Mangia, condividi, gioca. Sul sito Crocche.it nella sezione “Chi siamo” (che in questo caso risponde alla domanda “Ma che è?”) troverete questa sorta di tre comandamenti a riassumere l’idea alla base del luogo virtuale dedicato allo street food del capoluogo siciliano, riconosciuto come il migliore d’Europa e al quinto posto nella classifica mondiale stilata da Virtual Tourist.
Panelle, cannoli, pane ca meusa e crocchè – da qui il fortunato nome del portale, breve e facile da ricordare – sono noti ai più. Ma il resto del cibo di strada di Palermo? Ai non addetti ai lavori alcune specialità suoneranno del tutto nuove. Proviamo: “musso e carcagnolo”, “rascatura”, “stigghiola”. Niente paura, per ognuna di queste misteriose squisitezze vi aspetta una scheda dettagliata. E non finisce qui: troverete tutti i posti in cui poter assaggiarle (compresi chioschetti e baracchini), con tanto di indirizzo e recensioni degli utenti.
Il sito cresce ogni giorno, insieme alle community che si sviluppano parallelamente sui vari social (soltanto su Facebook la pagina ha oltre duemila fan), grazie ai contributi e alle segnalazioni soprattutto di chi a Palermo ci vive e ne conosce persino i vicoli. Strumento utilissimo per i turisti o per chi saltuariamente si trova in Sicilia per lavoro, “Crocchè” funziona così: basta iscriversi per effettuare il login (ma si accede anche con il proprio profilo Facebook) e poi si possono fare delle semplici ricerche in base a cosa si desidera mangiare oppure restringendole a un particolarequartiere o una zona specifica della città. Magari prima si fa un salto nella sezione “Pietanze”, per scegliere fra “tradizione”, “rosticceria” e “dolce”.
Se avete un posto da segnalare, non siate timidi: basta entrare in “Aggiungi un luogo”, compilare tutti i campi (nome, specialità, zona, indirizzo completo) e infine, se si vuole, aprire le danze delle recensioni lasciando a commento il primo giudizio. Niente male per far conoscere lo street food palermitano a chi ancora non ne ha fatto la piacevolissima esperienza (se ne avete l’occasione, fatevi guidare dai ragazzi che hanno messo in piedi il servizio “Streat Palermo Tour“). Dimenticavamo: “musso e carcagnolo” sono parti di vitello ricavati da muso, orecchi e piedidell’animale servite solitamente, una volta bollite, con olio e limone oppure in insalata con l’aggiunta di verdure; la “rascatura” è ottenuta raschiando i pentoloni utilizzati per la preparazione di panelle e crocchè, raccogliendo i residui, mischiandoli e friggendoli (ne nascono delle frittelle irregolari, da un mix di farina di ceci, patate e prezzemolo).
Le “stigghiola”, invece, corrispondono a interiora di agnello condite con prezzemolo e cotte sulla brace rovente, poi tagliate a pezzettini e cosparse di sale e limone. “Lo stigghiolaro lo riconosci subito per le imponenti torri di fumo che si alzano dalle braci, nei baracchini ai margini della strada o in aree più o meno organizzate – c’è scritto sul sito – Il contrasto tra la scioglievolezza del grasso fuso e la croccantezza della carne arrostita, dal sapore leggermente amarostico, fa di questo piatto un classico intramontabile”. Okay, “scioglievolezza” è un’invenzione linguistica e “amarostico” è un termine dialettale. Ma a noi la descrizione fa venire l’acquolina.
(Foto dal sito Crocche.it)
di Irene Privitera © Il Fatto Quotidiano / Puntarella Rossa