Appetitoo. Se c’è qualcosa su cui siamo tutti d’accordo, è che andare al ristorante ci è mancato più di ogni altra cosa. Sedersi, ordinare da un ampio menu, assaporare un piatto che amiamo da sempre o provarne uno nuovo: questo l’input che ha portato alla nascita di Appetitoo, piattaforma che offre un servizio di ristorazione a domicilio. In pratica, stiamo dicendo che i piatti di Roscioli o di Assunta Madre possono essere cucinati dai loro chef direttamente a casa vostra: una vera esperienza di cucina senza andare realmente al ristorante.
L’obiettivo di Appetitoo è quello di offrire un ristorante per ogni categoria presente sul mercato, oltre a una selezione di private chef che non dispongono di un locale proprio ma per cui sono stati creati dei ghost restaurants all’interno della piattaforma. È inoltre possibile richiedere laboratori di cucina, non solo in un’ottica familiare ma anche in un contesto corporate, sia come idea di team building sia per gli eventi aziendali. Ci siamo fatti raccontare da Francesco Santilli, tra i founder del progetto, la storia di Appetitoo, le curiosità e le anteprime sia su Roma che su Milano (dove la piattaforma conta di sbarcare a settembre).
L’idea di Appetitoo
Francesco ci racconta che alla base del concept di Appetitoo vi è un’esperienza personale: “A novembre, in piena crisi sanitaria, volevo festeggiare il mio compleanno. Così ho deciso di chiamare a casa una chef di un ristorante indiano che conoscevo. Inizialmente sia io che la mia ragazza eravamo dubbiosi, ma l’esperienza è stata davvero stupefacente. La parte di show cooking, il racconto che vi è dietro un piatto, l’interazione con lo chef, hanno fatto in modo di farci sentire al ristorante. Volevamo che tutti avessero la possibilità di provare la stessa cosa, magari con il proprio locale dei sogni”.
Come funziona Appetitoo
Collegandosi al sito di Appetitoo, il cliente può scegliere il tipo di cucina o di ristorante, il numero delle persone coinvolte (in questo periodo da due fino a un massimo di sei) e attendere qualche ora per ricevere un feedback. Una volta verificata la disponibilità dello chef, il cliente riceve una telefonata per organizzarsi in base agli spazi della location. In ogni caso, il team di Appetitoo porta tutto il necessario per l’esperienza: ad esempio, nel caso del sushi bar, la sushista porta con sé un piccolo tavolo al fine di allestire un corner adatto allo show cooking.
Una volta terminati il pranzo e la cena, è sempre Appetitoo a occuparsi di pulire e riportare via tutto. L’offerta non si limita alle case private, ma anche all’ambito corporate: “Già abbiamo lavorato con uno studio legale, che ci ha chiamati per organizzare un team building con i dipendenti focalizzato sulla pasta fresca. Abbiamo ricevuto delle richieste da varie società di investimento, che hanno scelto il nostro servizio per festeggiare la chiusura di un contratto con un cliente”.
Da Roscioli ad Assunta Madre, ma anche Giorgione Orto e Cucina
“L’obiettivo è riuscire a diventare la piattaforma di riferimento per gli amanti dell’alta cucina: per questo motivo ogni ristorante è il migliore rappresentante della propria categoria”, spiega Francesco. Per ora ce ne sono sette, ma arriveranno circa a venti. Sul sito, online dal 20 maggio, è possibile trovare Roscioli come cucina tradizionale italiana, Kiko Sushi Bar e Vandaloo Indian Restaurant per la cucina asiatica, Eggs per un viaggio intorno all’uovo, Bussaba per il fusion e tre menu di Assunta Madre per il pesce (premium, platino e superior). È inoltre presente un laboratorio didattico dedicato alla pasta fresca, tenuto dall’Antico Pastificio all’uovo. A cucinare a casa vostra potrebbero essere i veri chef dei vari ristoranti: secondo le disponibilità degli spazi potranno esserci chef Nabil di Roscioli o chef Franco di Assunta Madre. Tra i vari nomi che collaborano al progetto c’è anche Giorgione Orto e Cucina.
Oltre ai ristoranti della città, c’è poi un team di private chef scelti da Appetitoo. “Facciamo una selezione che portiamo avanti da quattro mesi: i nostri personal chef devono avere alla base almeno un’esperienza pluriennale, dopodiché li formiamo affinché l’impiattamento, l’ampiezza del menu e il servizio siano in linea con la nostra identità. Si tratta di chef che non hanno un locale vero e proprio, per cui la piattaforma crea per loro un ristorante virtuale con un menu, che poi il cliente può scegliere”.
Drink, mixology, beverage
E il vino, chi lo porta? “Il servizio drink non è compreso nel format originale, perché ci sono persone che non bevono o che preferiscono un vino che hanno già a casa”, spiega Francesco “ma su richiesta possiamo fornire tutto il necessario per il pranzo o per la cena. Ci sono alcuni dei nostri partners, come Roscioli, che già dispongono di un’ampia cantina, mentre abbiamo altri fornitori che collaborano con noi solo per la sezione drink”. Non finisce qui: Appetitoo sta lavorando per aggiungere due nuove esperienze, una sulla mixology e una con la presenza di un sommelier.
Roma-Milano
A settembre Appetitoo sbarca a Milano: abbiamo chiesto a Francesco come la piattaforma si sia approcciata a due realtà gastronomiche così diverse. “Nel team ci avvaliamo di persone che fanno ricerche di mercato in base alle tendenze del momento, divise per città. Su Milano è meno presente la componente tradizionale, per cui abbiamo pensato di proporre comunque la cucina romana, che è sempre amata da tutti. Sicuramente saremo più presenti con il pesce, data l’ampia disponibilità di fresco che vi è in città, e con la cucina fusion, che a Milano ha un pubblico più ampio”.
La tavola
La piattaforma offre la possibilità di vivere un’esperienza che permette al cliente sia di mangiare bene, sia di vedere e conoscere il vissuto e l’arte di ogni chef. Per rendere l’offerta completa, Appetitoo ha stretto una partnership con Ammano, che si occupa di creare bouquet in linea con il menu scelto. “Siamo eterni romantici”, sorride Francesco, “non potevamo non pensare a ogni dettaglio: per esempio, con l’esperienza pasta all’uovo, lo chef si presenta con un mazzo di spighe di grano, per rendere l’atmosfera perfetta”.
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