Da Etta a Roma, nel locale all day long di Trastevere dolci fatti in casa, cucina familiare ed enoteca

La sala con la credenza per il pranzo domenicale da Etta

Da Etta a Roma. A Trastevere non è facile trovare pezzi di rione che sfuggono alla movida selvaggia, ma questo non vale nel caso dell’affascinante, tranquilla e romantica piazza in Piscinula, che sorge davanti all’Isola Tiberina. Qui si trova Da Etta, un rifugio pronto ad accogliere i suoi clienti in ogni momento della giornata. Dietro l’apertura del locale, avvenuta nell’aprile 2023, c’è un gruppo di soci con alle spalle attività di successo (La Buvette, Dillà, Santovino, Vanda). Da Etta rappresenta una sintesi e un’evoluzione dei vari progetti, dove chi entra deve sentirsi a casa, coccolato dalla colazione al dopocena.

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Un locale familiare e amichevole

Il nome “Etta”, diminutivo tipico romano, evoca l’atmosfera familiare e amichevole che si respira tra queste mura, dove è possibile trascorrere anche una giornata in smart working. “Questa parte di Trastevere è ancora frequentata dai romani e persistono attività gestite dalle vecchie famiglie romane. Abbiamo trovato in questo posto la location giusta per dare un’offerta a 360°”, ci spiegano. “Segue una linea più friendly rispetto a quella di Piazza di Spagna (con la Buvette, ndr), perché comunque ci troviamo in un rione più popolare”.

“Il nome Etta – continuano – racchiude molte cose. Oltre al diminutivo romano, perché qui finisce tutto in ‘-etta’, dalla fraschetta alla bruschetta, è un omaggio alla cantante jazz Etta James. Non ultimo, c’entra il fatto che sia legato a qualcuno vicino alla nostra famiglia”. La ratio che ha spinto all’apertura dell’insegna è chiara e definita: “Questo è un posto dove le persone possono venire dalla mattina alla sera, stare in famiglia, venendo trattate un po’ con i guanti bianchi, senza distacco, ma con accuratezza”. Ritorno alle origini e tradizione, con un occhio alla modernità, sono concetti che risuonano nelle parole dei soci.

Da Etta a Roma: l’ambiente

Quello di Da Etta è un ambiente spazioso, forte dei suoi 400 metri quadri che comprendono ben cinque vetrine su strada, dal civico 42 al 47, per un centinaio di coperti tra interni ed esterni, con un ampio dehors sulla piazza, che è un punto di forza, soprattutto durante la bella stagione. Il locale ha diverse entrate, ma gli spazi restano in comunicazione tra loro. Partendo da sinistra, c’è quello dedicato al bar, con un grosso bancone e tavolini dove consumare la colazione, un brunch, un pranzo veloce o l’aperitivo.

Nell’area bar si trova anche un laboratorio di pasticceria di 40 metri quadri dalle porte indaco (nella foto a inizio paragrafo), regno della pastry chef Selene Coppotelli. Seguono le sale del ristorante, gestite dal restaurant manager Massimo Giovinazzo, accuratamente arredate con tavoli in legno di varie misure e tutte intorno le numerosissime bottiglie di vino che arricchiscono funzionalmente le pareti del locale. Chicca del ristorante, il tavolo vicino a una grossa dispensa con porcellane e bicchieri a vista, pensato per ricreare l’atmosfera del pranzo domenicale, oggi apprezzatissimo dai clienti.

La proposta all day long

Da Etta è aperto dalle 8 di mattina a mezzanotte. Una modalità di lavoro già messa in pratica in locali come la Buvette e perseguita per venire incontro alle esigenze di tutti, non solo turisti. Non una scelta dettata dalla tendenza attuale dei locali a restare aperti tutto il giorno. “Sono 25 anni che lo facciamo, da quando abbiamo avviato le nostre attività, abbiamo sempre aperto a orario continuato. Fa parte del rischio imprenditoriale di un’azienda che vuole dare un servizio al cliente e fidelizzarlo in tutti gli orari“, sottolineano i soci.

Bar, bistrot, sala da tè, cocktail bar, ristorante gastronomia per chi torna a casa e ha necessità di acquistare qualche piatto o ingrediente: le anime dell’insegna sono molte. Grazie al laboratorio dei dolci è inoltre garantita l’autoproduzione dei lievitati e degli sfogliati al mattino, tutti realizzati da lievito madre. Quando assaggi il nostro cornetto, si sente la differenza. Poi ci sono i dolci espressi. Una pasticceria semplice, che non stravolge la tradizione. Non vogliamo stupire, ma garantire una quotidianità, aggiungono.

Cosa si mangia da Etta

Un piatto di pasta di Da Etta a Roma

“La semplicità nel piatto”. Gli imprenditori dietro Etta hanno le idee molto chiare quando ci parlano della proposta culinaria. “Quello che è arzigogolato non fa parte della nostra proposta. Possiamo fare esperimenti, variazioni, ma ciò che conta è che il cliente venga qui per trovare quei piatti che anche se mangiati tutte le settimane non vanno a noia”. Un tuffo negli anni Settanta, Ottanta, quando si usciva a pranzo per condividere un pasto in modo conviviale. Chi mette in pratica questa filosofia concretamente è il giovane chef Flavio Amilcari che, insieme al sous chef Giorgio Vitali, porta a tavola ciò che lui stesso mangerebbe e cucinerebbe per la sua famiglia.

Un piatto di Da Etta Roma

Nel menu, che cambia quattro volte all’anno, seguendo la stagionalità, tra gli starters c’è il carciofo alla giudia su fonduta di pecorino, salsa di rapa rossa e alici, con pesto di basilico (12). Per le paste, oltre ai primi della tradizione romana: carbonara, cacio e pepe, gricia e amatriciana (tutti 14), ci sono questo mese le fettuccine con fave, guanciale e pecorino (16) o  la variante con vignarola (18). Per i secondi, costolette d’agnello panate e fritte con mayo alla cacciatora (24) o baccalà cotto a bassa temperatura con pelle soffiata, olive e zuppetta di peperone (24). Se si vuole chiudere in dolcezza, c’è la tarte tatin mandorla e vaniglia (8) o un profiteroles zabaione e caffè (9).

La cantina di Da Etta

La cantina del ristorante Da Etta a Roma

La proposta beverage del locale è imponente e conta oltre 2.200 etichette, selezionate dal sommelier Gaetano Di Maria. La carta dei vini potrebbe spaventare il cliente per la sua grandezza, essendo un volume enciclopedico dove c’è un po’ di tutto, dal prestigioso Barbaresco DOCG di Gaja, un rosso granato intenso con riflessi aranciati, al Barolo di Tomaso Gianolio, rubino tendente al granato, per fare qualche nome. Almeno 18 i vini in mescita tra bollicine, bianchi, rossi, internazionali, parte dei quali disponibili per l’aperitivo.

Il nostro obiettivo è far fare un percorso volto a conoscere il mondo del vino. C’è uno studio per ogni regione, alcune attirano maggiormente il pubblico come il Piemonte, la Toscana o il Veneto. Ma abbiamo in carta anche vitigni e cantine poco conosciuti. Andandoli a visitare ci siamo resi conto che garantiscono la stessa qualità dei grandi. Sono quelle in cui parli vis à vis con il produttore”. I vini naturali ci sono, ma non sono la parte centrale della proposta: “Ci piace spiegare di più la vastità di un vitigno, che può nascere anche in aree limitrofe e cambiare in base a dove viene prodotto, come oggi nel caso dell’Etna, dove c’è un’esplosione di varietà di cantine e non tutte sono uguali”.

Da Etta. Piazza in Piscinula 42-47, Roma. Tel. 06 581 6249. Sito. Instagram.

 

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