‘Menù letterari’ di Céline Girard, intervista all’autrice del libro che racconta le ricette dei romanzi

menù letterari di Céline Girard

Menù letterari di Céline Girard. Appena pubblicato da Franco Cesati Editore, Menù letterari racconta le ricette presenti nei romanzi e insegna a rifarle a casa, per cenare proprio come il personaggio di un libro. L’autrice usa lo pseudonimo di Céline Girard, descritta come una giornalista francese nata nel 1980 che vive e lavora a Firenze. All’interno sono presenti autori storici e moderni, con le loro storie, curiosità e pietanze, ora perfettamente riprodotte, ora riproposte con creatività. Dalla pizza di vedure di Casalinghitudine di Clara Sereni alla zuppa di cipolle di Maigret di Georges Simenon, Céline ha raccontato a Puntarella Rossa gli scrittori e le ricette del suo libro.

Menù Letterari di Céline Girard

Com’è nato il progetto di questa pubblicazione?
Una sera, durante una cena in una trattoria di Firenze. Ero con un amico e dall’altra parte del tavolo c’era quella che sarebbe diventata la mia editor. Abbiamo iniziato a parlare di Parigi e poi di romanzi, di scrittura e di Hemingway. Per gioco le ho chiesto se si ricordasse quale menu la compagna dello scrittore gli avesse proposto per cena in uno dei passi più belli di Festa mobile, il suo libro di memorie rimasto incompiuto. Non lo ricordava: era un raffinato foie de veau à l’anglaise con purè di patate e insalata di indivia, seguito da torta di mele. È nato tutto da lì.

Da D’Annunzio a Foster Wallace, da Woolf a Marinetti. Con quale criterio ha selezionato le ricette da inserire?
Il filo rosso che unisce i 24 libri e le 24 ricette è uno soltanto: la passione per i libri. Quelle che ho voluto raccontare sono tutte storie che ho letto e amato, su alcuni libri ho studiato durante il periodo universitario, altri mi sono stati consigliati, altri ancora mi accompagnano da sempre. Naturalmente non ci sono tutti. Quando ho iniziato a pensare ai menu la lista era molto più lunga poi, come spesso tocca quando si scrive, si devono usare le cesoie: lavorando insieme all’editor della collana, ho selezionato autori talvolta meno noti al grande pubblico, come Carlo Cassola, Natalia Ginzburg, Goffredo Parise; per autori più noti ho posto l’attenzione sulle opere minori, se così si possono definire, come il racconto La torta purgatorio di Guareschi. Alle madeleine di Proust però non ho saputo rinunciare.

Menù letterari - Le madeleine di Proust

Nel caso del futurista Marinetti, ha avuto difficoltà ad adattare le sue strampalate ricette?
Ciò che incuriosisce e sorprende dei futuristi è che sono avanguardisti in tutto: non disdegnano un piatto fumante di tortellini in brodo, ma accanto a un piatto di peperoni, aglio, petali di rose e bicarbonato di sodio. Il carattere visionario e provocatorio del Manifesto della cucina futurista aiuta molto, anzi contagia fantasia e voglia di sperimentare. In generale, per le ricette, così come per i romanzi, esistono due piani: quello di chi scrive è quello di chi legge. Lo scrittore posa la penna e il lettore la riprende per continuare la sua storia; così ho fatto per Menù letterari: ho scritto da lettrice, aggiungendo miei ingredienti qua e là.

C’è un romanzo di quelli presenti nel suo libro cui è particolarmente affezionata?
Lessico famigliare di Natalia Ginzburg, a mio avviso uno dei romanzi più divertenti e brillanti del secondo Novecento. Per convincermi a leggerlo, una persona a me molto cara lo prese dallo scaffale di una libreria e incominciò a leggere le prime pagine ad alta voce: ne amai da subito ogni parola. In qualche modo le parole sono come le madeleine di Proust: hanno il potere di far riaffiorare ricordi e sensazioni, di restituire felicità e momenti apparentemente perduti.

E una ricetta che preferisce?
Vado matta per i dolci, sceglierei senza dubbio la torta di mele, non a caso ne ho proposto una doppia versione: quella francese, la tarte tatin, e quella americana, l’apple pie. Come il protagonista di On the road di Kerouak, mi piace mangiarla in ogni momento, ahimè senza divorare chilometri su e giù per gli Stati Uniti.

E se dovesse comporre la sua cena ideale, dall’antipasto al dolce, con le ricette del suo libro, quali sceglierebbe?
Partirei dalla pasta e fagioli di Cassola, il piatto frugale e povero che conforta, riscalda e nutre i taglialegna nel giorno di Natale; proseguirei con il menu parigino che Hemingway amava trovare in tavola dopo una giornata passata a scrivere, classificherei e mangerei formaggi insieme allo stralunato Palomar di Calvino, infine entrerei in una tavola calda e ordinerei una bella fetta di torta di mele, sperando che il mio vicino di sedia di chiami Sal Paradise.