipendenti e docente di chitarra. Le serate si intervalleranno con soul, jazz, blues e manouche, non tralasciando qualche canzone d'autore inedita. "Il sabato si chiama Piano e Voice. Ho scelto una pianista resident e un tastierista ad accompagnare gli ospiti cantanti del panorama romano, per lo più gli allievi della scuola dove insegno – spiega Simone – mentre il venerdì ci sono guest che si alternano, ma lo stile sarà esclusivamente jazz, soul, blues e manouche".

Apertura tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 22 alle 4, tranne la domenica dedicata ai vinili, a partire dall'aperitivo con apertura dalle 19.

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Argot, via dei Cappellari 93, Roma. Tel 06/45551966. Pagina Facebook. Aperto dal martedì al sabato dalle 22 alle 4. Domenica dalle 19 alle 4.

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