Food truck, ecco tutto quello che dovete sapere per diventare venditori di street food

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Si è da poco conclusa la seconda edizione milanese dello Streeat Food Truck Festival, al Carroponte. Sono state oltre 30mila le persone che si sono avventurate tra i banchi di cibo da stradae spesso hanno sopportato lunghissime file pur di assaporare il loro piatto preferito, o di assaggiare qualcosa di nuovo. E chissà quanti, nei lunghi minuti di attesa, non hanno pensato ammirando i fiammanti mezzi dei truckers: “Adesso mollo tutto e apro un carretto dei gelati”. Preferenze culinarie a parte, ecco tutto ciò che bisogna sapere se si vuole iniziare un’attività ambulante.

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Partiamo dalla cosa più “gustosa”: la scelta del mezzo. Un furgone, un vecchio pulmino Volkswagen, un’ape, un rimorchio, un carretto, un camper, ogni scelta è valida purché la si equipaggi a dovere, per cucinare la vostra specialità con il massimo del comfort e della qualità. Senza tralasciare il design però: in questo settore stile e gusto vanno a braccetto, e allestitori come Business on the road e VS-veicoli speciali lo sanno bene. Il primo è un marchio giovane, che ha fiutato l’opportunità e unito in partnership Coibent Car, azienda nel settore del trasporto e della distribuzione alimentare, e Sobrio, agenzia di comunicazione e design; la seconda è un’azienda torinese che in due anni ha triplicato il proprio fatturato e che, per proseguire nel trend, sta ora puntando ai veicoli elettrici.

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Il mercato negli ultimi anni è quindi decollato lasciando a terra la crisi, ma questo anche grazie ai prezzi che, per un aspirante cuoco di strada, non sono proprio modici: tra i 20 e i 40mila euro per il truck dei vostri sogni, certificato e in regola. Per quanto riguarda invece gli adempimenti burocratici si deve far riferimento al Dlgs n. 114/1998, la cosiddetta “Riforma Bersani” (artt. 27-30) che disciplina il “commercio al dettaglio su area pubblica”, attività che può essere esercitata esclusivamente da persone fisiche o da società di persone, costituite in Sas o Snc. I requisiti oggettivi richiesti sono l’iscrizione al R.E.C. (Registro Esercenti il Commercio) e la frequentazione di un corso professionale per la somministrazione di alimenti e bevande, se non già esercente nello stesso settore da almeno due anni o in possesso di un titolo di studio attinente.

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Per i negozi ambulanti le autorizzazioni da ottenere – gratuitamente – dai Comuni possono essere di due tipi: la licenza “A” prevede un posteggio fisso per un preciso giorno in un certo mercato o fiera; quella di tipo “B” invece consente il commercio in forma itinerante in tutto il territorio nazionale, nelle fiere e nei mercati ma limitatamente ai posteggi non assegnati o provvisoriamente non occupati dai titolari. A questo punto il gioco è quasi fatto: basta completare le procedure per l’avvio dell’attività attraverso la Comunicazione Unica, che dal 2010 ha notevolmente semplificato le varie formalità necessarie per l’iscrizione al Registro delle Imprese.

di Stefano Padoan © Il Fatto Quotidiano / Puntarella Rossa

A cura di Fps Media