Chef, Giordano lascia Coromandel

Non fai neanche in tempo ad abituarti, ad assaggiare qualche piatto, a provare a raccontarlo, a riconoscere la mano e a chiederti che evoluzione avrà, che subito si cambia. Via lo chef, altro giro di giostra. Il valzer dei cuochi a Roma si è fatto vorticoso e l'ultimo esempio è piuttosto clamoroso: Gaia Giordano, la chef di Coromandel, il locale nuovo di zecca inaugurato il 24 luglio, ha abbandonato le cucine, insieme alla brigata del servizio serale. Motivo: "Incompatibilità con la proprietà". Meglio non investigare troppo, e certamente ci saranno ragioni serie per l'avvicendamento improvviso. Ma non è l'unico caso e, anzi, il cambio a metà campionato, se non a inizio, è diventata prassi piuttosto consolidata in città, con proprietari pronti a disfarsi degli chef con una velocità e una continuità degna del miglior Maurizio Zamparini (il presidente del Palermo a settembre ha licenziato il suo 50esimo allenatore) e chef pronti a dileguarsi con la velocità di Willy Il Coyote.

Come racconta anche il numero in edicola del Gambero Rosso, gli spostamenti sono continui. Ne citiamo alcuni: Stefano Preli (da Pastificio San Lorenzo a Le Coq), Mattia Miscia (da Otto e mezzo a Opificio a Ulivi e ora chissà), Dino De Bellis (da Incannucciata a 25 Corso Francia a Salotto Culinario), Massimiliano Sepe (da Roscioli a Salotto Culinario), Davide Cianetti (da Os Club a Aroma di Mare), Marco Milani (ex Macro e ora Laurenzi Consulting), Federico Valicenti (dall'Auditorium a un ristorante bio in via di apertura). Se lo chef mobile, naturalmente, il rischio è che anche il cliente lo diventi e finisca per restare a casa.