Slow Food Wine 2014 e Wine Advocate cancellano Bressan e il suo razzismo. Ma attenti alla coerenza

slow wine e bressan

Slow Food Wine e Monica Larner, di Wine Advocate, "boicottano" i vini di Fulvio Bressan. Decisione clamorosa, che segue la furibonda polemica nata dalle dichiarazioni dissennate di Bressan (qui), produttore friulano di vini, che dava della scimmia al ministro Kyenge, con altri razzismi e deliri assortiti. Bressan ha poi cancellato il profilo Facebook, non tanto in segno di ravvedimento, quanto per cercare di evitare il danno. Che ormai era fatto. E ora l'intervento di Slow Food riapre l'antica questione: tenere separata il prodotto e il produttore, l'opera e l'artista? O boicottare?

Slow Food spiega che ha sempre recensito "con estremo favore" i vini di Bressan. Ma visto che prende in considerazione anche "il lato umano dei produttori", non si poteva accettare oltre e i suoi vini non saranno nell'edizione 2014. Scrive l'organizzazione in un comunicato: "Slow Food è portatrice di valori che sono agli antipodi dal pensiero di Fulvio Bressan; non si può accettare che appaia all’interno di una qualsiasi pubblicazione di Slow Food un produttore che si macchia di offese tanto gravi verso altri individui esclusivamente per ragioni di razza".

Non solo. Slow Food fa notare il danno che è stato fatto anche all'estero ai vini italiani. Cosa vera, guardando come è stata la ripresa la notizia. Ma è la posizione di Monica Larner, responsabile italiana dell'influentissima rivista di Robert Parker a far più rumore. Due i tweet che raccontano la sua posizione.

Come dice l'amletica Larner: "To taste or not to taste?". La risposta due giorni dopo: Not to taste. Posizione che un esperto di vini di casa nostra, Franco Ziliani, considera "una scelta di rara ipocrisia". In effetti, il terreno è scivoloso. Va bene stigmatizzare (Puntarella Rossa è stata tra i primi e non si è trattato neanche lontanamente di un linciaggio), va bene decidere di non bere un vino prodotto da una persona che non si stima e che pubblicamente esprime opinioni violente e razziste. Ma cancellarlo dalle guide pone un problema di coerenza. Se si fa fuori Bressan, allora bisogna fare la tara anche agli altri, stilare un certifcato di buona condotta. Intendiamoci: liberissimi di non recensirlo, ma attenti alla caccia alle streghe.
Noi saremmo per degustare e recensire i suoi vini, raccontando però anche chi è e cosa dice chi li produce. Poi, ognuno è libero di comportarsi come crede.