
Porto Fish&Chips, osteria portuale in Prati, a Roma. Faceva il pugile fino a qualche anno fa. E la sua è una generazione di macellai. Davide Buccioni ha aperto qualche anno fa Quarto Burger & Drink, hamburgeria di qualità a Roma. Di qualità perché, quando è passato un controllo e si è chiesto dove diavolo fossero frigoriferi e i congelatori, si è sentito rispondere "qui la carne arriva ogni giorno direttamente dal macello". Fin qui tutto bene. Poi vieni a sapere che quell'ex pugile, quel macellaio da generazioni, sta aprendo un'osteria di pesce. Ergo, portuale. Che ha tutta un'altra sfumatura. Questo penso, mentre scendo le scale del locale appena ultimato di via Crescenzio (a pochi passi dalla recentissima Zanzara), al civico 56, contiguo a Quarto, mentre il marinaio dipinto alla parete di ingresso fuma la sua pipa con un'invidiabile nonchalance. Ecco, dunque, le prime immagini e il locale in anteprima per Puntarella Rossa.
"Hai fatto Quarto per la carne, hai ultimato Porto per il pesce, ora ti manca Orto per i vegetariani", scherzano gli amici. In effetti questo è un vero e proprio cimento per Davide, che, un po' come sul ring, ora deve sfidare quella tradizione familiare che lo lega alla carne e mettersi alla prova con qualcosa di nuovo. Nuovo sì, ma old a detta sua. Il che ci suona come un ossimoro, è vero. Ma nonostante il nome, Porto Fish&Chips, Davide ha tirato su un locale che vuole essere tutto fuorché un'offerta di street food. Old food chiama lui la sua alternativa. In che senso? Mi chiedo, scimmiottando Verdone. "Bisogna tornare alle vecchie maniere in tempi di crisi e dare la qualità al giusto prezzo. Porto è un aggregatore di generazioni e di ceti differenti, un posto accogliente dove serviamo il pesce proveniente giornalmente da Anzio e Fiumicino e lo serviamo a un prezzo accessibile a tutti".
Ottime le premesse. Mi guardo attorno: Porto sembra una taverna. I tavoli non hanno meno di sessant'anni; le sedie, scricchiolanti e tutte diverse, sono quelle che le nonne, quando se ne rompeva una, gettavano i resti per ravvivare il fuoco; padrona e signora del locale, una porta rossa, autentica, di un container navale. Giornali alle pareti, finestre rotonde a imitare gli oblò, lampade marine dei primi del Novecento. Con un certo orgoglio, Davide mi confida di averlo arredato da sé. Ma che forse è stata l'unica parte davvero divertente. Una lunga sequela di trafile burocratiche hanno fatto tardare di parecchio l'apertura.
Ma ora ci siamo, il 5 Marzo Porto è pronto per accogliere il suo pubblico. Con un lunch a buffet (domenica brunch), un aperitivo dalle 19 con tapas e cartocci e la cena ovviamente. Il menu divide i cartocci (fish&chips, calamari e gamberi, a dieci euro, e alici fritte dorate, a 8) dai wrap di pesce (spicy tuna, porto fine e alaskan, tutti a 10 euro). Il cous cous, il guazzetto di moscardini e il sottobanco – spaghetti alla chitarra freschi con vongole veraci – nella sezione Sirene, sempre a 10 euro. Arriviamo agli Scaricatori: pasta e fagioli ai frutti di mare, amatriciana co' le cozze e sautè di cozze o vongole (10 euro); infine i Rimorchiatori: patata al cartoccio con baccalà mantecato, spiedone di pesce alla piastra o pesce al forno con patate. Poi le insalatone a 9 euro. Oltre, chiaramente, al pescato del giorno che trovate in lavagnetta. Vino esclusivamente italiano e birra alla spina o artigianale. Cucina aperta fino a tardi.
La vena giornalistica, altresì detta tendenza-a-non-farmi-mai-i-fatti-miei, mi spinge alla fatidica domanda: a Dà, ma come t'è venuto di aprire una osteria portuale? Ed eccomi al c'era una volta. Sedici anni fa, quando ancora combatteva sui ring di boxe, Davide parte alla volta di Marsiglia e vince un incontro importante. Per festeggiare va al porto a mangiare e qui nota qualcosa che attira la sua attenzione. I ristoranti "fighettini" erano frequentati dai turisti, mentre una discreta quantità di marsigliesi locali era in fila per un tavolo all'osteria del porto. La sua scelta è stata ovvia: in fila con i marsigliesi. L'osteria aveva un sapore autentico: pesce fresco, prezzi accessibili, stile rustico. Fotografa il locale con gli occhi e ne riporta il concept. Ed è così che il 5 marzo il Porto di Marsiglia arriverà a Roma.
Porto Fish&Chips, via Crescenzio 56, Roma. Tel 06/45505797
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