Eufrosino Roma, tel 3485883932. L’idea è quella di proporre una cucina popolare che si ispira ai piatti tipici regionali. Dio sa quanto ci sia bisogno a Roma di uscire dalla sacra trimurti di gricia-amatriciana-carbonara (con la cacio e pepe a far da variante). E così andiamo con curiosità da Eufrosino, nuovo progetto di Marco Pucciotti, che inanella ristoranti e locali con scioltezza invidiabile (Santo Palato, Sbanco, Epiro e chissà quanti altri). Un’idea interessante anche perché esce dai circuiti canonici della ristorazione e va a innestarsi in una zona non proprio battuta, Tor Pignattara, a un’altezza dell’omonima via che prevede bar e locali non proprio di qualità.
(ah, sapete perché si chiama Tor Pignattara? Perché c’è il Mausoleo di Elena costruito nel 300 d.C. con innesto di anfore vuote, cioè pignatte, per alleggerirlo).
Eufrosino (santo patrono dei cuochi), aperto da gennaio 2020, è la metà di un progetto bipartito: da una parte infatti c’è la grande sala con l’osteria, dall’altra, specularmente e divisa da un corridoio di servizio e da una cucina a vista, la pizzeria Rota, anch’essa ispirata a criteri di qualità, grazie all’apporto di Sami El Sabawy, giovane pizzaiolo di grande qualità, cresciuto con Bonci da Pizzarium, che propone una pizza romana.
L’ambiente
E’ forse il punto più debole del format, insieme al fatto stesso che sia pensato come un format. Già, perché l’idea è quella di riiprodurre una vecchia osteria di quartiere, stile anni ’60-70. E dunque, pavimento in graniglia, la boiserie fino a metà parete, lampade verdi da biliardo, tavoli di legno con tovagliette di carta in finto pizzo, mosaico di (brutti) quadretti di caccia e pesca e varia estrazione nella parte più alta delle pareti. Il tutto dà l’impressione di un ambiente artefatto, un nuovo che riproduce l’antico, con l’aggravante di un eccesso di spaziosità, accresciuto dall’altezza dei soffitti. Non brutto, certo, ma troppo costruito, un po’ come accade a un’altra recente osteria, quella dell’Avvolgibile. Chissà che con il tempo, acquisti quell’aria vissuta che dà la vita vera e si stacchi dalle astrazioni dei format.
Il menu e la cucina
Eccoci al menu, anch’esso impaginato in un formato plasticoso anni ’70. Menu ordinato in pochi piatti per portata, che cambia mensilmente, quindi qui diamo conto di quello iniziale.
Tra gli antipasti troviamo la parmigiana umbra di cardi (6 euro), l’acquacotta toscana (5), le palermitane stigghiole con misticanza e “il” gnocco fritto con prosciutto di parma (6).
E poi ci sono i milanesissimi, e un po’ dimenticati, mondeghili, polpette di bollito servite con salsa tartara: ottime, croccanti e saporite. Verrebbe dire, come una volta, se non fosse che una volta non c’eravamo ed è una formula un po’ di rito.
Meno riuscito lo gnocco fritto (“il” è l’articolo dialettale corretto) che rimanda ai sapori dell’Emilia e di Modena, ma che arriva freddo e con un fritto non del tutto soddisfacente.
Tra i primi troviamo l’ormai immancabile pasta e fagioli (8 euro), il pasticcio di cappelletti (12), le tagliatelle di ragù bolognese (10) e le orecchiette di cima di rapa (10).
Interessanti i secondi, che non sono solo folclore. Perché tra gli altri troviamo un piatto di bollito (16 euro), veramente raro a Roma, il pollo alla bellunese (14).
E un ottimo stracotto d’asino di razza ragusana (presidio Slow Food), cotto lentamente nel Cesanese Casale della Ioria (18). Il tutto accompagnato da un buon purè.
Meno spettacolari, anche complice una scarsa sapidità, le polpette di vitella cremolate con carciofi saltati (14). Tra i dolci, troviamo la Caprese, le Seadas, la zuppa inglese e il castagnaccio (tutti a 5 euro). Un bel modo per lasciarsi alle spalle l’ottimo ma abusato tiramisù.
La carta dei vini è di qualità, alterna buone proposte di vini artigiani ad altre più scontate, con ricarichi accettabili,
Concludendo, un invidiabile rapporto qualità / prezzo, un’originale proposta di piatti regionali che ci dà un po’ di respiro nell’aria asfittica della ristorazione romana, un buon avamposto periferico di qualità e qualcosa da migliorare in termini di ambiente e di atmosfera.
Osteria Eufrosino, via di Tor Pignattara 188, Roma. Tel 348 588 3932