I migliori ristoranti cinesi di Milano provati per voi, una lista per orientarsi

Le nove scodelle Milano ravioli

I migliori ristoranti cinesi di Milano, una lista per orientarsi, con i prezzi. Di liste di cinesi a Milano pullula il web. Il primo – La Pagoda – fu fondato nel lontano 1962, in via Fabio Filzi, e ottenne addirittura la recensione di Dino Buzzati, sul Corriere della Sera. Roma ne aveva uno già dal 1949, lo Shanghai, in via Borgognona. Ma poi ha recuperato in fretta, la Capitale è rimasta in una dimensione più provinciale, continuando a mangiare soprattutto romano, mentre Milano si è internazionalizzata.

Gli anni ’70 e ’80 hanno visto l’invasione dei ristoranti cinesi, seguiti dai giapponesi e da altre nazionalità. Qui proviamo a darvi alcuni esempi di quelli che sono piaciuti a noi, in un tour appena concluso (ma in realtà ancora in corso, per aggiornare il pezzo).

A noi sono molto piaciuti tra i moderni Il gusto della nebbia e Le Sette scodelle, ma per atmosfera e cucina vince Mu Dimsum. Non manchiamo mai di prendere un Baozi alla Ravioleria Sarpi, dove aver preso un bel macerato alle Cantine Isola, di fronte. Ci ha un po’ deluso il lussuoso Bon Wei, mentre tra le trattorie meno apparentemente cool, i Ravioli di Lu resta incredibilmente buono.

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I migliori ristoranti cinesi di Milano

Prima di raccontarvene nel dettaglio alcuni, proviamo a orientarvi distinguendoli in categorie e allargando il campo anche a quelli che non abbiamo trattato per esteso.

Costosi e gourmet: il Gong, Bon Wei, Ba
Moderni: Le nove Scodelle, Il gusto della nebbia, Mao Hunan, Mu Dimsun, Wang Jiao
Hong Kong: Hekfanchai, Ta Hua, Quest’Osteria
Trattorie: Ravioli di Lu Pechino, Hua Cheng, Maoji Street Food
Mongoli: Little Lamb Hot Pot & BBQ
Street Food: Ravioleria Sarpi

Mu Dimsum – Centrale

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Forse il più elegante e bello (oltre che buono) dei ristoranti cinesi che abbiamo provato, con un’atmosfera soffusa, i legni scuri, le luci basse. Davvero notevole. Protagonista, come da nome, i dim sum, piccole porzioni di cibo da consumare preferibilmente in abbinamento al tè, anche se in realtà qui troviamo una bella carta dei vini, molti naturali. C’è un menu degustazione a 60 euro  che ha alcuni dei piatti migliori: gli immancabili involtini primavera, una selezione di cinque dim sum, tagliatelle al manzo con aglio cinese, il Chiar su Bao, che è un panino con maiale caramellato, l’anatra alla pechinese e il calamaro saltato.

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Da segnalare anche i cannelloni al vapore (i Chueng fun ai gamberi), 12 euro. Ma la carta è lunga e ricca. Per il vino ci siamo affidati a Timox, il timorasso macerato dei Carpini (spettacolare, i macerati si sposano benissimo con la cucina cinese).

Cucina: 8
Ambiente: 9
Rapporto qualità/prezzo: 7

Mu Dimsum, via Caretto 3, tel 338 358 2658

Ravioli di Lu Pechino – Loreto

Sembra di entrare in una trattoria antica, come quelle che si trovano nelle colline bolognesi, con la differenza che qui siamo nella tristezza inquinata di viale Brianza e questa è una trattoria cinese. La signora in cucina fa la pasta a mano e i suoi ravioli sono spettacolari (6,5 euro 8 pezzi). Da segnalare la focaccia pechinese, servita a listelle, con manzo e verdure. (6 euro) E poi degli gnocchetti pechinesi speciali (6 euro). L’esperienza migliore per chi cerca una vera trattoria cinese, una sorta di tavola calda senza pretese estetiche o raffinate.  Coperto: 1,5 euro. Il prezzo finale? Incredibile.

Cucina: 8
Ambiente: 6
Rapporto qualità/prezzo:
9

Ravioli di Lu Pechino, viale Brianza 15, tel 02 9194 3779

Il gusto della nebbia – Garibaldi

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Uno dei nostri posti preferiti, aperto dal 2017, un locale unico gestito dallo chef Lampo Wu (l’originale è Wu Jun Xin ma da quando è in Italia gli piace farsi chiamare Lampo), originario di ChongQing. Da questa città – 30 milioni di abitanti nel Sichuan – deriva il nome visto, che per 100 giorni all’anno è avvolta dalla nebbia, a causa dell’umidità data dal clima semitropicale. Lampo è un giovane cinese brillante, laureato in economia negli Stati uniti, capace di intessere relazioni e partnership anche con chef cittadini, come Diego Rossi di Trippa. E’ arrivato in Italia una decina d’anni fa, convinto di fare il fotografo: le sue foto campeggiano nel locale, ma alla fine gli amici lo hanno convinto che i suoi noodle valevano la pena ed ecco nato il locale.  Lui stesso consiglia l’Uovo centenario (uovo di anatra fermentato), il Vulcano Tofu (tofu in brodo bollente e piccantissimo) e il manzo in salsa piccante. In sala c’è una specie di tenda lattiginosa che incombe dall’alto, a rappresentare la nebbia, ma sotto è tutto molto pulito e moderno.

La cucina usa abbondantemente il pepe di Sichuan, pepe di colore verde, che “dà intorpidimento”. Il menu – divertente e ironico, con fumetti e scritte buffe – è molto ricco. Citiamo qualche piatto, per avere idea dei prezzi: involtini di pancetta e cetriolo (9 euro), pollo fritto speziato (8), noodle con pepe colorato e fagioli neri (16), wonton in brodo speziato con ripieno di gamberi e maiali (16). Gli Xiao Miàn sono i noodles in brodo o asciutti, con carne o senza, preparati con 16 spezie. C’è anche una carta dei vini, decente, e una delle birre.

Cucina: 8
Ambiente: 8
Rapporto qualità/prezzo: 7

Il gusto della nebbia, via Bonnet 11, tel 351 986 6676

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Le nove scodelle – Loreto

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Ne abbiamo parlato più approfonditamente qui e resta uno dei nostri cinesi preferiti, un locale locale bello, accogliente, caldo ma non caotico. a due passi da piazzale Loreto. L’ha fondato Hujian Zhou detto Agie, il bocconiano che ha creato la Ravioleria Sarpi.

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Cucina del Sichuan, quindi piccantissima, nella quale spiccano gli spettacolari ravioli fatti a mano con ripieno di maiale (7 euro per 5 ravioli giganti, 10 per 8 ravioli).

Cucina: 8
Ambiente: 8
Rapporto qualità/prezzo:
8

Le nove scodelle, viale Monza 4, tel 331 800 1116

Scopri i migliori ristoranti di Milano

Bon Wei – Sempione

bon wei milano i migliori cinesiUno dei più lussuosi e gourmet di Milano, aperto nel 2010, con la consulenza del professor Francesco Boggio Ferraris, della Fondazione Italia-Cina. Obiettivo, uscire dai luoghi comuni della cucina cinese e fornirne una di alto livello. Come l’ambiente: parquet, lacche rosse, poltroncine, parete a muro vivo con illuminazione soffusa e suggestiva, vini di qualità e la mano dello chef Zhang Guoqing al wok.

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Bon Wei non si fa mancare niente e così inserisce un menu per ognuna delle otto regioni gastronomiche tradizionali della Cina: Yuecai (Guandong-Canton), Chuancai (Sichuan), Mincai (Fujian), Lucai (Shandong), Xiangcai (Hunan), Huicai (Anhui), Sucai (Jiangsu), Zhecai (Zhejiang).   Noi scegliamo la cucina di Shandong, conosciuta come la cucina imperiale cinese, che nasce nella terra natale di Confucio. Il menu prevede Xialongbao alla piastra con maiale e zenzero (9 euro), i lamian (tagliolini tirati a mano, 14 euro) e il guoban (maiale croccante “appiccicato al wok”, 16 euro).

Cucina: 7
Ambiente: 7
Rapporto qualità/prezzo:
6

Bon Wei, via Castelvetro 16, tel 02 341308

Lon Fon – Buenos Aires

lon fon milano i migliori cinesiUn locale storico di Milano, che non delude i tradizionalisti, chi è abituato a un’esperienza da “cinese” anni ’70 (in effetti nascono nel 1978), senza troppi slanci creativi né estetici, con la classica cucina cantonese. Deluderà un po’, invece, chi cerca qualcosa di diverso, di speciale. Si comincia con nuvole di gamberi (2,5 euro), wonton (3,5), poi i ravioli (6 per 9,5 euro), l’anatra stufata (18), molte varietà di polli e di gamberi.  Non mancano i noodles (8,5). Piccola carta di vini classicissimi (Colterenzio, La Tunella, Allegrini, Antinori). Acqua a 3,5 euro.

Cucina: 6,5
Ambiente 6,5
Rapporto qualità/prezzo:
6

Lon Fon, via Lazzaretto 10, tel 02 29405153

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