Mezé, l’impero Ottomano a Monteverde

Una proprietaria-cuoca di origine libica. Un cuoco dello Sri Lanka e un curdo di origine turca. Infine, una cameriera spagnola
Più internazionale e mediorientale di così è impossibile e allora diamo il benvenuto alla ventata di freschezza offerta da Mezé, un simpatico bistrot aperto da poche settimane a Monteverde. Un ambiente moderatamente etnico, moderno ma anche caldo e accogliente. Lo ha aperto Daniela Gean e gli ha dato il nome dell'antico piatto ottomano che precedeva le portate: una  gran varietà di salse, come l’hummous di ceci o il babaganush di melanzane che si accompagnano con il pane servito caldo e l’arak (distillato d’anice). Dopo l'antipasto mezè,  bistrot propone piatti mediorientali, ma anche ricette della tradizione giudaico romana e specialità cingalesi, omaggio alla nazionalità del cuoco Elwis, in cucina con Daniela.
Che racconta a Puntarella Rossa come e perché è spuntato un pezzo di Medio Oriente a Monteverde. 

Come è nata l'idea di un bistrot mediorientale a Monteverde?
"Io sono nata in Libia. Nelle abitudini domestiche della mia famiglia c'è sempre stata l’usanza del mezé, tra un pasto e l'altro, o come aperitivo. Il mezé è un rituale che l’impero Ottomano ha regalato a tutto il Mediterraneo orientale, arrivando sino all’area caucasica. Si compone di varie piccole porzioni di diverse ricette che si assaggiano in condivisione, in origine si prendeva con le mani da piatti in comunione con gli altri commensali. E' una sorta di antenato delle tapas, non a caso, tavolo in spagnolo si dice “mesa”.  A me, in realtà, piace definirlo un finger food ante litteram. Il Mezé bistrot nasce insomma dalla voglia di portare parte del mio lessico familiare e della cultura medio – orientale a Roma.

Che tipo di clientela avete?
"Abbiamo riscontrato molta curiosità nei romani che, contrariamente a quello che poteva accadere sino a pochi anni fa, hanno voglia di scoprire una cucina diversa. Ci sommergono di domande sulla provenienza delle ricette e sulla filosofia che sta dietro al mezé. Poi abbiamo tutta una parte di clientela che già conosce la cultura gastronomica mediorientale. Per esempio, gli italiani di Tripoli, che venendo da noi, trovano il modo di coltivare le loro nostalgie del passato. Ci capita, però meno spesso, di accogliere clienti provenienti dai paesi di cui diffondiamo la cucina. Per esempio, abbiamo da poco ricevuto delle donne velate, dal'Egitto. Questi non troveranno tutta la cucina del proprio paese d'origine ma un mélange di ricette dell’area mediorientale e nord africana".

Siete fedeli alle ricette originarie? 
"Si, anche se siamo più per la contaminazione che per il mantenimento rigido delle tradizioni. Quindi, per esempio convertiamo alcune ricette italiane alla filosofia del mezé: abbiamo inserito ricette tipiche della cucina giudaico romanesca come la concia di zucchine, oppure il prosciutto degli ebrei del ghetto di Roma, l’antica ricetta che prevede la carne di manzo essiccata sotto sale per 40 giorni.

Chi c'è in cucina?
"Siamo un gruppetto variopinto: oltre a me, che mi divido tra la cucina e la sala, ci sono un cuoco dello Sri Lanka e un turco, anzi un curdo di origine turca, come tiene a definirsi lui. Questa varietà si trasmette su ciò che proponiamo: per esempio ci sono anche diverse contaminazioni cingalesi nel nostro menu. In sala, invece la nostra cameriera è spagnola".

Dove fate la spesa per reperire le materie prime?
"Ho diverse fonti, una è molto personale, gli amici. Per esempio, da poco un’amica turca mi ha portato dalla Turchia delle spezie ottime. Poi per alcuni vegetali, c’è il mercato di piazza Vittorio, i peperoncini freschi più buoni a Roma, si trovano lì. Per alcune spezie rare mi rifornisco invece da Castroni".

Mezé Bistrot : Via di Monteverde 9b, 00152  Roma Tel: 0658204749. Cell. 328 6475514. Sito

IL MENU E I PREZZI

Le specialità più richieste sono le cosiddette frittelle di zia (6 euro), ottime. Molto buono anche il pollo di Gerusalemme (12), fatto con pinoli, cannella e paprica. Il Mezé (concia di zucchine, babaganoush, frittelle di zia, tzaziki, taboulè) costa 6 euro. Spaghetti alici fresche e finocchio selvatico 9; Verdure ripiene di carne con  Cous cous di carne 10; shis kebab 12; insalata greca 8, pasta melanzane 9. E per finire dolci fatti in casa: torta calda di pere noci e cannella con gelato, torta cioccolato e pistacchio, dolce alla ricotta e cioccolato accompagnati da una tisana menta, cannella, chiodi di garofano e pinoli.
Anche take away

I voti di Puntarella

Cucina: 6/7

Ambiente: 7,5

Servizio: 6,5

3 Commenti

  1. il ristorante mi è stato segnalato da Nello Attias, mi sembra vostro parente. Vorrei sapere se per mangiare un couscou ben fornito … è necessario prenotare ? o rispettare alcuni giorni .. grazie.
    Mettero un link su FB su un gruppo di italiani di Tunisi  
    Spero poter venire quanto prima.

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