Ristoranti romani a Milano, la cucina della Capitale dilaga (a prezzi milanesi): ma nun ve fate frega’

Ristoranti romani a Milano, la cucina della Capitale dilaga. E’ un vero boom quello che da qualche anno sta investendo Milano: sono arrivate in massa osterie con tovaglie a quadri, porchettari, spacciatori di quinto quarto, carbonare, cacio e pepe, supplì, code alla vaccinara. La ristorazione milanese è stata travolta da questa ondata di ritorno in una città che fino al 1999 fa contava una sola trattoria romana, Giulio Pane e Ojo, ancora viva e vegeta, aperta da Davide Ranucci, che poi ci ha fatto un piccolo impero (Casa tua, Abbottega, Cirioletta e Pizzottella). E non sono solo locali nuovi, molti sono di importazione diretta da Roma, catene o nuove aperture gemelle di ristoranti della Capitale (ultimi arrivati Il Marchese e Osteria delle Coppelle). Naturalmente quello che colpisce è che talvolta i prezzi di saltimbocca e gricia, trapiantati al Nord subiscono impennate improvvise, non sempre giustificabili da differenze di affitti o costi della vita. Ma proviamo a dare un’occhiata per capire cosa si è mosso e quali di questi locali è da provare (sotto trovate la lista completa, con i nostri preferiti contrassegnati dal diavoletto). Abbiamo messo spesso il prezzo della carbonara, che per Roma è un po’ il benchmark, il valore di riferimento per capire il costo della cena).
* Ah, a proposito. Di ristoranti milanesi a Roma neanche l’ombra. Non è il caso di porre rimedio? (e non dite che la cucina milanese non esiste, nun ce provate).
** Se volete avere un’infarinatura sui migliori piatti della cucina romana, leggete qui.

Prima di cominciare, tre considerazioni
1 E’ obbligatorio per un ristorante romano a Milano esibire Aldo Fabrizio, Alberto Sordi che si fa due spaghi, il Colosseo, Spqr? L’eccesso di pittoresco toglie credibilità, sappiatelo.
2 Se si vuole esportare davvero la qualità, bisogna esportare anche la materia prima. Spesso non se ne parla, non si cita, ma è quella che fa la differenza.
3 Il capitolo vini è il peggiore. Quasi in nessun ristorante c’è un’attenzione vera ai vini laziali. Ci sono al limite tre o quattro referenze, spesso le solite (Casal del Giglio e dintorni). Possibile che non venga in mente di mettere in lista i nomi della viticultura emergente laziale, da Palazzo Tronconi a Ribelà, da Ciolli a Occhipinti, da Le Coste a San Giovenale? E perché ci troviamo il Cynar o l’Amaro Silano e non il Formidabile?

Ristoranti romani a Milano

Ristoranti “romani de Roma” sbarcati a Milano

– Osteria delle Coppelle – via Solferino. Un bel locale, con lo stesso spirito scanzonato e accogliente, moderno e di qualità che si trova anche nella sede romana. Aperto nel novembre del 2022, è già diventato un punto fermo della rinnovata via Solferino. Ha anche un bel cortiletto.

– Il marchese – Duomo Il salotto romano apre a due passi dalla Scala. Davide Solari e Lorenzo Renzi sbarcano a Milano con il loro Marchese, ristorante ispirato all’iconica figura del Marchese del Grillo che in un’ambiente elegante e raffinato, dominato da colonne e marmi, propone una cucina verace di tradizione capitolina, accompagnando l’offerta gastronomica con un amaro bar che conta oltre 600 etichette. Qui le info.

Da Felice a Testaccio a Milano – Carrobbio La sede romana è stata a lungo un’istituzione e come tutte le istituzioni si è logorata, presa d’assalto dai turisti e con un calo evidente della qualità. La sede milanese, rispetto a quella romana, è completamente diversa, con molto più pretese, con un concept contemporaneo.

Il risultato non è esaltante: accozzaglia di stili, tavoli addossati con brutti separè di plastica. Meglio l’originale. Marchio di fabbrica di Felice è la cacio e pepe, mantecata al tavolo (operazione pittoresca, qui un po’ stucchevole perché prolungata troppo).

felice a testaccio roma carciofi

La qualità del cibo, comunque, è ottima, la migliore assaggiata a Milano: cacio e pepe perfetta, polpette al sugo da manuale e carciofi alla romana buoni. Prezzi medio-alti. Cacio e pepe 13 euro, puntarelle 9 euro (9!), coperto due euro. Qualche buona etichetta di vini, compreso qualche laziale (pochi). Ma al bicchiere scelta svogliata tra tre vini non laziali, recitati a voce in modo impreciso, e pagati ben 7 euro l’uno. Acqua 3 euro.
Via del Torchio 4

Ba Ghetto – Piemonte– via Sardegna Ristorante ebraico di qualità che da anni è uno dei migliori del Ghetto ebraico. E’ arrivato dal 2018 in via Sardegna, al posto dello storico Re Salomone.
Via Sardegna 45

Osteria delle Commari – Isola Osteria che a Roma si trova in zona Musei Vaticani e quindi risente di una clientela molto turistica. A Milano è  in zona Isola. Carbonara a 12 euro in entrambe le città.
Via Civerchio 9

Mattarello – Sarpi Prototipo della catena (a Roma sono 13) di trattorie “ignoranti” che vogliono vendere soprattutto la romanità verace e pittoresca. Usano quindi solo un fastidiosissimo gergo romanesco che si pretende spiritoso. Per dire, a Milano ha aperto in via Canonica e nell’insegna si presenta così: “Mattarello, ‘n’anticchia di Roma. Vabbè. Decisamente notevole la differenza di prezzi. A Roma una fettuccina alla carbonara fa 10,9, a Milano un bel 13,9: 3 euro di più.
Via Pietro Moscati 13

Trapizzino  – Porta Romana La straordinaria invenzione di Stefano Callegari, un gigante della panificazione romana, che ha inventato un impasto di focaccia (chiamiamola così) e l’ha riempito di ogni bendiddio (da non perdere quella con il pollo alla cacciatora e quello con la picchiapò). A Milano ha aperto di recente una nuova grande sede a Porta Romana, che è anche vineria. E qui si trova anche qualche buona etichetta laziale.

Alvelavevodetto – Statale. Storica trattoria romana di Testaccio, che un tempo era molto buona ma poi, con un aumento esponenziale dei tavoli e dei coperti, ha perso qualità e smalto. A Milano ha aperto a due passi dalla Statale. Carbonara 10 euro.
Via Festa del Perdono 1

Ai Balestrari – Navigli -. Tre sedi a Roma, a cominciare da Campo de’ Fiori. A Milano ha aperto sul Naviglio Pavese. Carbonara 9,5
Via Ascanio Sforza 13

Osteria Angelino dal 1899 – Centrale. Osteria verace, vicino alla Stazione centrale. Filiale di quella vicino al Colosseo.
Via Fabio Filzi 9

La Pizzeria Magnifica – Washington 
L’ultima arrivata direttamente dal quartiere Trionfale è una pizzeria di qualità, la pizzeria MagnificaMaurizio Valentini è approda con le sue pizze in via Washington. Non si tratta esattamente di una pizza romana, di quelle sottilissime dette “scrocchiarelle”: la pizza di Magnifica si caratterizza per il fatto di situarsi a metà strada tra la pizza napoletana e quella romana, con un panetto più grande dei tradizionali 180 grammi, che grazie alla lunga lievitazione produce una pizza sottile al centro e croccante nel bordo. La margherita costa 9,5 euro, mentre uno dei cavalli di battaglia, la Tommasino (mozzarella di bufala campana DOP sfilacciata Caseificio Auriemma, pomodorini semi dried De Carlo ed emulsione al basilico) 13. Prezzi identici a quelli di Roma.
Via Washington 13

Ristoranti romani nativi di Milano

Giulio Pane e Ojo – Porta Romana. La mamma delle osterie romane a Milano. Ha fatto furore negli anni, soprattutto per l’atmosfera, per la capacità degli osti di farti sentire a casa (David che ti offriva un vinello nelle lunghe code, Marchino, ora di fronte, simpaticissimo). La cucina ha sempre contato meno, con alcuni piatti  non esattamente romani ma che sono diventati cavalli di battaglia (i lombrichelli all’etrusca, tonnarelli salsiccia e porcini, sedanini alla tuscia). Carbonara 11 euro.
Via Muratori 10

Volemose BeneMoscova. Questa è la presentazione sul sito di Er Ciccio: “Luca, alias Er Ciccio, ha conosciuto Er Secco durante un colloquio, quando lavorava nel ristorante di suo Zio. Quando l’ha visto con quella panzetta la prima cosa che ha pensato è stata “Ma questo annovà? Quanno je a fa?”. La sera durante il servizio quando ha visto che i clienti seduti nella zona de Er Secco erano ancora tutta senza menù si è precipitato da loro per salvare la situazione: tutti gli hanno risposto che avevano già ordinato. Ecco, lì Luca ha capito che Er Secco era il Bobo Vieri della ristorazione, “sbroccato, ma con un pezzo de core che non finisce mai”. Anche qui, si sarà capito, si gioca con la romanità e con il dialetto. Lo slogan è: “Volemose Bene. Nà filosofia”. Ambiente molto pacchiano, con Spqr, il Cupolone, bandierine dell’Italia. Tavoli vicinissimi. Primi a 12 euro, secondi da 16 a 20. Provata la cicorietta, troppo aglio poco peperoncino. E la gricia, abbondante e saporita, ma scarsa di guanciale. Coperto 2,5 euro. Lista di vini molto deludente, con poco o niente di Lazio. Del resto alle pareti ci sono i pomodori Mutti e l’Amaro Silano. Non proprio coerente il format (e non basta un Mannarino sparato a palla)
Via della Moscova 25

tram tram milano pollo via lazzaretto

Tram Tram Un ristorante piacevole, non una trattoria, non un’osteria, ma neanche un posto di lusso. Finalmente niente romanità posticcia, niente Alberto Sordi. Francesco D’Argenzio, regista romano e milanese d’adozione (con una somiglianza con Federico Rampini) ha messo in piedi un locale davvero piacevole e intimo, dove il cibo è di qualità e i prezzi moderati. Ottimo il pollo alla romana con i peperoni (16 euro), impeccabile la cicorietta ripassata (8 euro): sembra facile, ma è uno dei piatti romani più difficili e qui arriva cotto alla perfezione. Sui vini si può migliorare (poco o niente dal Lazio, per cominciare). Carbonara 13 euro. Coperto 2,5

tram tram milano via lazzaretto

Rugantino – Ticinese
. “Ricordète…che li sordi risparmiati ar mercato…li porti ar dottore!”. E vabbè, siamo sempre all’abuso della “simpatia” romana.
Via dei Fabbri 1 

Romoletto
 – Navigli Uno street food che propone i grandi classici romani, dalla pizza bianca (no, non è la focaccia) al supplì.
Corso di Porta Ticinese 14

Cacio & Pepe
Navigli. Cucina romana rivisitata. Cacio e Pepe 12 euro.
Via Gian Galeazzo 3

Nonna Maria Osteria  – Dateo. Citazione di prammatica per Aldo Fabrizi, poi il menu con il solito romanesco “li primi”, li dorci” etc. Aperta da dieci anni, gestita da un romano molto gentile, che parla romanesco. l “ciao caro” si sprecano. Anche qui, come Volemose bene, molta romanità pittoresca (e uno scudetto della Lazio), ma comunque l’atmosfera interna è piacevole. Amatriciana con troppa salsa e poco guanciale (12 euro)m , ma abbondante e accettabile. Vini al calice a 6 euro, di default. Abbiamo provato un Cesanese Pileum, anch’esso a 6 euro: considerato che su Etilika è a 7,9 euro, vuol dire che viene pagato tra i 3.e 4 euro. Capite anche voi che si tratta di un ricarico inaccettabile.
Via Fratelli Bronzetti 9

Cucina romana Ponte Milvio. Siamo in zona Porta Venezia e questo ristorante propone tutti i classici che si potrebbe aspettare. Anzi, i “piatti de Roma”. Carbonara 12 euro. C’è anche una gastronomia in via Procaccini.
Via Spallanzani 6

Osteria da Maurino. Tovaglie rigorosamente a quadrotti rossi per quest’osteria dove Maurino, romano vero, offre tutti i classici. Carbonara 11 euro.
Via Giulio Romano 15

Parioli. Parioli è un quartiere di Roma nord un po’ decadente con locali per lo più eleganti per una clientela danarosa. Questo Parioli milanese (in via Casati) non fa eccezione e propone “alta cucina, musica, eleganza”. Tutto alto, anche i prezzi: carbonara 18 euro.
Via Felice Casati 45

Fuori porta
Quinto Quarto – Monza. Un brianzolo,  Luca, e un romano, Nico, hanno dato vita a quest’osteria. Anzi Hostaria, che anche qui si punta molto sul romanesco tipico e un po’ pittoresco, menu compreso: “porpette ar sugo”, “arosticini boni”. Carbonara 12 euro.

Ristoranti romani a Milano

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