Circolo dei Briganti, Cantina ciociara a Roma. Tre ragazzi ciociari. Vino ciociaro. Salumi e formaggi ciociari. Anche il brigante del nome e del ritratto in fondo alla sala è ciociaro doc. Solo l'acqua è romana, del sindaco per la precisione. Questa cantina (ciociara, naturalmente), aperta da un paio di settimane, è una bella scommessa. Sbarcare in una zona anonima del profondo Pigneto con un locale di alta qualità, senza raffinatezze formali, senza grande appeal mediatico, senza amici che contano. Solo con la passione, una straordinaria materia prima e prezzi moderati. Briganti, siamo con voi.
Il locale è una lunga sala bislunga. Con qualche elemento di fascino e un'estetica un po' irrisolta. Una parete colorata, muri bianchi di legno con pistole, violini, scritte di briganti, quadri e antichi manifesti. Il Circolo dei briganti è un'associazione e vorrebbe sostenere la causa ciociara, per il riconoscimento di un marchio comune ai prodotti, come spiega il presidente Simone De Biase: "In fondo non siamo da meno di altri territori, come il Salento". E se perfino il McDonald's ha un Panino ciociaro (ma quanta Steccata di Morolo ci sarà davvero, a 2,2 euro?), evidentemente la Ciociaria un suo appeal (non in politica eh, che i primi nomi che vengono in mente sono Storace e Fiorito).
Entrando, ecco il bancone, con una botte di birra (presto ci saranno birre artigianali ciociare), e i primi tavolini di legno, che introducono a uno spazio più grande.
I formaggi in esposizione già fanno capire di che pasta sono fatti questi Briganti.
L'emblema del locale è il brigante Luigi Alonzi, detto il "Chiavone". Del resto, "la Ciociaria è terra di briganti e di emigranti". Su una parete spicca una scritta che fa capire il tipo di brigantaggio del Chiavone, estimatore di Garibaldi: "Abbasso la canaglia inguantata, abbasso gli sfruttatori piemontesi".
Ma eccoci al cibo. In questa cantina non c'è cucina. Quindi niente piatti caldi, a parte qualche zuppa. Ma quel che c'è basta e avanza. Se volete provare il meglio, il consiglio è quello di ordinare il menu Pacifico (che poi era lo chef di Chiavone): ma attenzione, è un menu a più portate per stomaci ampi e robusti. Costa 15 euro e comprende un bicchiere di vino (ciociaro, naturalmente): bruschette, lardo di suino nero con fagioli cannellini di Atina e pane al finocchio, mortadella artigianale, coppiette di cavallo, piatti di formaggi vaccini e ovicaprini, e di salumi e molto altro.
Quel che vedete sopra è un millefoglie di mela verde con primo sale di mucca con granella di pistacchio e finocchio fresco. Naturalmente potete prendere anche piatti singoli meno impegnativi: una selezione di formaggi costa 7 euro (come quella di salumi), il cacio con le pere e confettura di peperoncino (occhio, picca molto) 5, il carpaccio di cavallo con radicchio e crema di tallo 15, la zuppa di farro 5.
Bonus: prodotti di alta qualità (uno dei proprietari era distributore di salumi e formaggi), passione e competenza
Malus: niente piatti caldi e arredi interni da perfezionare per rendere più caldo il locale
I voti di Puntarella
Ambiente: 6,5
Cucina: 8 (ai prodotti, che non c'è una vera cucina)
Servizio: 7,5
Il Circolo dei briganti, via Erasmo Gattamelata 72, tel 329 898 0476. Aperto tutti i giorni (si sta decidendo il giorno di chiusura)