Roma / Moma, un capolavoro di pizza

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Con Moma, la nuova pizzeria a pochi passi dalla Basilica di Don Bosco (quartiere Tuscolano), si crea un insolito “triangolo del lievito” nella periferia di Roma sud, i cui restanti vertici sono Sforno (via Statilio Ottato) e Fermentum (ex Lievito Madre, via Lemonia).

Come la sua illustre collega di via Statilio Ottato, Moma si fa spazio tra i palazzi soffocanti e illumina la strada di un rosa rassicurante, frutto degli interni bianchi e delle lampade rosse.
L’accoglienza è premurosa, l’ambiente è semplice e piacevole. Mi rilasso leggendo l’ampio menu (con qualche mancanza dovuta alle prime settimane di rodaggio: l’hamburger e i wurstel di Roberto Liberati ancora non sono disponibili, ma creano il giusto hype in vista di una prossima visita) e scopro che la mia supposizione sull’origine del nome della pizzeria è corretta: una galleria di piccoli capolavori della Capitale dei sapori.

Non resisto e ordino una mozzarella in carrozza che, come ci spiega la gentilissima cameriera, è preparata con pane di Lariano senza crosta. A seguire scopro deliziata la presenza del Supplìzio di dandiniana memoria e ordino anche quello. Il mio accompagnatore opta per delle patatine cacio & pepe, uno sfizio forse già visto nella Capitale, ma sempre degno di un assaggio.

La mozzarella in carrozza è morbida e compatta, ricca di mozzarella filante, forse soltanto un filo insipida. Il Supplìzio è quasi come quello di Arcangelo, con tutto il suo corredo di rigaglie di pollo e riso Carnaroli. Buone anche le patatine cacio & pepe, asciutte e croccanti, cosparse di pecorino grattugiato e pepe.

L’attesa per le pizze è nella norma, ma le amorevoli cameriere non mancano di scusarsi per via della tavolata che rallenta il forno, capace di portare alla luce solo quattro pizze per volta.

Poco dopo giungono al tavolo la mia Supermargherita (pomodoro, doppia mozzarella, parmigiano e basilico) e una Quattro formaggi, entrambe di bell’aspetto anche se leggermente più piccole del piatto da portata. La pasta è ben cotta (in alcuni punti forse troppo), morbida eppure con una crosticina sottile piena di bolle d’aria che crocchia piacevolmente sotto i denti. Entrambe le pizze sono ben farcite, saporite e golose, ogni morso ne chiama subito un altro. Le analogie con Sforno si fermano alla posizione del locale e alla qualità degli ingredienti, perché le “opere” sono meno in stile napoletano e più una via di mezzo tra le romane scrocchiarelle e le morbide e ricche partenopee.

Appagati e decisamente satolli cediamo comunque all’assaggio del tiramisù, in carta assieme ad altri classici dessert da pizzeria e altri meno ovvi come i bigné serviti con una colata di fonduta calda di cioccolato. Morbido e goloso chiude il pasto con la giusta dose di dolcezza, anche se la crema di mascarpone mancava un po’ di carattere.

Quando esco dal locale non sento critiche mentali pronte a saltare dalla punta della lingua, ma solo una gran voglia di tornare e assaggiare tutto il resto di quel menu così promettente. Chissà che Moma non abbia le carte in regola per diventare un’altra dovuta deviazione fuori dal centro per gli appassionati di pizza della Capitale.

I voti di Puntarella

Cucina 7
Servizio 7+
Ambiente 7

Prezzi

Supplìzio 2.50 €
Mozzarella in carrozza 3 €
Patatine cacio & pepe 4 €
Supermargherita 8 €
Quattro formaggi 9 €
Tiramisù 3.50 €
Acqua 2 €

 

Moma Pizzeria Romana, via Calpurnio Fiamma, 40-44, tel. 06/7674717
momapizzeriaromana@email.it