Per Me Roma, i Tappi di Terrinoni. Tel. 06 687 7365
Eccolo qui il nuovo ristorante di Giulio Terrinoni, uno degli chef romani di cui andare fieri, che sperimenta e rischia, in una cucina mai banale che dal dicembre 2015 ha trovato una nuova casa, elegante senza essere troppo pomposa, vestita di luce delicata, sobria, riposante, con un romantico dehors sui sampietrini. E con una formula per pranzo divertente e alla portata di tutte le tasche: i tappi, italianizzazione delle tapas, che però qui sono da intendere come miniporzioni di piatti importanti. Perché non sempre un grande piatto è un piatto grande, per parafrasare il noto spot del pennello.
Tra tante nuove aperture con street food, format innovativi e format copiatissimi, ecco finalmente un ristorante. Un posto dove mangiare, benissimo, seduti, sperimentando nuovi sapori e divertendosi ad allenare vista, olfatto e palato. Per Me Roma è nel cuore della città, in vicolo del Malpasso, una vietta minuscola tra via Giulia e via dei Banchi Vecchi. Lo ha aperto da pochi mesi Giulio Terrinoni, classe ’75, chef cresciuto a Fiuggi e poi diventato adulto professionalmente da Acquolina, ristorante che ha lasciato pochi mesi fa e che era noto come uno dei migliori di pesce della città. Un percorso che lo ha rapidamente portato a diventare uno degli chef più accreditati della città, con docenze, consulenze e l’immancabile libro (“L’importanza del riccio“).
Ma veniamo a Per Me. Entrando trovi subito una cucina a vista, con l’ampia vetrata e gli chef al lavoro.
A sinistra, una prima saletta. Piccola, con cinque o sei tavoli di legno scuro. Niente tovaglie, ma piatti e bicchieri da grande ristorante e un fiore per tavolo. Pareti bianche, cornici retrolluminate con opere moderne e bottiglie di superalcolici di pregio. Più avanti, un’altra sala, anche questa non particolarmente ampia. Design di una modernità un po’ fredda, migliorabile.
Veniamo ai “tappi“. Proposti solo a pranzo, sono porzioni degustazione, non troppo piccole, disponibili da lunedì a sabato.
Volendo, naturalmente, c’è anche un menu pranzo più tradizionale (nel senso dei prezzi). Ma noi andiamo avanti con i Tappi, ognuno da 9 euro.
Cominciamo tranquilli, con una cosa semplice: alici marinate, finocchi, arance e pepe. Eppure: che freschezza, che gusto.
Questo è straordinario: il maccarello bruciato, pane, pomodoro e burrata. La dolcezza della burrata circuisce e addolcisce il maccarello “arrostito”. Un piatto davvero da provare.
Questa è trippa: sì, ma non la trippa a cui siete abituati, è trippa della rana pescatrice (in umido).
Rara e pregiata, la trippa qui è morbida e saporita, un quinto quarto sorprendentemente elegante.
Gli assaggi proseguono, anche se ogni tanto alterniamo qualche piatto di dimensioni normali, come il super spaghettone con ajo e ojo, mazzancolle e limone. E ancora, tartare di manzo con crescione di fiume e ricotta di pecora, coscio di agnello puntarelle e melograno. Con tre tappi (27 euro), siete al minimo sindacale, con cinque vi saziate e siete felici.
Ed eccoci ai dolci: un fantastico Nocciola, carota e zenzero (14).
E ancora: Ricotta, noce e vin brulè (15).
?
Ed eccoci al conto (vi alleghiamo quello della prima visita). Ci siamo lasciati un po’ trasportare e alla fine siamo finiti a 60 euro a testa. Colpa nostra, che non abbiamo rinunciato a piatti tradizionali, ma anche di due voci squilibrate. Se prendete i tappi (che nel frattempo costano 9 euro), attenti ai dolci: con 15 euro, le previsioni sballano facilmente. Altra voce da rivedere: il caffè a 4 euro (come l’acqua). Verrebbe voglia di chiedere un Tappo di caffè…
Alla fine, splendida esperienza, da ripetere. In attesa di rifornire il portafoglio per apparecchiarsi una serata come si deve.
Qui Giulio Terrinoni con la compagna Flaminia Francia, che lavora in sala.
Per me, vicolo del Malpasso 9, Roma. Tel. 06 687 7365