Mica, la michetta di una volta la trovi in porta Ticinese, a Milano

mica michetteria milano

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di Valerio M. Visintin

La michetta. Talmente antica e perduta da non suscitare nemmeno sentimenti nostalgici. Ma, piuttosto, quell’umore fiabesco che si riserva a miti e leggende.
“Vedi, piccino?”, raccontano i nonni a nipoti che ascoltano con occhi sgranati. “In questo negozio vendevano le michette”.
E chi ci crede più? La progressiva estinzione del pane meneghino per antonomasia è un mistero che ogni esercente spiega a modo suo. Tuttavia, c’è una traccia comune, che riassumerei nei seguenti punti.

1) È complicato e laborioso plasmare una buona michetta.
2) È un pane particolarmente meteoropatico. Il vento lo secca e lo innervosisce. L’umidità lo affligge e lo deprime.
3) Per insondabili ragioni, i milanesi hanno cambiato gusto e preferiscono altre forme.
4) A dispetto del suo alto coefficiente di difficoltà, sulla michetta si guadagna troppo poco, essendo leggerissima.

Teniamo per buoni tutti e quattro gli alibi. Di certo, l’ultimo è corroborato da una controprova. E cioè, la diffusione, modesta ma non irrilevante, della rosetta, che è una cugina dall’aria stagna e contadina. Riproduce le medesime geometrie, vagamente floreali. Ingravidandole, però, di mollica, di peso e di sostanza. Se la michetta è una cupola lieve e area, la rosetta è un elmetto da trincea.

Tutto ciò, per dirvi di Mica, paninoteca di sole michette, che ha acceso le luci sul corso di Porta Ticinese da qualche settimana. Lo spunto commerciale è di per sé brillantissimo. Poiché fa leva su un campanilismo bonario, battendo con delicatezza sui tasti della memoria collettiva. Non meno calcolati e calibrati sono gli esisti gastronomici.

Le michette (consegnate in loco a mezza cottura e rifinite al momento) ancorché ruffiane nella loro meccanica perfezione, sono larghe, fragranti; morbide e croccanti al tempo stesso. Mentre le imbottiture, semplici e lineari, attingono a un ottimo campionario di prodotti: salame di Felino, pancetta, culatello, cotto affumicato, crudo di Parma, mortadella di Bologna.

Le sole perplessità riguardano l’ambiente (qualche sgabellone, gelo condizionato, musica che batte in testa), più consono alle esuberanze notturne del quartiere, che alla delicatezza della merce. Ma anche questa è Milano: una corda tesa tra rimpianti e insofferenze, come se fossimo orfani del nostro passato e figliastri del presente.

Mica, Corso di Porta Ticinese 50, Milano. Tel. 331.84.72.552. Chiuso lunedì

Prezzi: 4,50 euro per panino e bibita

Il blog di Valerio M.Visintin Mangiare a Milano