Mangiare e bere al Pigneto Certosa, in via dei Savorgnan, a Roma. Pigneto Certosa sembra un'enclave resistente allo scorrere del tempo, forse si è fermato al di là della ferrovia Roma Napoli che scorre parallela a via dei Savorgnan, il "corso" del piccolissimo quartiere. Vi si accede solo da due strade secondarie, via Alessi e via degli Angeli, o tramite una rampa di scale che in 50 gradini riporta alla realtà rumorosa, affollata e disordinata di Tor Pignattara.
Ma è solo un'illusione creata dalla calma e dall'aria di paese che si respira nella piazzetta col Tabacchi, il bar e il forno. Si chiama largo dei Savorgnan, ma un murale la intitola a Ciro Principessa, un ragazzo della Fgci ucciso nel 1979 da un militante di destra. Il tempo, insomma, scorre anche qui, e tra le palazzine anni Trenta e le casette a cubo con giardini e intonaci vivaci, hanno aperto due locali e un ristorante negli ultimi due anni.
Prima c'era solo il celebre Betto e Mary a richiamare avventori da tutta Roma. Poi Salvatore, un residente della via di origini calabresi, ha pensato di aprire Chourmo, un localino dove anni fa c'era il bar della stazione (quale stazione? La stazione del trenino Roma-Pantano, che passava di qua). Proprio accanto alla nota trattoria.
Betto e Mary
Sinonimo di trattoria romana alla buona, con i piatti della tradizione a base di frattaglie: pajata, coda alla vaccinara, coratella, abbacchio scottadito e così via. La cucina è ruspante, la birra Peroni, il vino dei castelli, le tovaglie di carta. Il servizio confidenziale segue un copione rodato nei decenni, anche poliglotta. La sala ha un classico arredamento rustico e seduta a un tavolo c'è sempre una mucca di peluche, alle pareti sono appese dozzine di cravatte: accessorio vietato agli avventori. Gradevole il cortile con frasche, e i prezzi restano sempre popolari: antipasti 5 euro, primi 8 euro, secondi 8-9 euro, contorni 5, dolci 4.
Via dei Savorgnan, 99
Chourmo
Ha aperto due anni fa e per i primi tre mesi non si è visto un cliente. Non è facile essere pionieri, però poi le soddisfazioni sono arrivate e adesso Chourmo è un ritrovo serale del quartiere, mentre il bar di fronte gestito dall'egiziano Samuel è il ritrovo diurno. A Chourmo c'è una spina con la pils del Birrificio Italiano e pochi vini scelti (il calice va dai 3 ai 5 euro). Ma si può bere anche l'amaro No Tav o la Ubuntu cola. L'aperitivo si fa con i prodotti calabresi e sardi acquistati direttamente dai produttori. Mentre si beve si possono anche leggere i libri che Salvatore ha portato qui da casa, si possono prendere in prestito, ma la speranza è che diano spunti di conversazione a chi si ferma qui. Ogni giovedì si riunisce qui il gruppo di acquisto solidale del Comitato Certosa, un gruppo agguerrito di nuovi e vecchi residenti che ha occupato il giardino di fronte a Chourmo e vi organizza ogni due settimane un mercatino bio, proiezioni e cene sociali.
Via Galeazzo Alessi, 122
Shakespeare&co.
Forse qualcuno ricorda l'insegna di questo locale in circonvallazione Casilina, una decina di anni fa, quando Vincenzo aveva lì la sua libreria. Dopo aver fatto vari mestieri (tra i quali musicista e scrittore) ha trovato in questa via il luogo perfetto dove abitare e aprire un locale, e in effetti non si può che essere d'accordo: nel retro di questa ex bottega di un fabbro c'è un giardino dominato da un enorme albero, con sedute di recupero, sedie mini e tavolini per raccogliere una trentina di persone in questo salotto all'aperto che induce alla chiacchiera col vicino. Il giardino si chiama Patio Marquez, in onore dello scrittore scomparso proprio il giorno dell'inaugurazione.
Vini super scelti e molto buoni – Vincenzo è anche sommelier – birre artigianali LOSA, taglieri di salumi e formaggi esclusivamente artigianali (e di famiglia, lucana). E poi c'è un'ottima cheesecake a metro zero (la fa un vicino). Oltre a essere un'enoteca Shakespeare&co ha mantenuto libreria specializzata in edizioni di piccole case editrici, qui si organizzano presentazioni, concertini e campionati di calcetto anche in collaborazione con il Comitato di quartiere. Ha aperto solo tre mesi fa, ma già è molto frequentato e c'è chi viene appositamente da Monteverde. I prezzi sono davvero convenienti, i calici vanno dai 2 ai 4,50 euro e una fetta di cheesecake costa 1,50.
Via dei Savorgnan 72
Bar trattoria la Certosa
Tra le novità della via, c'è il ristorante di pesce annesso al bar sulla piazzetta. Menu declamato a voce che non indulge alle mode del momento e servizio senza fronzoli e cordiale. Il pesce arriva dalla pescheria di famiglia al Quadraro. C'è la sala interna e anche qualche tavolo all'aperto, in un arredamento non ricercato. Porzioni abbondanti per una cucina semplice, e prezzi contenuti: i primi a 9-10 euro, secondi dai 9 ai 13 13, insomma, si cena con 30 euro. Dopo mangiato (ma anche prima) si può giocare a calcio balilla tra le pareti rosse dell'interno.
Largo dei Savorgnan, 64
L'offerta gastronomica della via è completata dalla nuovissima pizzeria da asporto e dal forno in cui si trova la specialità brasiliana del pane al fromaggio (pao de queso) che però appena viene fatta va subito esaurita.
A settembre Shakespeare&co raddoppierà aprendo un altro locale sulla via, ma Vincenzo assicura che via dei Savorgnan sicuramente non diventerà come l'isola pedonale del Pigneto: mancano materialmente i locali e poi i residenti non lo permetterebbero.
* Questo post aderisce alla campagna "usare con parsimonia le parole Pasolini e gentrification quando si scrive di periferie romane"