Oggi alla Sapienza: Cibo e sacro

Cosa sarebbe stata l’ultima cena senza il buon pane ed il sacro vino? Ce lo chiedevamo guardando il programma del convegno internazionale "Cibo e Sacro. Culture a confronto", che si è aperto mercoledì 23 marzo e si chiude giovedì 24 all'aula 1 della facoltà di Lettere dell'Università la Sapienza di Roma. Ci sono proprio tutti: antropologi, sociologi, filosofi, teologi, registi, enologi e gastronomi. E ci saremo anche noi, sotto mentite spoglie. Perché il cibo, si sa, non è solo una questione de panza e de sostanza, incarna un universo di natura anche simbolica capace di rimandare a caratteri di sacralità, di ritualità, di seduzione e mistero . E’ fattore caratterizzante delle religioni. I grandi monoteismi – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – riconoscono una certa centralità del cibo come fattore impregnato di sacralità. Anche l’assenza di cibo contiene una dimensione spirituale, ne è prova il digiuno nelle sue molteplici espressioni, culturali e religiose. La dinamica stessa del cibo rimanda al ciclo della vita, un’esperienza che richiama e riporta all’interrogativo sul significato dell’esistenza e sul valore del sacro.
Tutto chiaro? Vabbè, comunque noi di Puntarella Rossa non ci ergiamo a dispensatori di sacralità, ma riconosciamo il valore anche sacro di ciò che mangiamo. E con Gigetto Marzullo ci chiediamo: sei quello che mangi o mangi quello che sei?
Ai postumi l'ardua sentenza.

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