Panificio Nazzareno a Roma, menu tipici regionali a pranzo e a cena. Si parte col Piemonte

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Menu regionali al Panificio Nazzareno di Roma. Non solo forno, il locale di Ponte Milvio è anche ristorante e cocktail bar, con la possibilità di fare colazione la mattina, bere del tè il pomeriggio o fare brunch di domenica. A pranzo e a cena, dal 10 gennaio, al prezzo fisso di 25 euro, il Panificio Nazzareno porta in tavola i menu tipici delle nostre regioni. Ogni due settimane, le preparazioni cambiano gusti, sapori e località. Voglia di cinghiale in umido, tipicamente toscano? Dal 25 gennaio è il momento di assaggiarlo. Siete amanti della cucina siciliana? Per mangiare un bel piatto di pasta alle sarde dovrete aspettare il 17 febbraio. Ora, invece, è il momento dei piatti piemontesi.

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Regione che vai, piatto che trovi. Ma se la crisi vi ha intaccato il portafoglio, e di partire al momento non se ne parla proprio, gustare i menu regionali al Panificio Nazzareno può essere un buon compromesso. Con materie prime ricercate e una formula leggera, adatta sia al pranzo che alla cena.

Dal 10 gennaio, e fino al 24 di questo mese, protagonista il Piemonte.

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Appetizer di cardo gratinato al profumo di tartufo.

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Come primo, risotto al Castelmagno DOP

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Si prosegue con brasato al Barolo. Per dolce, bignè alla gianduia.

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In abbinamento è compreso un calice di Barbera Tre Vigne Vietti, di Barbera d’Alba Luigi Pira, Dolcetto d’Alba Claudio Alario o di Gavi di Gavi Villa Sparina.

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Dal 25 gennaio al 13 febbraio, invece, Toscana protagonista in tavola con sformatino di ribollita alla toscana, bigoli all’aglione, cinghiale in umido, cantucci della pasticceria e vin santo.

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Dopo la pausa per l'immancabile menu di San Valentino, al Panificio Nazzareno è di scena la cucina siciliana, dal 17 febbraio al 3 marzo, con arancino alla palermitana, pasta con le sarde o pasta alla norma, "braciulittini di pisci spata" e cannolo siciliano. Tra le regioni d'Italia, non poteva mancare il Lazio, a marzo (dal 3 al 19). Nel menu dal tipico sapore popolare: carciofo fritto alla giudia o coratella; cacio e pepe, rigatoni la pajata o pasta e broccoli col brodo di arzilla; per secondo coda alla vaccinara, trippa alla romana o abbacchio scottadito; per concludere bignè fritto di San Giuseppe.

Ma non finisce qui. Altre regioni ed altre specialità locali in programma, dalla panonta molisana alle “sasicce e friarielli” campani, dal baccalà alla vicentina allo gnocco fritto espresso con salumi, direttamente dall'Emilia Romagna.