Radici Pizzicheria Salentina a Roma. Il 16 gennaio 2020, in quello che – al momento – è stato l’ultimo sabato in zona gialla del Lazio, ai tavolini esterni di via Emanuele Filiberto 38, rione Esquilino, si sorseggiava vino bianco e si masticavano taralli. Nonostante il freddo pungente c’era anche chi ordinava caffè in ghiaccio con latte di mandorla. Caffè leccese, lo chiamano fuori dal perimetro salentino. Oggi, finché le cose non miglioreranno, da Radici Pizzicheria Salentina si può fare la spesa, ordinare da asporto o in delivery.
A portare le eccellenze della provincia di Lecce in quest’angolo di Capitale sono stati Andrea Luceri – con un passato da attore, illustratore e grafico – e Davide Macchia, esperto di comunicazione e marketing. Cinque anni fa, dopo una lunga ricerca, hanno deciso di scommettere sui locali che fino agli anni ‘80 avevano ospitato una tradizionale pizzicheria romana per dare vita a un matrimonio che funziona, eccome.
Pizzicheria, pizzica, radici: portare la propria terra nella città dove hanno scelto di vivere. È stato questo, sin dall’inizio, l’obiettivo di Andrea e Davide, che hanno stretto amicizia proprio a Roma, guardando le partite del Lecce. E poi dal tifo al sodalizio professionale, fatto di tradizione, ricerca sul territorio, desiderio di trasmettere i prodotti del Salento lontano dai circuiti turistici che lo hanno spesso snaturato.
Varcata la porta di Radici ci si trova subito di fronte a un espositore di Quarta Caffè, quello che gli studenti fuori sede incastrano nella valigia tra i vestiti prima di partire, lo stesso che le nonne e le mamme infilano nel “pacco da giù”. Un altro marchio emblematico è Maglio, azienda che vanta una tradizione centenaria nell’arte dolciaria.
Accanto ai due brand più noti, nel piccolo locale il verde delle nicchie è un susseguirsi ordinato di bustine (legumi, farine, pasta tradizionale, taralli, friselle), barattoli (sottaceti, sottoli, salse, conserve), bottiglie di vino (rigorosamente Cantine Due Palme). Al di là del bancone, Andrea sta spiegando a una coppia come preparare “Ciciri e tria” mentre imbusta la loro spesa. Intanto, nel laboratorio, il giovane collaboratore Marco prepara una puccia “Viziatelli”, con burrata, mortadella, alici e pomodori secchi (7 euro). Nel menu, le pucce hanno i nomi dei clienti che le hanno create e dei paesini della provincia di Lecce.
Le pucce, a Roma, è davvero difficile trovarle. “Ci sono due tipi di pucce” spiega Andrea, “il pane vero e proprio, che solitamente ha le olive nell’impasto, oppure la puccia da farcire, che è nata negli anni ‘70, per caso, ed è croccante fuori e vuota dentro, ideale per essere farcita”. Lievito madre, olio extra vergine, patate, il risultato è una delle leccornie più versatili dello street food salentino, da condire in modi pressoché infiniti.
In questo gennaio incerto il mare è ancora lontano, ma Andrea può compensare la nostalgia consigliando una bottiglia di Negroamaro, oppure porgendo un pasticciotto mignon (1,50 euro da asporto, 2 euro servito). Classico, con crema al pistacchio, ai cereali con mela cotogna, crema e amarena. Attenzione, però: diffidare dallo zucchero a velo. Ormai a Roma il pasticciotto si può trovare in molti bar, ma è raro trovare un buon pasticciotto. Gli impasti arrivano da Radici direttamente da un laboratorio artigianale della provincia di Lecce e la lavorazione viene completata qui, nel piccolo laboratorio sul retro. Così come avviene per le pucce e per i rustici, dischi di pasta sfoglia conditi con besciamella, mozzarella, pepe e pomodoro.
Anche le friselle e i taralli di Radici vengono da un piccolo produttore locale di Lequile, frutto di una ricerca attenta. “Queste basta bagnarle con un filo d’olio, non con l’acqua, perché sono piccole”, spiega Andrea a un signore sulla settantina “poi le può condire con i pomodorini”. Andrea e Davide si soffermano sempre, spiegando ogni prodotto che arriva “da giù”. “Per me è fondamentale raccontarli, parlare delle eccellenze”, dice Andrea. “Altrimenti restavo dov’ero, a fare il grafico”.
Da Radici troviamo una gastronomia che Davide definisce a-tipica, “perché qui ci mettiamo ogni giorno anche una parte di noi. Vedi queste nicchie? Ci sono oltre 60 etichette di Gin e una mia piccola sfida: abbinare i tanti gin & tonic possibili alle specialità salentine“. Anche nell’olio extravergine di oliva c’è un pezzo di Davide. Arriva dall’uliveto della sua famiglia, a San Pietro Vernotico – cultivar Cellina di Nardò –, che non è stato risparmiato dalla Xylella. “Quest’anno ne abbiamo prodotto poco, purtroppo. Però è venuto molto buono: morbido, bassissima acidità”.
Siamo ben lontani dagli slogan baluardo della moda del momento (“il vero pasticciotto”, “l’unico e solo caffè leccese”). Da Radici non si parla per frasi fatte, e sembra di trovarsi in un piccolo alimentari, dove i ritmi sono lenti, ci si chiama per nome e l’attenzione per ogni singola persona è una di quelle rarità, in una città come Roma, che forse bisognerebbe riscoprire approfittando delle limitazioni imposte in questi mesi, che vietano il sovraffollamento dei locali.
Per tutti questi motivi, e forse anche per altri, la clientela sceglie Radici anche una seconda, una terza e una quarta volta. Si fidelizza. “Aprire in questo rione è stata una scommessa”, raccontano. “Ma adesso ci rende felici essere diventati un punto di riferimento per chi abita qui”.
E così la treccia o la burrata diventano il pasto del martedì, il pasticciotto la colazione speciale da concedersi di quando in quando. Si entra per scegliere il vino per cena o per portar via una porzione di Riso, patate e cozze, quando non si ha tempo per preparare il pranzo.
Ecco perché i due conoscono tutti i loro clienti. Nella busta, a volte, aggiungono anche un pacchetto di taralli, all’olio d’oliva, al finocchio o alla pizzaiola. “Così li prova e poi mi dice cosa ne pensa”, propone Andrea a una cliente. Proprio come si usa al Sud.
Radici Pizzicheria Salentina. Via Emanuele Filiberto 38, Roma. Tel. 06 89021483. Pagina Facebook.
Aperto dal lunedì al sabato dalle 10 alle 21 (al momento solo per spesa, asporto e consegna a domicilio con Just Eat, Glovo o Deliveroo)