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Orate fresche pescate ai piedi delle Alpi svizzere, praticamente fantascienza. E invece no: l’ultima invenzione della Ocean Swiss, una società di Zurigo, consiste nel riprodurre in tutto e per tutto l’ecosistema marino tanto da produrre 1400 tonnellate di pesce e frutti di mare all’anno.
Da dove nasce questa necessità di creare il mare dove il mare non c’è? È presto detto: gli svizzeri consumano il doppio del pesce rispetto a soli venti anni fa. Particolarmente amanti dei piatti a base di prodotti ittici, ne mangiano nove chilogrammi a testa ogni anno, per l’esattezza 72870 tonnellate in totale.
Per farci un’idea diamo un’occhiata ai dati Fao in merito: nel mondo si consumano in media 18,4 chili di pesce annui pro capite, ma la media sale se restringiamo il quadro al Vecchio Continente, noi europei infatti ne mangiamo ben 22 chili all’anno. In testa c’è il Portogallo con bene 60 chili, seguito dalla Spagna (49) e dalla Francia (33). Il Belpaese? Si piazza quarto: a fine anno ciascun italiano mediamente fra pranzi e cene ha incamerato ben 20 chili di pesce, non male. Gli svizzeri evidentemente si sono stancati di importare gamberi e ombrine, e hanno scelto di costruire degli specchi d’acqua salata a circuito chiuso nei prezzi di Lucerna dove allevare pesci e crostacei made in Switzerland.
Il gigantesco acquario si estenderà per 24mila metri quadrati e sorgerà a Buttisholz, un piccolo comune del cantone lucernese i cui prodotti faranno il loro ingresso nel mercato a partire dal 2016. Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente, dato che l’impianto sarà dotato, fra l’altro, di pannelli solari, cellule fotovoltaiche e di un moderno sistema per il trattamento dei rifiuti.
L’investimento è costato la modica cifra di 30 milioni di euro. Obiettivo: coprire una parte delle esigenze del mercato interno e “creare un prodotto certificato e identificato come svizzero, con uno standard di qualità elevato”, assicura Peter Zeller, portavoce della Ocean Swiss. Che aggiunge: “Oltre il 95% del pesce consumato in Svizzera è importato e prima di arrivare sulle nostre tavole viene trasportato in media per 2200 chilometri”. Il pesce del “mare svizzero”, invece, sarà totalmente a chilometro zero.