Nutella e Report, nocciole alle cimici e coltivazione intensiva con pesticidi

Report e Nutella

Nutella e Report, nocciole alle cimici e coltivazione intensiva. Non è la prima volta che si parla di Nutella a Report e stavolta – nella quarta puntata di Report in onda lunedì 15 novembre 2021 -, Sigfrido Ranucci e i suoi inviati si concentrano sulla Ferrero, parlando della coltivazione intensiva di nocciole utilizzate per la Nutella a Viterbo. Tra gli altri temi,  un bellissimo servizio sullo smercio dei datteri di mare, proibitissimi, detti la cocaina del mare. Nella rete degli inquirenti, anche lo chef dell’Altro Coco Loco, recensito dalla Guida Michelin.

La trasmissione va in trasferta a Vignanello (Viterbo), nome che deriva dal fatto che un tempo era pieno di vigne, e ora è invece pieno di noccioleti. Come è noto, trovare la quantità di nocciole per sfamare la voglia di Nutella del mondo non è facilissimo e la Ferrero è costretta anche a comprare all’estero. Persino Matteo Salvini aveva pensato bene, nella sua bulimia di piatti instagrammabili, di contestare la Nutella perché fatta anche con nocciole immigrate (nel senso di turche).

L’inviato Bernardo Iovene va prima alla Gelateria Gianni di Bologna, dove il suddetto Gianni spiega che anche una sola nocciola fallata può dare un sapore sbagliato al suo gelato. Prologo alla spiegazione sulla “nocciola cimiciata“, che produce un sapore amaro e rancido. Non è un problema di salute, spiega Ranucci. Però poi aggiunge, come si fa a evitare le cimici? Riempiendo i noccioleti di fitofarmaci ed erbicidi. Che benissimo non fanno alla salute, come vedremo. 

Iovene prosegue la sua inchiesta e cerca la nocciola “cimiciata”. Si vede a occhio, anche alla pasticceria Cuppi di Bologna, che le toglie a mano per fare i baci di dama. Poi va a Vignanello, dove le vigne sono state sostituite dai noccioleti, che rendono di più. Lo stesso avviene a Gallese (Viterbo), dove sono stati praticamente prosciugati i corsi d’acqua e la cascate dei frati, per irrigare i noccioleti. E’ una delle controindicazioni delle colture intensive.

Franco Vita, sindaco di Nepi, dice che ci sono grandi interessi e una grande azienda: “Ma non ne facciamo il nome”. Iovane: “Ma veramente non ne vuole fare il nome?”. “Assolutamente no”. Danilo Piersanti, sindaco di Gallese, riesce a trovare il coraggio: “E’ la Ferrero”. Tra le lamentele dei locali, c’è anche la considerazione che “la Ferrero non vuole il biologico, quindi gli agricoltori usano chimica”. Antonella Litta, specialista, parla di grande uso di pesticidi, con danni alla salute, vedi melanomi. Poi si parla dell’ortofosfato e dei cianobatteri, ben presenti nelle acque del lago di Vico. L’acqua del lago di Vico è potabile? Sì, dice il sindaco di Caprarola, perché è trattata. Il tecnico, però, dice a Iovane: “Io non la bevo, non si può bere. Si può dire e non si può dire“.  In che senso? L’Asl, dice il sindaco, ha “sospeso il giudizio”. Il sindaco cambia poi versione: “L’acqua non è potabile nella forma ma lo è nella sostanza”. Iovane trova altri documenti: non è potabile, dice.

Per i livelli di arsenico e fluoruro nel lago, l’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europa. I noccioleti, intanto, stanno arrivando al lago di Bolsena. Finché non produce frutti, per cinque anni, questi campi sono biologici e incassano finanziamenti. Quando poi sfornano nocciole, escono dal biologico e pompano con la chimica.

“Se spruzzi chimica in un territorio con acqua che contiene già sostanze nocive a causa delle origini vulcaniche – aggiunge Ranucci – , non fai che peggiorare la situazione”. E la chimica si spruzza proprio per evitare la cimice. Iovane si immola e mangia una nocciola cimiciata: “Molto amara”. La cimice si trova soprattutto nel biologico? Così dicono. Ma in un’altra azienda, biologica, si dice ovviamente il contrario.  Con la biodiversità, dice l’agricoltore, senza diserbare, la cimice si riesce a evitare. E dunque?   Tredici sindaci del “biodistretto” chiedono la conversione al biologico. Ma ogni Comune fa da sé, con continui ricorsi contro Assofrutti, nemica giurata del biologico e amica del glifosato.
Conclusione, provvisoria: le nocciole cimiciate non sono un grave problema per la salute (semmai per il gusto), ma le coltivazioni intensive di nocciola sono un grande problema per l’ambiente e per la salute.

Infine, Ranucci comunica che la Ferrero ha scritto una lettera, spiegando che per contrastare l’abbandono delle campagne, ha deciso di incentivare proprio la coltura di nocciole. Commento finale: “Bene. Peccato che non accettino mai un’intervista dove scambiare due chiacchiere in libertà “.

 

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