Il 6 aprile il Giornale, in un articolo a firma Luca Fazzo, rivela che Carlo Cracco, titolare del ristorante che porta il suo nome, è indagato per tentata frode in commercio. In sostanza, nella cella frigorifera sarebbero stati trovati dai carabinieri del Nas diversi alimenti congelati e venduti per freschi. In più, c'erano due confezioni di lepre scadute da due mesi.
Apriti cielo. Si scatena il dibattito. Prima su Dissapore, che chiede giustamente conto al Cracco (seguono 181, finora, commenti indignati di delusi e di cracchisti). Poi il dibattito prosegue sul blog dell'ottimo Valerio Visintin, che intervista uno sgusciante Cracco. Nei commenti, immancabile, qualcuno parla di macchina del fango e tira in ballo una vecchia vicenda che ha riguardato Luca Fazzo. Lo stesso, ora, in esclusiva per Puntarella Rossa, commenta la sua incursione pericolosa nel mondo (congelato) degli chef pluristellati. Eccola a voi.
Apriti cielo. Si scatena il dibattito. Prima su Dissapore, che chiede giustamente conto al Cracco (seguono 181, finora, commenti indignati di delusi e di cracchisti). Poi il dibattito prosegue sul blog dell'ottimo Valerio Visintin, che intervista uno sgusciante Cracco. Nei commenti, immancabile, qualcuno parla di macchina del fango e tira in ballo una vecchia vicenda che ha riguardato Luca Fazzo. Lo stesso, ora, in esclusiva per Puntarella Rossa, commenta la sua incursione pericolosa nel mondo (congelato) degli chef pluristellati. Eccola a voi.
RICEVIAMO E PIU' CHE VOLENTIERI PUBBLICHIAMO
"Urca che casino. Che scrivendo sul Giornale la storia dei cibi surgelati scovati dalla polizia locale di Milano nel leggendario locale di Carlo Cracco avrei sollevato qualche reazione, un po' me lo aspettavo. Ma l'ondata di polemiche che ha investito il mio articolo è andata aldilà delle mie previsioni. Però è anche servita ad aprirmi una finestra su un mondo a me del tutto sconosciuto, quello degli specialisti della ristorazione, che mi è risultato affascinante.
Antefatto:il 6 aprile scrivo un articolo raccontando che l'ispezione dei vigili ha portato alla denuncia di Cracco per tentata frode in commercio, essendo stati trovati nelle sue celle una quantità di alimenti congelati, inseriti in menu e venduti come freschi. Tutto qua. Non mi intendo di cibo, la mia alimentazione base sono gli spaghetti col Pomì, faccio il cronista giudiziario e racconto quello che succede in tribunale. Quindi mi sono ben guardato dall'entrare nei dettagli tecnici, limitandomi a scrivere quel che ero riuscito a sbirciare nel rapporto dei vigili.
Immediatamente si sono composti tre schieramenti: gli indignati, i tecnologici, i difensori d'ufficio. Gli indignati dicono quello che direbbe l'uomo comune: 250 euro per mangiare cibi scongelati sono uno scandalo. I tecnologici si addentrano in analisi e dibattiti sui metodi di conservazione degli alimenti: grazie a loro ho scoperto che esiste l'<abbattimento>, che pare una cosa fighissima, ma alla fine i loro post sono diventati così specialistici che non ho capito cosa pensassero della faccenda Cracco. I più simpatici sono i difensori d'ufficio: che riescono a girare intorno alla questione che un ignorante riterrebbe cruciale, e cioè (per quanto ne capisco io) che se rifili a un cliente dei cibi scongelati devi avvisarlo mettendo un asterisco sul menu, e se questo vale per la trattoria sotto casa mia dovrebbe valere anche per Cracco; invece i difensori del grande chef glissano in scioltezza su questa inezia, e affrontano la vera questione: perchè a raccontare la faccenda è stato il Giornale? Risposta: è la macchina del fango, che dopo avere colpito la Marcegaglia e Fini, D'Alema e la suocera di Bocchino, adesso se la prende con Cracco (che è anche lui uno dei leader dell'opposizione, anche se questo dettaglio mi era sfuggito). E, en passant, c'è anche chi ricorda che l'autore dell'articolo, ovvero il sottoscritto, qualche anno fa è stato sospeso dall'ordine dei giornalisti per i suoi rapporti con il Sismi. Verissimo. Ma che c'entra, direte voi? C'entra eccome: c'è un piano del Sismi per rapire Cracco, e farlo sparire dalla circolazione come l'imam di Milano, Abu Omar. Magari chiudendolo in una cella frigorifera, insieme alle olive all'ascolana, al purè di mango, e alla lepre scaduta".
Luca Fazzo
* giornalista del Giornale
* giornalista del Giornale