Milano città più cara d’Italia, Bazzi e la protesta contro i prezzi dei ristoranti

Milano città più cara d’Italia, Bazzi e la protesta contro i prezzi dei ristoranti. L’ultimo è stato Jonathan Bazzi, lo scrittore di “Febbre”. Sui social ha pubblicato uno scontrino che dice: “Nuova panetteria/gastronomia a Milano, in Porta Venezia. Due piatti così, take away, 43 euro”. Poi, intervistato dal Corriere della Sera, spiega che “Milano è in una degenerazione oscura“. Ormai la protesta dilaga. Il mercato immobiliare, innanzitutto. Ma non solo. E’ ormai un luogo comune definire Milano la città più cara d’Italia. Ma è davvero così? E lo è anche nei prezzi dei ristoranti e dei locali? Proviamo a ragionare.

Milano cara prezzi scontrino bazzi

I dati sono eloquenti. Milano è la città più cara per la spesa con una media di 116 euro per riempire il “carrello”: a Napoli si spende la metà.  I ristoranti, come sa bene chi viene da altre città, a cominciare da Roma, costano mediamente di più. Il coperto medio ormai ha raggiunto una cifra che oscilla tra i 3 e i 6 euro. L’acqua minerale sta tra 3 e 5 euro.

Trovare una trattoria che abbia in menu un primo piatto a meno di 10 euro è un’impresa. Noi facciamo fatica e raramente ci imbattiamo in locali davvero economici, oltre che buoni (per esempio l’Osteria Alla Grande). Ma è guardando Twitter e Instagram che l’impressione si rafforza. Già nel 2018, Canale 105 riportava di uno scontrino da 21 euro per tre caffè e due bottigliette d’acqua. E non eravamo in Duomo, ma vicino alla Stazione centrale.

A far discutere sono stati anche i grandi nomi. A cominciare da Carlo Cracco, con la polemica infinita sulla pizza a 21 euro. Polemica, in realtà, un po’ pretestuosa, visto che nel conto di un piatto finiscono anche i costi degli affitti, che in Galleria, naturalmente, non sono modici.

Più sconcertante il caso della pasta in bianco a 26 euro. Vale la pena uscire, andare al ristorante, magari pagare 5 euro di coperto e 26 euro, per un pasta senza condimenti? A sentire Valerio Visintin, sì, anche se il dubbio rimane.

Tornando a Jonathan Bazzi, nei commenti troviamo le ironie di chi non vive a Milano. Un commentatore dice: “Ti aspettiamo a Palermo…15 euro”, con foto di un ricco aperitivo”. Un altro posta una pizza: “Nove euro, vieni a vivere a Napoli“. E poi il commento sarcastico sulla fuffa che spesso viene venduta nei posti cosiddetti gourmet: “Trattasi di rimembranza di fritto destrutturata con riduzione di crema di parmigiano vacche rosse dop 48 mesi e mezzo gheriglio di noce chandler di Sorrento, a 43 euro è regalato”.

Perché poi, a dare davvero il senso della spirale dei prezzi, non sono tanto i grandi nomi. E’ evidente che se vai in un posto di lusso, in un quartiere carissimo, con uno chef di nome, spenderai una cifra corrispondente. Il problema è se vai al Casoretto, in un bar qualunque e paghi un cappuccino 4 o 5 euro. Se prendi una margherita non lievitate 300 giorni ma un paio d’ore, con condimento dozzinale e mozzarella da supermercato a 15 euro. Non ci resta che difenderci: cercare, come facciamo noi ogni giorni, i locali migliori, verificando prezzi e qualità. Perfettamente disponibili a spendere, se è il caso e se c’è qualità, e perfettamente indisponibili a buttare via soldi per speculatori e furbetti.

Leggi cosa ha detto Benedetta Rossi sui bulli da social

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*