D’Alema e la carbonara con tartufo da Settembrini: il lìder maximo cuoco per una sera a Roma

D’Alema e la carbonara con tartufo da Settembrini.  Non siamo alla festa dell’Unità, che del Pd è luogo d’elezione per cene, incontri mangerecci e, a seguire, dibattiti politici. Questa volta no: il “lìder Maximo” Massimo D’Alema ha dato prova (si fa per dire) della sua abilità ai fornelli per una sera da Settembrini, il ristorante di Prati che tanto attira vip e politici nostrani.

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Una cena per pochi intimi, quella di sabato 3 ottobre, al ristorante Settembrini (che ha visto recentemente l’ingresso in società di Farinetti). E in cucina, sotto la supervisione dello chef Luigi Nastri (che aveva lasciato Settembrini per cucinare a Parigi, e ora torna con un nuovo progetto nella Capitale), c’era proprio D’Alema, camicia a righe e cardigan marrone. Un D’Alema attivissimo, racconta chi c’era: arrivato alle 5 del pomeriggio, è stato presenzialista ai fornelli e anche nel servizio, dove non ha tralasciato di presentare le caratteristiche dei suoi vini agli ospiti in sala. Il tutto, tra un boccone e l’altro.

L’ex premier ha presentato la sua carbonara “rivisitata”. Come? Con un po’ di tartufo nero, “perché la stagione è quella buona”, ha detto al giornalista del Fatto Quotidiano che lo ha immortalato in un video a fine serata. Ma in tavola il menu prevedeva anche crudo di manzo ricotta e olivefaraona con patate affumicate e rosmarinoformaggio e marmellataarancia e anicepanna pere e caffè.

In tavola i vini – non poteva essere altrimenti – erano rigorosamente rossi e della sua produzione. La cantina è La Madeleine, 15 ettari tra Narni e Otricoli. I vini prodotti il Nerosé, uno spumante rosé di pinot nero metodo classico, Sfide un vino senza solfiti aggiunti, NarnOt un rosso impegnativo di grande struttura così chiamato in omaggio ai due comuni tra i quali si trovano le vigne. E il Pinot nero, il preferito di D’Alema anche se, ammette, i francesi lo fanno meglio.