Le birre dell’estate 2019: dalla Messina, ai Cristalli di sale, alla Gaudium fino all’Ichnusa non filtrata

Birra Messina Cristalli di sale

Le birre dell’estate 2019. C’è stato il boom delle birre artigianali e c’è ancora, anche se non manca chi le detesta. Ci sono le sempreverdi delle multinazionali, dalla Beck alla Corona. Ma ci sono anche le birre locali. Prodotti di qualità, che esistono da anni e che si fanno strada sempre di più nei gusti dei consumatori. D’estate, nelle nostre vacanze, è più facile riscoprirle. E in attesa di farci il pieno di studiare alla neonata Università della Birra a Milano, vi raccontiamo tre birre di cui si parla parecchio quest’anno: dalla siciliana Birra Messina, che ha appena creato la Cristalli di Sale, all’abruzzese Gaudium, all’Ichnusa, che aumenta il suo successo già notevole con la Non filtrata.

Birra Messina Cristalli di Sale – Sicilia

Birra Messina Cristalli di Sale

Definirla portatrice di ottimismo non è affatto sbagliato. La sua storia ne è la reale dimostrazione: iniziata nel lontano 1923 e poi di nuovo quest’anno, grazie all’accordo tra 15 ex dipendenti della storica fabbrica Birra Messina, la cooperativa Birrificio Messina e Heineken che torna sull’isola dopo diverso tempo. Tra le nuove birre che rappresentano questa voglia di rinascere, c’è la Birra Messina Cristalli di Sale in commercio dalla fine marzo 2019 e protagonista negli scaffali dei supermercati e nei frigoriferi dei bar. Al di là del gusto soggettivo, non si può dire che l’investimento sia stato di poco conto. Ma veniamo alla sua particolarità. Agli ingredienti classici – acqua, malto d’orzo, luppolo, lievito – i mastri birrai messinesi hanno voluto aggiungere quel dettaglio per fare la differenza e che hanno voluto ben marcare anche nel nome, ovvero i cristalli di sale provenienti dalla zona del trapanese. È un birra bionda mediamente leggera, 5% vol., caratterizzata dalle note floreali e fruttate (agrumi di Sicilia) riconoscibili all’olfatto, oltre a sentori speziati in chiusura. Ma è grazie ai cristalli di sale che il gusto morbido e pieno si fa riconoscere pienamente, lasciando una piacevole sensazione di freschezza. La Birra Messina Cristalli di Sale vuole essere riconoscibile e facile da bere, un po’ come i siciliani: così generosi e accoglienti, ma fieri e gelosi della loro marcata identità.

Stile: Lager puro malto, 5% vol.

Colore: dorato, naturalmente opalescente 

Schiuma: bianca, compatta, persistente

Gusto: morbido, fine ed equilibrato

Aroma: floreale, fruttato

Temperatura di servizio: 3-5°

Gaudium – Abruzzo

Birra Gaudium

Al Birrificio Ordeum dicono che è la passione l’ingrediente più importante per la produzione di una birra di qualità. Sono anche promoter del bere bene, in quel di Chieti e provincia: fieri delle loro birre artigianali, crude, non pastorizzate, senza conservanti e realizzate con materie prime a km0 perché provenienti dai terreni dall’azienda (per chi fosse interessato, hanno anche un frantoio). Tra le tendenze estive vogliamo inserire la loro Gaudium, 7,5% vol, ambrata. A vederla ricorda decisamente il caramello, che si sente anche nel profumo, insieme agli aromi della frutta secca. Schiuma beige, piuttosto compatta e persistente. La presenza dello zucchero tra gli ingredienti la fa sembrare inizialmente dolce, segue l’amaro del luppolo e, infine, un retrogusto erbaceo che ne mette in evidenza la personalità. Ideale da sorseggiare in un calice a tulipano.

Stile: Strong Ale, 7,5% vol.

Colore: ambrato carico

Schiuma: beige, compatta, persistente

Gusto: morbido, dolce, amaro nel finale

Aroma: caramello, frutta secca

Temperatura di servizio: 8-10°

Ichnusa Non Filtrata – Sardegna

Ichnusa non filtrata

Un nome che per qualcuno nasce da un’antica leggenda, direttamente al momento della creazione. Più concretamente parlando, sembra essere il termine con i cui i Greci indicavano la Sardegna. Fine della poesia. La realtà è che il mistero del nome serve a poco se già di per sé il prodotto parla della propria terra e ne rappresenta appieno l’identità dal 1912. Il colore giallo paglierino con riflessi dorati, la schiuma bianca, fine e persistente, e il buon equilibrio sia olfattivo che gustativo (mix di note dolci dei fiori bianchi e più amaro del luppolo e dei cereali) rendono Ichnusa la migliore amica di tutti, specialmente in estate. E se la classica è ormai una certezza, sta diventando sempre più apprezzata anche l’Ichnusa non filtrata. Piccola parentesi (pseudo) tecnica. Per filtrazione si intende quel processo che separa le fasi solide dal liquido in cui andrebbero disperse. Nel caso specifico della birra, la filtrazione entra in gioco per eliminare i depositi dei lieviti che restano dopo la fermentazione secondaria. Torniamo a parlare di quello che ci interessa. L’Ichnusa non filtrata è una birra corposa, da 5% vol. (poco sopra la classica, 4,7% vol.), realizzata con puro malto d’orzo. Alla vista appare ovviamente più velata e meno limpida in quanto non filtrata e con i lieviti rimasti. Nonostante il gusto morbido, la presenza delle cellule integrali di lievito garantirà il tipico aroma di crosta di pane, che si sente in ogni pastificio. Ed è per questo che, sul finale, la nota amara sarà accentuata. Le due birre, classica e non filtrata, si distinguono anche per la forma della bottiglia, che ne fa percepire le caratteristiche, proprio come le due bionde fanno con il territorio sardo.

Stile: Lager, 4,7% vol.

Colore: dorato

Schiuma: bianca, compatta, di grana fine

Gusto: moderatamente amaro

Aroma: floreale, sentore di luppolo

Temperatura di servizio: 3°

 

Stile: Lager non filtrata, 5% vol.

Colore: dorato

Schiuma: bianca, persistente

Gusto: moderatamente amaro

Aroma: fruttato con un leggero sentore di luppolo e crosta di pane

Temperatura di servizio: 3°