I migliori ristoranti cinesi di Milano, viaggio a Chinatown (e non solo)

di Tieta Madia

ristoranti cinesi a milano

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I migliori ristoranti cinesi di Milano Quando ero piccola io, a Milano i ristoranti cinesi si contavano sulle dita di due mani, più o meno. E quando ero piccola io, il mio approccio con questa cucina fu un disastro. Avevo sei anni e nessuna intenzione di mandare giù un pollo con le mandorle, né tantomeno degli involtini di fantozziana temperatura interna ed esterna. Piansi disperata per tutta la durata del pasto. La cena al cinese, negli anni a seguire, divenne poi un evento raro ed esotico più gradito, e si usciva agghindati con lo stessa cura con la quale ora andrei a mangiare da Cracco, più o meno.

Oggi no. A mangiare al cinese ci vado ogni volta che ho il frigo vuoto, due o tre volte alla settimana. A Milano ci sono più ristoranti cinesi che pizzerie, e  in Chinatown ci sono più ristoranti cinesi che cinesi stessi, per dire. L’offerta è dunque molto ampia, e il rischio di mangiare pollo temendo che sia gatto ancora non lo abbiamo interiorizzato. Oltretutto, ai tempi in cui disdegnavo gli involtini primavera non disdegnavo affatto il lavoro di valletta dei Telegatti, e quindi.

Più economico – Hua Cheng

Nella categoria “Cinese = economia – ovvero tra i 10 e i 25 euro bibite incluse” (quella di cui usufruisco io come fosse il supermercato), premio: “Bruttissimo ma buono”: la celeberrima trattoria di via Giordano Bruno 13, Hua Cheng. Gettonatissima sia tra i cinesi sia tra i milanesi, molto mesta nell’arredo, mantiene un buon livello qualitativo nonostante l’improvvisa popolarità. Ottimi ravioli al vapore di gamberi (2,50 €), le paste (dai 4 ai 7 €) e le zuppe (3 – 5 €), il pesce (s.q). Involtino primavera: 1 €. Cantonese, economico e folkloristico. Davvero non ho parole però per descrivere lo squallore delle luci al neon. Prenotare è inutile, ci si mette in fila fuori. 338 9206158 – 02 3451613.

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Miglior design – Mong Kok – The Corner e Wang Jiao

“Miglior design” invece se lo aggiudicano: Mong Kok (viale Padova 3), The Corner (via Felice Casati 7), Wang Jiao (via Lomazzo 16) telefono uguale per tutti 02 261 3224, prenotare. Sono tre ristoranti fratelli, che spiccano per la loro aria internazionale – non diresti mai di essere a Milano né in Cina – e per la loro padella di fuoco, nelle variazioni di carne, pesce o vegetali. Il fuoco si riferisce a quello acceso sotto la padella al momento in cui viene servito in tavola, e a quello che ti arde in bocca. Un buon piccante direttamente dal Sichuan. Prezzi vagamenti più alti della media di Chinatown, ravioli da 3 €, padella di fuoco 8 €. A sforzarsi, non si spendno più di 25 € comunque.

Studio Archcase

Estasi inaspettata – Fondute cinesi

Estasi inaspettata”. Per essere metodica, mi sono imposta di ordinare sempre uno stesso piatto in tutte le trattorie cinesi in cui mangio, sulla base del quale poi stabilisco il valore medio dell’intero esercizio. Una sorta di indice Big Mac in ambito cino-culinario. E il mio indice sono i gamberetti sale e pepe. Li assaporo e poi ci elucubro su per delle mezz’ore. Alcuni sono grigliati, altri fritti, alcuni sono ricoperti di pepe, altri di sale, altri di cipolle. Non ho mai mangiato un gamberetto sale e pepe cattivo, ma quando sono buoni, sono festosi come un Carnevale di Rio nel palato. I miei preferiti li trovate da “Fondute Cinesi”, insieme a molte altre pietanze piccanti, corpose, sensuali e pungenti. Questi sapori mi hanno incantata, sono pieni come una statua di Botero, selvaggi come una protagonista qualsiasi di un romanzo qualsiasi di Jorge Amado, struggenti come una chitarra andalusa. Voluttuosi. Cucina di Hong Kong. Ad ogni modo, è in via Paolo Sarpi 14. Telefono non pervenuto, come anche il caffè che bisogna andare a berselo al bar di fianco. La pasta costa 4 €, i gamberetti anche, anatra arrosto 5 €. Involtino primavera: 1 €. Sconsiglio vivamente il vino però, prediligete la birra.

Via Paolo Sarpi 14

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Da 30 euro in su – Dim Sum

Alziamo il target – da 30 euro in su.

Forza antipasto” è per Dim Sum, che vuol dire proprio antipasto. Famoso per la varietà è quantità delle prelibate entrate, una trentina di piccoli piattini raffinati (tra i 6 e i 9 €) , accompagnate anche da champagne, volendo; è uno dei pochi ristoranti cinesi autorizzati a servirlo. Negli arredi rispecchia perfettamente il gusto architettonico – cemento, vetro, metallo – dei moderni ristoranti in Cina. Perfetto nel caso in cui vogliate far sentire a casa propria un ospite cinese. Si trova in via Nino Bixio 29 – 02 29522821. Per sfamarsi almeno 35 € li si lasciano.

Miglior raviolo – Lon Fon

Miglior raviolo”, dopo lunghe discussioni e infiniti assaggi, lo assegno a Lon Fon. I ravioli vengono preparati a mano, in cucina, nella loro stessa cucina del ristorante. E lo specifico, perché i miei vicini di casa cinesi sono coinvolti in un’attività di import-export di ripieno-di-raviolo-di-verdure. Il prodotto viene confezionato a casa loro, nella loro cucina attigua alla mia, e viene importato in qualche trattoria di Sarpi. Non che sia male, è più che altro buffo trovare i porri stesi al sole al posto della biancheria lavata. Comunque, questi di Lon Fon sono a chilometro zero e sono ottimi, tutti. 7 € circa a raviolo. Buoni anche i fritti, leggeri e un po’ piccanti. La cameriera, carinissima, è giapponese.
Via Lazzaretto 10 – 02 2940 5153.

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Premio alla carriera – Mandarin 2

Premio alla carriera”  va a Mandarin 2. Anche qui i ravioli sono fatti a mano e trattati con particolare cura (4 €), eccezionale anche il toast di gambero (5 €), stranamente non troppo unto e digeribile, ma superlativo il rombo al forno con verdure di stagione (28 €). Anche voi sarete trattati con particolare cura dalla Signora, che vi chiamerà “amore” e preparerà la salsina di accompagnamento ai ravioli agli avventori inesperti. Il locale è molto elegante, gay oriented, prenotazione obbligatoria. Via Garofalo  22a – 02 266 4147.

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Raffinatissimo – Ba asian Food

Raffinatissimo” è Ba Asian Mood. Dimenticate i sapori forti della cucina cinese, i ravioli al vapore qui sono ripieni di capesante, al nero di seppia, branzino o astice, la pastella è leggerissima, quasi impalpabile, gli spaghetti son conditi con muggine e salmone, l’anatra è al profumo di arancia. Davvero tutto deliziosissimo. L’ambiente è sofisticato e per nulla intimo, i prezzi sono alti se si rapportano a un cinese, cosa che non si deve fare perché ne rimarreste delusi, va trattato come un ristorante chic e prelibato al profumo asiatico. Anche qui, prenotazione obbligatoria. Via Raffaello Sanzio 22 – 02 46 93 206.

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