Pasta Grannies, le nonne italiane diventano star di YouTube e Instagram. Divertenti, energiche, appassionate: queste le caratteristiche delle Pasta Grannies, le nonne d’Italia diventate virali sul web grazie alla loro arte, la pasta fatta in casa. A raccogliere queste storie di uova, farine e mattarelli è Vicky Benninson, critica gastronomica che sei anni fa è entrata nelle cucine delle nonne di tutta Italia per carpire i loro segreti e tramandarli su YouTube, dove in breve tempo sono diventate un vero e proprio fenomeno della rete. Il progetto si è poi evoluto in un libro di ricette, dal titolo “Pasta Grannies, the secrets of Italy’s best home cooks“, disponibile anche in italiano.
Ma come nasce, e si evolve, Pasta Grannies? Ce lo siamo fatti raccontare da Vicky Benninson.
Le origini del progetto
“Ho una casa nelle Marche dove vado spesso” ci racconta Vicky, “e ho notato che ad oggi solo le donne anziane hanno come prerogativa quella di fare la pasta a mano: per le nuove generazioni è una scelta, mentre per queste ultra ottantenni è quasi una necessità”. Partendo da questa considerazione Vicky inizia a filmare la preparazione di questo rituale tutto italiano. “Il mio obiettivo consiste nel celebrare la categoria delle donne anziane, spesso troppo invisibili all’interno dei media enogastronomici. Ho scelto il mezzo video perchè era congeniale all’atto fisico del fare la pasta, ma poi ho deciso di creare anche un libro di ricette per completare il cerchio”.
La ricerca delle nonne e le riprese
“Ho una preziosa collaboratrice, Livia de Giovanni, che definirei la mia Granny Finder. Mi aiuta a trovare e, soprattutto, a persuadere le nonne in giro per l’Italia, aiutandomi anche un po’ con la lingua, che parlo ma non ancora benissimo. Un’altra importante fonte deriva dalle pro loco, dalle sagre e dai famosi amici degli amici”. La differenza sostanziale sta nell’essere presentati da un contatto, ci tiene a specificare Vicky, e che ci deve sempre essere un familiare coinvolto: “Sono sempre presenti le famiglie di queste signore: alcune dicono no, altre sì e ci ripensano, ci sta sempre un filo di ansia prima di iniziare ed è fondamentale che vi sia una persona vicina che aiuti per la riuscita delle riprese“.
E nello specifico, come si svolge l’organizzazione delle riprese? “Di solito vengo in Italia quattro giorni ogni cinque settimane” ci spiega “e sono molto intensi, perché filmiamo sempre“. Ma la squadra di Vicky ha diverse risorse competenti: oltre a Livia, che si occupa anche della location in termini di fotografia, ci sono Andrea, il cameraman, e Charlie e Amanda, due editors: “Loro lavorano sulla resa finale e sulla comunicazione, altrimenti non riuscirei a rispettare la cadenza di una nuova pubblicazione a settimana su tutti i miei canali”.
Il successo internazionale
Come mai Pasta Grannies ha più successo a livello internazionale che in Italia? I numeri parlano chiaro: quasi 700mila iscritti al canale YouTube, poco meno di 330mila like alla pagina Facebook e quasi 450mila follower su Instagram. La maggior parte dell’audience di Pasta Grannies deriva da paesi come gli Stati Uniti, il Canada e la Russia “dove c’è stata la migrazione degli italiani” precisa Vicky. Del resto, secondo la sua analisi, l’Italia, che già di per sè è piccola, non è in linea con gli altri Paesi rispetto all’utilizzo di internet: “Il pubblico italiano che ho è localizzato soprattutto a Roma e Milano, e si tratta di giovani che vanno dai 23 ai 35 anni, che utilizzano correntemente il web”. Inoltre, bisogna anche considerare il fatto che il soggetto scelto non è di nicchia, ma tutto il contrario. La pasta è davvero un piatto universale: “In realtà il progetto sarebbe potuto partire da culture differenti o cibi altrettanto popolari, come il pane, ma nel mio caso ho scelto la pasta. Nel periodo di incertezza che stiamo vivendo, vedere queste nonne fare qualcosa di così manuale come i pici o le fettucine dà la sensazione che io chiamo caldo abbraccio virtuale: le Pasta Grannies parlano a tutti“.
Ma perché gli italiani non sono capaci di esportare e celebrare la loro cultura? La domanda non la sorprende affatto, anzi, qui Vicky ride: “Why Elena, you tell me“. Secondo il suo punto di vista, il problema risiede nel fatto che gli italiani vedono la loro cucina come un patrimonio immenso ma locale. “Sono pochissimi gli italiani che riescono a vedere da una prospettiva esterna: io, da straniera, mi limito a osservare senza giudicare, mentre le nonne possono spendere ore a discutere su differenze minuscole che variano da ricetta a ricetta, mentre per me non esistono i termini giusto o sbagliato in cucina. L’elemento orgoglio è fortissimo, ma allo stesso tempo non permette agli italiani di vedere la loro cucina né a livello nazionale né tantomeno globale”. La prospettiva di Vicky è privilegiata: “Ho il lavoro più bello di tutti: non ho un’agenda da seguire né particolari interessi, per cui sono una curatrice il cui unico obiettivo è quello di celebrare l’arte di queste donne in tutto il mondo“.
I progetti futuri
“Sicuramente ci sarà un altro libro” afferma Vicky “ma quello che ho in cantiere è una serie pensata per il web. Non voglio che venga veicolata in televisione quanto piuttosto su piattaforme di streaming online come Netflix, Amazon o Apple. Il progetto è nato sul web e voglio che il mezzo di diffusione principale resti tale”. A questo punto ci togliamo una curiosità: Vicky mette le mani in pasta? Anche qui sorride: “Impastare impasto eccome!“. Vicky sa fare i ravioli, le fettuccine, la sfoglia e altre cose del genere. Per lei l’obiettivo è molto chiaro: “È abbastanza facile raggiungere un primo buon livello culinario, è per arrivare al successivo che occorrono anni di pratica. Vedere le grannies per credere“.
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[Foto copertina Pagina Facebook Pasta Grannies]