
Gaudenzio Torino. La prima sorpresa è che non ti accoglie la diffidenza del solito oste ingrugnito, ma il sorriso contagioso di Stefano Petrillo. La seconda è la sua competenza e passione, per i vini e non solo. La terza, una cucina originale, piena di sorprese e però mai troppo azzardata o confusa.
Eccoci da Gaudenzio che in tre anni si è costruito una solida fama ed è entrato nell’empireo dei migliori ristoranti di Torino, con una cucina gourmet ma uno stile informale e moderno.
Un ambiente non troppo vasto, una sola sala luminosa, con due ampie vetrate, soffitti alti a volte in mattoncini bianchi, tavoli di madreperla e ferro battuto, lampade a sospensione e grandi dipinti che danno calore alla sala.
C’è anche un bancone e la cucina a vista, come si usa.
Il primo benvenuto di Gaudenzio Vino e Cucina (questo il nome completo) sono quattro pezzi di una focaccia alta e calda. Ma eccoci già al menu, firmato da Alessio Zuccaro. Essenziale, sobrio ma ricco. Quattro antipasti, tre primi e quattro secondo.
Ma, in aggiunta, c’è anche una formula divertente, i cicchetti alla veneziana, porzioni ridotte, nelle dimensioni e nel prezzo.
Straordinario il tonno crudo con un caco mela (12 euro), frutto più dolce del classico caco e meno astringente. A completare il tutto, un fondo di alghe. Piatto semplice per un contrasto inebriante.
Altrettanto interessante il controfiletto di cavallo, con l’amaro del carciofo mitigato dalla cremosità dello yogurt (12 euro).
Tra i primi segnaliamo il riso acquerello con burro ai cardi e pecorino (15) ma anche questo miracolo di perfezione, che sono i Bottoni: vellutati e decisi, si nutrono della forza vitaminica del cavolo verza e si adaagiano su un brodo di cipolla, rinvigorito da brandelli di castagne affumicate. Cbe dire, meraviglia.
Bere, si beve ancora meglio. Originale la formula, che può spaventare. Non c’è una carta dei vini da Gaudenzio Torino, ma è Stefano (che è torinese ma è stato dieci anni tra Parigi e Londra) che propone e fa assaggiare. Un buon modo per scoprire qualche vino nuovo, molto spesso naturale, in arrivo da Caves de Pyrenne. Come questo ottimo cabernet franc, il Segna de Cor di Le Roc des Anges, azienda provenzale di Marjorie & Stéphane Gallet. Vino elegante ma non piacione, affinato solo in vasche di cemento.
Si chiude con un caffè, con una visita in toilette (persino lei impreziosita da un bel disegno) ed eccoci fuori, a due passi dalla Mole, dalla Rai e dal Cinema Massimo, cuore del Torino Film Festival. Bell’incrocio tra il passato e il presente, con Gaudenzio che scommette sul futuro prossimo.
Gaudenzio, via Gaudenzio Ferrari 2, tel 11 8600242
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