Che al buon Oscar Farinetti non manchi l’occhio per gli affari è cosa nota. Ma probabilmente i numeri di Eataly Roma sono andati oltre le migliori aspettative. A poco meno di sei mesi dall’apertura dei battenti del Terminal Ostiense rivisitato in chiave gastronomica, le cifre parlano chiaro: oltre 25mila visitatori al giorno, dei quali 5 mila scelgono di mangiare in uno dei ristoranti del centro commerciale (perché di quello si tratta, inutile cercare altre definizioni).
Numeri che danno lavoro a 616 giovani. Secondo le stime di Farinetti, a fine anno si potrebbe chiudere con lo stesso fatturato di New York che, come lui non si stanca mai di ricordare, è diventato uno dei “monumenti” più visitati della Grande Mela: 80 milioni, ma di euro, non di dollari come nel caso dell’Eataly americano. E Farinetti si sta attrezzando anche per ottenere il risultato di competere con il Colosseo o il Vaticano quanto a numero di visite dei turisti: un sapiente giro di collaborazioni con i tour operator capitolini ha iniziato a portare interi pullman di stranieri per una pausa pranzo con acquisti di souvenir gastronomici nel centro commerciale. Unico neo, denunciano da Eataly, le restrittive regole di trasporto dei cibi per via aerea, specialmente nei paesi extraeuropei. Come Farinetti ripete urbi et orbi, “a New York il culatello non lo posso portare”.