Otaleg a Trastevere Roma Tel. 338 65 15 450 Il 15 giugno 2018 è stato inaugurato, in via di San Cosimato, il nuovo Otaleg di Marco Radicioni, che fino a pochi giorni fa vantava il suo unico e storico punto vendita in via dei Colli Portuensi. Non si arrestano le nuove aperture a Trastevere, rione che si conferma un punto di riferimento di qualità per una gastronomia troppo spesso etichettata come “trappola per turisti”.
In un locale dal gusto francese, con pannelli e materiali in legno che ricordano le boiserie, Otaleg a Trastevere ospita 30 gusti di gelato (la metà rispetto ai 60 presenti nel negozio dei Colli Portuensi) e dà spazio ad una scelta di frozen yogurt e grattachecche.
Dietro a tutto questo, il padrone di casa Marco Radicioni. Passato il weekend di fuoco dell’apertura, Marco ci racconta il nuovo locale e della sua idea di gelato artigianale.
Parlaci del nuovo punto vendita. Cosa ti ha spinto ad aprire un’altra sede?
“Ormai è passato qualche anno dall’apertura del primo Otaleg, sentivo il bisogno di stimoli nuovi, di nuove sfide,. Poi io non riesco proprio a star fermo, è un’esigenza biologica, tra staticità ed evoluzione, scelgo sempre la seconda”.
Raccontaci come sarà. Troveremo delle novità?
“Non mi piacciono le repliche, quindi ho voluto differenziare le due gelaterie sia per l’estetica, sia per il prodotto.
Per il nuovo locale, ho tratto ispirazione dai miei viaggi in Francia: tonalità più calde, pavimento in legno e pannelli alle pareti che ricordano le boiserie. La vetrina sarà ventilata e non statica ed ospiterà 30 gusti, invece di 60, come accade nel negozio dei colli portuensi. Anche le materie prime utilizzate saranno diverse, a partire dall’acqua per i sorbetti , ma soprattutto sarà diverso il latte. Poi ci saranno due grandi novità: il frozen yogurt e la grattachecca“.
Gelato artigianale, termine che è ormai sulla bocca di tutti. Quali sono le caratteristiche?
“Per quanto mi riguarda, artigianale significa in primo luogo personale: quando creo un gelato ci metto il mio pensiero, il mio umore e non ultime le mie mani”.
È una definizione abusata secondo te?
“Non so se la definizione sia abusata, ma certo a volte ci propinano dei gelati chiamati artigianali, che di artigianale non hanno nulla.”
Il gelato buono e di qualità: ci aiuti a riconoscerlo?
“Evitare gelati dai colori troppo sgargianti e se possibile dare una sbirciatina al laboratorio. Anche trovare il gusto fragola a Dicembre non è segno distintivo di gelato di qualità. Ovviamente la vera prova sta nell’assaggio: il gelato non deve essere troppo dolce, tanto da far venire sete e non deve lasciare in bocca la sensazione di unto.”
Innovazioni, nuove tendenze del settore. Quale è il trend più in voga al momento nel mondo del gelato?
“Sinceramente non seguo molto i le mode, ma quello che posso dire e che oggi i consumatori sono molto più consapevoli e quindi a mio giudizio, l’innovazione che paga di più sta nella ricerca di prodotti che garantiscano una qualità ottimale.”
Come ti distingui da tuoi competitor? Penso in particolare a Grom e La Romana
“Penso che la distinzione più importante stia nella diversificazione del prodotto finale, per consistenza, testura e caratteristiche organolettiche.”
Il tuo gelato preferito?
“Adoro la liquirizia!”
…E tra quelli confezionati?
“I gelati confezionati mi ricordano l’infanzia! Ma non ne ho uno che preferisco.”
Otaleg, Via di San Cosimato 14A Roma, Tel 338 65 15 450. Aperto tutti i giorni da mezzogiorno a mezzanotte