Giboulot, eroe anti pesticidi, condannato a 500 euro. La solidarietà dei produttori di Viniveri, a Cerea

giboulot condannato

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Emmanuel Giboulot, viticoltore della Borgogna, è stato condannato dal tribunale di Digione a 500 euro di multa per essersi rifiutato di di trattare le proprie terre con un insetticida usato per contrastare la flavescenza dorata, malattia contagiosa e mortale per la vigna, reso obbligatorio da una norma locale. Sabato, Giboulot era stato il protagonista di ViniVeri, la manifestazione dei vini naturali. E proprio da Cerea arriva la solidarietà dei produttori italiani. 

Giboulot, 51 anni, produttore che coltiva 10 ettari di vitigni Chardonnay e Pinot noir, rischiava una pena fino a sei mesi di prigione e 30.000 euro di multa. Il tribunale lo ha condannato a un'ammenda di 1.000 euro, di cui 500 con la condizionale. Nel 2013 una circolare della prefettura di Digione aveva imposto il trattamento dell'insieme dei vigneti della Cote d'Or con un pesticida contro la cicalina, un insetto che può provocare la flavescenza dorata. L'accusa aveva chiesto oggi al prefetto una multa di 1.000 euro contro il 'viticoltore biò per avere «commesso un infrazione penale non rispettando per scelta ideologica la circolare del prefetto».  
Intanto il viticoltore è diventato un eroe della causa ecologista: in sua solidarietà sono state create una petizione e una pagina Facebook e sono intervenute diverse associazioni ecologiste. Un comitato di sostegno formato tra gli altri dal partito Europe-Ecologie-Les Verts e da Greenpeace aveva chiesto di fare cadere tutte le incriminazioni giudiziarie verso i viticoltori «che fanno la scelta coraggiosa di promuovere altri approcci agricoli».

viniveri 2014 cereaSabato scorso, Giboulot era intervenuto al summit di Cerea, per ricordare a tutti la sua battaglia e ricevere sostegno durante un animato dibattito sulle norme di legge e la difesa dell'agricoltura bio. "Trovo scandalosa questa operazione di obbligare i contadini biologici o biodinamici a usare pesticidi chimici, credo sia un'operazione per distruggere l'immagine di chi difende l'ambiente – commenta la sociologa Silvia Perez Victoria, che a ViniVeri ha condotto il dibattito con Giboulot -. Cercano di demolire l'attendibilità di chi da oltre dieci anni lavora ad una agricoltura alternativa. E l'operazione è chiaramente condotta da un gruppo di potere che domina l'agricoltura in Francia, composto da ingegneri agronomi, Camera dell'agricoltura, ministero, organismi di ricerca e dal sindacato maggioritario Fnsoa. Tutti nemici dell'agricoltura biologica".
viniveri 2014 cerea"Per fortuna anche in Francia la situazione sta evolvendo – prosegue Perez Victoria – e lo dimostra il fatto che la condanna sia stata mite. Anche se Giboulot doveva essere assolto". Lo stesso Giboulot all'incontro di ViniVeri aveva detto: "C'è un problema di fiducia dei consumatori rispetto all'alimentazione, di consapevolezza e di necessità di conoscenza sull'uso di sostanze chimiche e di pesticidi in ciò che si mangia e si beve. Di ciò che si usa nel produrre il vino. L'immagine di vino sano che è sempre più debole e fuorviante. Se fossi stato da solo in questa battaglia, solo se non ci fosse stata questa grande mobilitazione e conseguente mediatizzazione sicuramente non ci sarebbe stato il cambio di approccio e atteggiamento da parte dell'Autorità sanitaria e degli Ordini professionali sull'uso dei pesticidi e non si sarebbe riusciti ad influenzare le ordinanze prefettizie su prassi agricole che hanno importanza sulla salute umana".

 

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