Lo scontrino del Singita, per nulla scandaloso, e il populismo gastronomico. La parola populismo è abusata, ma stavolta la usiamo per applicarla a questa specie di scandalismo gastronomico al quale ci hanno abituato i social, perché alimentare il rancore della gente che commenta gli scontrini – con “incredibile, un salasso” “devono chiudere” ” sono tutti ladri” – è un esempio perfetto di cosa sia il populismo, tutto di pancia niente di cervello, si sobilla la rabbia della gente, la si porta a credere che tutti vogliano fare i furbi, tutti vogliano guadagnare alle nostre spalle. Del resto come hanno reagito molti quando c’è stato il Covid che ha messo a dura prova i ristoratori: “Se lo meritano, con tutti i soldi che hanno lucrato, ora non vengano a piangere miseria”.
Lo scontrino del Singita (che è uno stabilimento balneare un po’ fighetto di Fregene), rivelato da Repubblica, rientra perfettamente in questa logica. A prima vista va venire la bile, ci fa contorcere lo stomaco dallo sdegno: 753 euro? E cosa avranno preso, champagne? Scrive Repubblica: “Disavventura per un gruppo di amici. Due bottiglie di vino, qualche cocktail analcolico, stuzzichini come patatine fritte e pizzette per un conto complessivo di 753 euro”. Non solo: “Il solo posto a sedere (tra l’altro molti sono rimasti in piedi) è venuto a costare 25 euro a persona per un totale di 525 euro”. Gli amici hanno allora denunciato lo scontrino all’Associazione Giustitalia. Che addirittura sta pensando di chiedere la revoca della concessione balneare e una denuncia per truffa.
Prima di vedere la replica, abbiamo fatto quello che avrebbe fatto chiunque, in queste circostanze. Guardare lo scontrino del Singita. C’è una Falanghina a 24 euro, una Pepsi a 5 euro, un Crodino a 5, un Negroni a 10, una pinsa a 12. Troppo? Molto meno di altri posti in posizioni molto peggiori. E i famigerati 525 euro per quello che molti hanno definito il coperto? Venticinque euro a testa? Un po’ troppo, se non fosse che non è il coperto, è il posto in spiaggia, che comprende anche il buffet dell’aperitivo, per altro. Quanto vi è costato lettino e ombrellone nella vostra spiaggia quest’anno?
Scrive la società nella replica: “La comitiva presente ha ricevuto un regolare preventivo via mail con conferma via whatsapp che conteneva tutti i dettagli dell’offerta lounge che prevede di riservare il baldacchino sulla spiaggia adiacente al mare, comprensiva di buffet a 25€ a persona. Il buffet comprendeva: catalana di gamberi; cous cous con verdure; crumble vegetariano a base di pomodorini, feta e olive; nachos servito con guacamole, fonduta e pico de gallo; insalata di farro e mix di cereali con pomodorini, ceci, tonno, olive e basilico; pizzette rosse; pizza croccante. Al preventivo regolarmente e preventivamente approvato, gli ospiti hanno ordinato in aggiunta bottiglie di vino, alcolici e altri generi di cucina e che ha fatto naturalmente aumentare il costo”. Singita sta meditando di denunciare a sua volta per diffamazione.
Fa un po’ orrore in effetti questa moda di scandalizzarsi del prezzo di qualunque cosa. D’accordo, ci sono le esagerazioni, perfino le truffe. E quelle vanno denunciate. Ma poi i prezzi li decide il gestore e vanno dichiarati ed esposti. In questo caso, per lo scontrino del Singita, erano perfino moderati per il luogo nel quale erano praticati e per le modalità. Che senso ha denunciarli?
Ma l’indignazione rende bene, in termini di clic e di soddisfazione personale.
Quanto ci sentiamo meglio a scovare il marcio, ad accusare gli altri di essere ladri e di rovinarci la vita?