Food Maps, il mondo mappato attraverso il cibo

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Si chiama Food Maps ed è un progetto che mappa i Paesi attraverso i loro prodotti tipici. Il mondo raccontato attraverso il cibo. No, ancora di più: il mondo vissuto, fotografato, composto e ridisegnato attraverso il cibo. È questo il concetto alla base di “Food Maps” il progetto artistico-gastronomico creato dal fotografo neozelandese Henry Hargreaves e dalla food stylist statunitense Caitlin Levin (questi i suoi profili su Twitter e Instagram) un tandem di creativi che da oltre un decennio collabora mettendo insieme le proprie competenze e le proprie passioni per iniziative come questa. «Queste mappe di cibo – sottolineano gli autori sul sito dell’iniziativa – erano originariamente ispirate alla passione per il viaggio. Perché esplorare i nuovi posti attraverso il cibo che mangi è spesso il modo per entrare nella complessa identità culturale di quel luogo».

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I due artisti hanno costruito una cartina fisica di alcune nazioni e continenti, utilizzando i “cibi iconici” di quei luoghi: mappe che sono poi state immortalate dall’obiettivo di Hargreaves. Così gli Stati Uniti di America sono rappresentati con una serie di diversi tipi di cereali, l’Australia con i gamberetti, la Cina con i noodles, la Francia con formaggi e pane, il Giappone con le alghe, l’India con le spezie, l’Africa con le banane, la Nuova Zelanda con i kiwi, il Sudamerica con gli agrumi e il Regno Unito con i biscotti: «Chi va in Francia senza mangiare pane e formaggio? E chi prepara una caipirinha brasiliana senza una manciata di lime?», sono stati alcuni dei commenti degli autori per spiegare le loro scelte.

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Ovviamente in un progetto globale sul cibo non poteva mancare l’Italia; il nostro paese è stato rappresentato con diverse tipologie di pomodori: «Queste mappe mostrano anche come il cibo ha viaggiato attraverso il globo, diventando parte integrante della cultura di paesi diversi da quello d’origine. Tutti sappiamo che i pomodori arrivavano dal continente americano, ma ora è l’Italia a essere il re di questo prodotto». Insomma, una sorta di gioco artistico anche se con una precisa filosofia di fondo: «Questo progetto parla di come il cibo unisca le persone, le tenga insieme e le aiuti a comunicare. Qualcosa che speriamo possano fare anche le nostre mappe». (Immagini dal sito hargreavesandlevin.com)

© Il Fatto Quotidiano / Puntarella Rossa

A cura di Fps Media