Sforno, la pizza che non delude mai

A Roma la scelta con cui accontentare la propria brama di pizza non è una questione di poco conto. Innanzitutto bisogna chiedersi che forma deve avere per soddisfare l’appetito: tonda, al taglio, alla pala, di panetteria? E se la scelta ricade sulla prima opzione, subito un altro bivio mentale si apre per precisare la voglia: napoletana, romana, ibrida (quella che napoletana non è, ma nemmeno sottile come l’ostia romana)? Personalmente se ho voglia di una pizza tonda, come si deve, d’ispirazione napoletana ma non puramente tale, la maggior parte delle volte mi trovo a rispondere con un solo nome: Sforno.

Complice forse anche la posizione comoda (il Tuscolano, comoda per me e al contrario, immagino, di quasi tutti gli altri appassionati della Capitale) quando la voglia di pizza batte un colpo mi è quasi inevitabile alzare il telefono e prenotare un tavolo nel locale di Stefano Callegari.

Scendo quei pochi scalini sotto il livello della strada per entrare in un ambiente caldo (e, purtroppo, con una pessima acustica, rumoroso al limite del sopportabile nei momenti di punta), mi siedo ad un tavolo, sbircio la lavagna e già so che l’inevitabile partitura della cena inizierà con i fritti, avrà il suo culmine con una delle ottime pizze in carta e terminerà in dolcezza con un buon dessert (e uno in particolare, ma ne riparleremo).
La proposta dei fritti, integrata con i fuori carta sulla lavagna, è ampia e variegata. Supplì classici o creativi (se c’è Frascati e porchetta non fatevelo scappare), crocchette, filetti di baccalà, anelli di cipolla (più morbidi che croccanti, ma squisiti) e verdure in pastella. Ottima la mozzarella in carrozza ripiena di ‘nduja, dolce e piccante.

Tra le pizze più rappresentative di Sforno ci sono due creazioni di Stefano Callegari, la “Cacio e Pepe” (foto sopra) e la “Greenwich” (foto sotto), che costano 12 euro. La prima arriva al tavolo già divisa in spicchi, un particolare di cui tenere conto per affrontarla con cognizione di causa: è una pizza da condividere tra i commensali perché è squisita, ma impegnativa. Pasta lievitata, pecorino grattugiato, pepe e un filo d’olio per una pizza geniale e saporita, da ordinare anche come antipasto.

La “Greenwich” è una pizza bianca: mozzarella, blue Stilton e riduzione di Porto. Dolce, sapida, morbida e croccante allo stesso tempo. Un’ottima pizza. La mia preferita (nonostante le deliziose margherite assaggiate nel tempo) rimane la patate & pancetta, una pizza che forse avete già sentito e che non vi comunica particolari emozioni gastronomiche, ma da Sforno è così ben bilanciata e saporita da non temere rivali nella capitale.



I dolci della casa sono abbastanza classici, ma non posso darne una descrizione esaustiva in quanto la mia scelta, quando è disponibile, ricade sempre sullo stesso: crema al mascarpone e amaretti. Leggera, gratificante, davvero golosa.

I voti di Puntarella

Cucina 8 

Servizio 7 

Ambiente 6 

Sforno, via Statilio Ottato, 110/116 Tel. 06 71546118 www.sforno.it

4 Commenti

  1. Ho provato la pizzeria un paio di giorni fa. Dissento. Prezzi mo alti ed impasto molto pesante. Non avrò molti sostenitori ma a ‘rosso pomodoro’ a Largo Argentina rimane il mio preferito.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*