Chiudono Sala Bistrot e Sala del Vino a Milano, ma arriva Monopole, ecco perché.
La notizia ha gettato nello sconforto parecchi, compreso chi scrive. Perché questi due locali a Milano erano una sorgente di acqua fresca (e di vino) in un panorama spesso ingessato, talvolta eccessivamente patinato e senza troppi guizzi. E dunque sapere che due dei nostri posti preferiti – Sala Bistrot, in via Prina, e la Sala del Vino, all’Ortica – da settembre (o poco prima) hanno chiuso è stato un duro colpo. Non è un caso che la cosa sia avvenuta in contemporanea. Perché se alla Sala Bistrot c’era al comando Carlo Maldotti, mentre a guidare la Sala del Vino c’era la sua compagna, Noemi Sala (potremmo dire il contrario, per non rischiare accuse di maschilismo: Carlo, compagno di Noemi). E allora ci siamo fatti una chiacchierata con Carlo, per elaborare il lutto, capire cos’è successo e che cos’è questo Monopole che è sorto sulle ceneri dei due locali.
Carlo, che è successo? Ci fate piangere.
“Ma no, niente di grave. Il fatto è che io e Noemi siamo due sommelier e quindi abbiamo pensato che era il momento di dedicarci al nostro lavoro, che non è esattamente quello della ristorazione”.
Ma ve la stavate cavando piuttosto bene, mi pare.
“Beh, i locali erano in attivo, altrimenti non avremmo chiuso con tanta facilità. Bisognava pagare i dipendenti e i fornitori. Funzionavano, erano pieni. Al bistrot spesso dovevo respingere gente. A un certo punto abbiamo avuto la tentazione di aprirne un terzo”.
Ma allora, perché chiudere tutto?
“Perché siamo giovani e abbiamo pensato che fosse il caso di progettare il futuro, prima di farci logorare dalla fatica quotidiana di due locali così impegnativi. Quando abbiamo aperto la Sala Bistrot, eravamo indecisi se investire nella casa o in un locale e abbiamo scelto il secondo. Erano tempi favorevoli, nel 2021. Ora La Sala Bistrot è stata ceduta, La Sala del Vino è chiusa, ma ci serve da magazzino: tra l’altro in questo momento ci sono lavori nello stabile e nel cortile. Così abbiamo messo le basi di Monopole”.
E cos’è dunque, questo Monopole? Un nuovo locale?
“No, è un e-commerce di vino. Diciamo che sfruttiamo le nostre capacità di sommelier, il magazzino di referenze che abbiamo accumulato in questi anni e i depositi dell’Ortica e di Carugate”.
Sarà costato un sacco di soldi?
“No, abbiamo fatto tutto in casa. Io ho creato la piattaforma, lavorando su Shopify. Ho fatto le foto, scritto le descrizioni. E ho persino creato il logo con Adobe Illustrator. Abbiamo messo a frutto le nostre soft skill. Io vengo da Spazio di Niko Romito, ma mi diletto in fotografia e computer. Noemi era una manager marketing dell’aspirina e quindi sfrutterà le sue capacità anche nella vendita”.
Sono ammirato. Le consegne non le fate voi, spero.
“Invece sì, a Milano consegniamo io e Noemi. Per il resto d’Italia ci pensa Bartolini”.
Torniamo alla decisione di chiudere. Avete scelto all’improvviso?
“No, erano sei mesi che ci pensavamo. C’era la voglia di costruire qualcosa di nuovo, di solido, che potesse reggere, prima di esaurire le energie. Poi Noemi deve fare il diploma di quarto livello del Wset, il corso di vino più importante del mondo, e dovrà andare una settimana al mese a Londra. E così a gennaio abbiamo deciso: due o tre mesi per mettere in piedi il tutto e a maggio siamo partiti con Monopole. Che sarà la base del progetto futuro”.
Ah, dunque il punto di partenza, non di arrivo. Pensate a un nuovo ristorante?
“Non so, vedremo. In futuro non escludo che si possa aprire qualcosa di più centrale. Ma qualcosa di più diurno. Non una vineria, piuttosto qualcosa che abbia a che fare con la degustazione e la divulgazione. Ma vediamo. Intanto c’è Monopole, che sta già funzionando bene”.
Non facile un e-commerce. Ci si confronta con potenze economiche, bisogna avere molti soldi da investire nelle piattaforme.
“Per ora gira già molto bene e stiamo crescendo anche nel posizionamento seo. Poi partiamo da vini che già abbiamo e quindi siamo avvantaggiati”.
E che vini. Basta farsi un giro sul sito – lo trovate qui – per capire che si tratta di un signor sito. Anche più divertente dei soliti e-commerce ai quali siamo abituati: tra le voci ci sono “Le chicche di Noemi“, “I preferiti di Carlo“, “Etichette belle“, “Compra e dimentica”, “Stappale subito“, “La freschezza”, “Tutto natura”.