
Bere birra a Bruxelles. Che la birra artigianale vada di moda è certamente noto a tutti. Ultimamente proliferano birrifici nostrani come funghi e la vecchia Heinekein, tradizionale compagna di serate goliardiche, è stata messa al rogo. Avete fatto caso al fatto che viene organizzato un festival a settimana? Immagino di sì. Chi di voi non ha ancora assistito ad una cotta pubblica? Mi sa tutti, o quasi. Sapevate che esiste anche la birra per i celiaci? Certo che lo sapevate. Eppure noi italiani siamo una cultura giovane in quanto a tradizione brassicola. Open Baladin, tanto per fare un nome reduce da svariate polemiche, è un fenomeno degli ultimi anni. Quello che invece vorrei raccontarvi oggi è cosa c’è all’estero, precisamente dal Paese considerato la bandiera nel fare birra. Non mi riferisco alla Lager, perché avrei citato certamente la Germania. E nemmeno alla Stout, il cui primato è probabilmente detenuto dall’Irlanda. Parlo della birra Trappista, ossia una Ale (birra ad alta fermentazione). Il nostro focus si concentra dunque sul Belgio.
Cominciamo con lo sfatare luoghi comuni e dare delucidazioni sulla distinzione tra Birra Trappista e Birra d’Abbazia: la prima è un prodotto proveniente da uno degli otto monasteri trappisti esistenti al mondo (di cui ben sei in Belgio) e viene fabbricata dagli stessi monaci, oppure sotto il loro diretto controllo.
Le abbazie, ossia i marchi di birra Trappista esistenti, sono Chimay, Achel, Orval, Westemalle, Rochefort e la rarissima Westvleren (più la Trappe, prodotta in Olanda). La birra Trappista, per esser considerata tale, deve rispettare un disciplinario:
1) Essere prodotta all’interno di un’abbazia Trappista
2) Il suo processo produttivo deve svolgersi sotto il controllo diretto della comunità monastica
3) I ricavi delle vendite devono essere utilizzati dall’Ordine per perseguire atti caritatevoli
La birra d’Abbazia è tutt’altra cosa: viene preparata rispettando l'autenticità e la tradizione artigianale monastica, ma il collegamento con le abbazie è in molti casi venuto meno, e la maggior parte di queste birre sono prodotte dietro concessione di licenze rilasciate dalle abbazie stesse, che prevedono lo sfruttamento del solo marchio o la produzione nel rispetto delle antiche ricette. I due tipi di birre sono diverse per grado alcoolico e fermentazione. Generalizzando possiamo dire che probabilmente ordinando una birra d’abbazia ci troveremo nel bicchiere una bevanda più alcolica e corposa.
Ma dove bere buona birra a Bruxelles? Eccovi una miniguida.
A la Mort Subite
Questo centralissimo locale della capitale, letteralmente un’istituzione frequentata sia dai locali e sia dai turisti, deve il suo nome al fatto che, agli inizi del Novecento, gli impiegati belga venivano a mangiare durante la loro pausa pranzo e si sfidavano a 421, un gioco di carte. L’ultima mano della partita, prima di tornare di corsa al lavoro, veniva soprannominata la mort subite.
Qui potete trovare tutte le birre trappiste e d’abbazia e, naturalmente, “La Mort Subite”, una Gauze, (birra belga a fermentazione spontanea), ricavata dalla miscelazione di vari tipi di birre Lambic. Può essere aromatizzata, per macerazione, con vari tipi di frutta. Tra le più note, la Frambozen (lampone), ma si producono anche birre alla pesca, al ribes, al mirtillo, alla banana.
Delirium Cafè
Poco distante dalla Grande Place, questo posto, il cui simbolo con l’elefante rosa lo ha reso famoso nel mondo, vi farà innamorare: musica rock dal vivo, una quantità di spine esagerata e altrettanta di birre in bottiglia: propone, infatti, una lista con più di 2400 varietà.
Al piano terra il Delirium Taphouse è specializzato in biire alla spina. Al primo piano si trova il Hoppy Loft, specializzato in birre speciali. E’ difficile che troviate un belga in questo locale, ma vale certamente il viaggio.
Moeder Lambic
Qui l’atmosfera è più tranquilla che al Delirium, ma la varietà è all’altezza.
Col suo rassicurante motto “Beer is the answer” permette di scegliere tra due delle sue sedi: Chez Moeder Lambic Original, a rue de Savoie, e Chez Moeder Lambic, a place Fontainas.
A la Becasse
Piccolo pub senza troppe pretese estetiche, qui vale la pena provare un Lambic, una Gueuze oppure una Kriek, ossia un Lambic prodotto con l'aggiunta di una particolare varietà di amarena (da cui il nome kriek, in fiammingo), dalle dimensioni più piccole rispetto alle varietà italiane, di colore rosso scuro e dal gusto amaricante ed asprigno.
Come accompagnare la birra a Bruxelles?
Quello che va per la maggiore sono le Frites (patatine fritte) e le Moules, o Mosselen in fiammingo (cozze). Per le Frites, consigliamo Maison Antoine, in place Jourdan, istituzione da ben tre generazioni. Ma per un pasto che si rispetti, gli indirizzi da non perdere in quanto a gastronomia brusselese sono:
Nordzee – la mer du Nord
Tendone blu cobalto e un banco di pesce fresco tra cui scegliere cosa farsi cucinare espresso. Fate le vostre ordinazioni, lasciate il nome, prendete un muscadet fresco e vi scegliete un tavolo (senza sedie) o attendete il piatto sul bancone in acciaio. Cosa si può ordinare? Un trancio di pesce spada o di tonno perfettamente scottato su un solo lato condito con prezzemolo, finocchietto, zenzero e pepe in grani. Oppure dei cannolicchi appena scottati al pesto e prezzemolo. Oppure anelli di calamari fritti. O ancora burger di granchio su pane bruscato e germe di grano. Chiaramente frutti i mare, come le immancabili cozze e le intramontabili ostriche. Dieci e lode.
L’originale lo trovate a rue St Catherine, mentre la nuovissima seconda sede, inaugurata appena lo scorso 10 ottobre, è in rue de Luxembourg.
La Fin de Siècle
A Rue des Chartreux c’è sempre da aspettare. La colpa è di questo gioiellino che fa ottima cucina belga. Ma niente paura: prendete una buona birra, aspettate qualche minuto e il vostro tavolo sarà pronto.
Il menu è a vista sulla grande lavagna e prevede tra le diverse specialità tradizionali la Carbonnade Flamande, ossia spezzatino di manzo cotto nella birra Chimay blu, e il Lapine à la Kriek, stufato di coniglio aromatizzato alla birra.
Amadeo
Sedici euro per costolette di maiale a volontà. Si chiamano Spareribs, sono condite con salsa barbeque ed accompagnate da una patata al cartoccio al curry e dell’insalata. Ovviamente innaffiate da una buona Leffe oppure dalla grande bottiglia di vino (semiscadente, va precisato) della casa che già trovate sul tavolo. Atmosfera anni '20 incantevole.
Ricapitoliamo: ordinate la vostra prima costoletta, che definire gigante è dir poco visto che nemmeno entra nel piatto. E continuate ad ordinarne fino a che non ne avete abbastanza. Facile. Indolore non lo so però.
E qualcosa di dolce?
Bruxelles è piena di cioccolaterie, ma nessuno batte Pierre Marcolini. Si possono comprare confezioni o pezzi sciolti di ogni sorta di fondente, al latte, cioccolato speziato, oltre a un vasto assortimento di macaron. Moderate le quantità, non tanto per la bilancia quanto per il portafoglio. Last but not least: le Gaufres, ossia i waffle belga, che trovate ad ogni angolo. Innaffiate sempre con della buona birra. A votre santé!