Coppelle: Riccioli via, arriva Maxelâ

Riccioli cafè per anni è stato uno dei ritrovi più in del centro storico, per prendere un aperitivo all'aperto, mangiando del buon pesce crudo. A settembre un primo cambio di rotta, con il tentativo di trasformarlo in qualcosa di più, una trattoria di lusso. La qualità buona, i prezzi per nulla incoraggianti: 18 euro per un piatto di scialatiello, 30 per un crudo non molto abbondante. Ora Riccioli Caffè è giunto a fine corsa: lo chef-propietario Massimo Riccioli (titolare anche della Rosetta e di Rosticcerì) è troppo impegnato a gestire la sua nuova creatura londinese (chiamata "Massimo", per sfruttare ogni parte del sue nome). E così ha dato in affitto il suo locale e dalle macerie del Riccioli Cafè è spuntato Maxela, aperto da venerdì scorso a pranzo e cena (chiuso la domenica), veranda compresa. Dal pesce crudo alla carne, un cambio di rotta totale. Maxela è una catena di ristoranti-macelleria, con enormi pezzi di carne ben in vista nel bancone all'ingresso.

Fondato da tre soci genovesi, Maxelâ (il nome viene dal dialetto genovese e significa macellaio), punta tutto sulla carne e sul vino. A Roma ha una sede storica in Borgo Vittorio ed è presente anche, oltre che a Genova, a Milano, Livorno, Rimini, Torino, Modena. Carni a “filiera corta”, come impone la moda, e utilizzo del cosiddetto metodo Costa, dal nome del macellaio genovese Roberto Costa.
Sostanzialmente vengono preparate solo carni provenienti direttamente da piccoli allevamenti piemontesi, passando dal macello di riferimento, senza nessun altro intermediario. La carne arriva in ogni ristorante e li viene ultimata la frollatura dai singoli macellai che procedono alla preparazione dei tagli.
La carne viene  condita solo con ingredienti essenziali come olio extravergine, sale grosso e pochi altri prodotti scelti stagionalmente. Nel bancone, carne di razza Fassone, frollata a temperatura controllata da +0 a +4 gradi centigradi da 15 a 30 giorni. 
L'ambiente interno avrà tutte le caratteristiche degli altri locali gemelli, a ricordare la "genovesità" dell'origine: i piatti di ceramica alle pareti e la “picagetta” usata al posto del tovagliolo. 

3 Commenti

    • Andremo e vi faremo sapere. Intanto dal sito c’è un elenco, che riporto:
      I Rossi del Maxelâ
      Poggio alla scottona
      Guado al Tasso
      Tignanello
      Barbaresco
      Marchese Antinori
      Bruciato
      Torcicoda
      Pèppoli
      Mompertone
      Tellus
      I Bianchi del Maxelâ
      Bramito del Cervo
      Col de’ Sallici -extra dry

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