
Ciciarà Milano, la trattoria di piazza santo Stefano che stavamo aspettando (menu e prezzi). Il Duomo, piazza Santo Stefano, via Larga, non sono tradizionalmente luoghi dove trovare trattorie e osterie di qualità a prezzi modici e anche per questo l’arrivo di Ciciarà ha portato una ventata di aria fresca. Da fuori si vede una sala non molto grande con dei tavoloni di legno, una parete a mattoncini sbreccati, lampade a sospensione, un bel pavimento a esagoni, un grande specchio orizzontale antico e una vetrina con decorazioni vagamente futuriste. Ma le sale sono due, perché sotto c’è un’altra ampia sala, che ha la stessa caratteristica di quella di sopra: si sta bene.
Scopri i migliori ristoranti di Milano
Ciciarà Milano
E forse questa è la prima impressione che resta di Ciciarà Milano, quando ci si siede. Si sta bene, in un ambiente caldo, informale, rilassato, luminoso. Sopra è forse più adatto alle tavolate, è più vivace e rumoroso, sotto un po’ più tranquillo. Ma non è solo questo Ciciarà, che non a caso vuol dire chiacchierare. La vera novità si vede leggendo il menu, che è a cura dello chef Michele Mette. E allora proviamo a esplorarlo.
Antipasti. Uno si aspetta salumi e formaggi misti, caprese, tartare di manzo, polpette etc. E invece: formaggio di Borgo Affinatori (10 euro), mocetta di pecora e giardiniera (10 euro), Rutabaga, pere, cavolo cappuccio e maionese di grano saraceno (12), caco mela, bottarga e crema di cavolfiore (14), cruda delle vacche erranti, noci verdi (12), crostone nero toscano (12), il nostro prosciutto cotto, maionese alla senape e pasta fritta (12), terrina di lago, verdure all’agro e kiwi giallo (14). Insomma, la prima cosa che si nota è l’originalità dei piatti, la cura nella scelta delle materie prime e dei fornitori e il rispetto della stagionalità.
Poi, certo, bisogna mangiarli. E l’esperienza non delude affatto, anzi. Ottima la mocetta, che è un salume valdostano che ricorda un po’ la bresaola.
Noi proseguiamo con le tagliatelle al ragù con l’ossobuco, che sono spettacolari. Pasta fatta in casa, morbida e ruvida al punto giusto e ragù saporito e fuori dalla norma. Tra gli altri primi c’erano i tagliolini al tartufo nero (30 euro), spaghetti catalogna e pecorino sardo (15), risotto al siero e pasta di noci (15), seupa a la vapelentse (14).
La sostenibilità, parola insopportabile, è però tradotta bene nel menu: tagli di carne poco usati, con animali che provengono tutti da piccolo allevamenti super controllati; pesci d’acqua dolce e verdure di stagione.
Ecco la lista dei secondi che abbiamo trovato nella nostra visita, come sempre in incognito: salmerino al latte, erbe e limone salato con contorno a scelta (22 euro), arrosto di asino con contorno a scelta (20), tagliata di toro con contorno a scelta (22), verza arrostita e topinambur (17), carciofi fritti e cagliata di rapa (17), boulangère di patate, porro in conserva e salsa bordolese. I contorni, tutti a 5 euro, sono scarola ripassata, polenta e insalata di cavolo cappuccio.
Come si vede, l’altra bella novità sono i prezzi. Non stracciati, perché comunque la qualità si paga sempre. Ma equilibrati e corretti. Una bottiglia d’acqua piccola costa 2 euro, una grande 3 euro, il caffè 2, il coperto 2.
Ah, dimenticavamo, i vini. Splendida selezione, molti naturali, ricarichi corretti. Il prezzo minimo per bottiglia, sia bianchi che rossi, è 25 euro. Tra le etichette, Franco Rocca, Casina Bric, Arpepe, Pranzegg, Podere Roseto, Emilio Vada, Marco Sara. E per chiudere molti amari e infusi artigianali, come raramente si trovano nei ristoranti, e cocktail. Fanno tutti bella mostra nella sala sotto, dove c’è anche un grande neon con “prisecolen” etc (Celentano, per i più giovani). Sopra, all’ingresso, c’è anche un bancone. Servizio giovane e professionale.
Ciciarà Milano, piazza santo Stefano 8. Tel 02 8417 8681
Aperto pranzo e cena (chiude alle 22.30), chiusura lunedì e domenica sera
Commenta per primo