Al Moro comanda Trimalcione

Nella medina di vicoli zeppi di alimentari dai salumi abnormi e gelaterie fluorescenti, dietro l’assiepatissima fontana di Trevi, mentre ci si barcamena esausti tra i vacanzieri tiratori a segno di monetine di ogni valuta, lo si intravede, salvifico, intramontabile, il ristoro romano che al panta rei cosmico, fa un baffo. Sì, perché il ristorante al Moro c’è dal 1929 e da allora propone coerente e solido l’autentica cucina romana, quella che dalla destrutturazione non si fa abbindolare neanche un po’. Tre generazioni fa, Mario Romagnoli, il capostipite della famiglia al Moro, è stato Trimalcione nel Satirycon di Fellini. Nel grande ritratto che troneggia nell’ingresso, il Moro sembra controllare con quel “ suo sguardo sabbioso” che tanto colpì il grande Maestro, che tutto venga portato avanti come un tempo.Il menu si presenta autorevole nella capacità di combinare le ricette più tradizionali della cucina romana di carne e pesce, con piacevoli infiltrazioni extra laziali. Quindi, come condomini di uno stesso stabile borghese, convivono amabilmente il culatello di Zibello e il prosciutto crudo di Langhirano, con i nostrani fiori di zucca in pastella fritta.
La pasta fatta in casa, ripiena e non, si alterna a zuppe variopinte come quella di filetti di pesce bianco,  broccoletti e spaghetti spezzettati(24 euro). Tra i secondi, si spazia dalle pietre miliari della tradizione capitolina, coda alla vaccinara, lumache rigatelle alla romana (22), a meno impegnative composizioni pseudo popolari, come l’uovo cotto all’occhio di bue incorniciato da  asparagi (16). Tra i dolci, raggiunge la massima intensità godereccia lo zabaione colorato al cioccolato  fuso (10),  gioia pura per gli estimatori delle creme.
Ricca la carta dei vini, con esemplari di tutto rispetto, provenienti da ogni regione dello stivale, a prezzi non completamente irreprensibili.  Solo quando ci viene servito al posto dell’amaro un profumatissimo liquore di mirto artigianale, capiamo il perché di tante ricette a base di pesce: lo chef che da 37 anni delizia i palati palatini, è sardo.
All'interno, dove si dispongono una novantina di coperti, l’atmosfera è informale ma sostanziosa. Nelle salette che si infilano le une dentro le altre come diligenti matrioske, si nutrono sereni: Mr. Armani Giorgio; iconcione della tv da intrattenimento quali Alessia Marcuzzi con tanto di fidanzato dj, e variegata clientela di fiducia, dall’aria soddisfatta e sorriso sornione. Per chi volesse osservare indisturbato lo struscio turistico proveniente dalla celebre fonte dell’asessuata Anita Ekberg, all’aperto ci sono un discreto numero di tavoli muniti di lumi di candela e ombrelloni bianchi.
Il servizio è gentile e professionale come solo camerieri di vecchia data e stampo possono assicurare. “ L'ultimo arrivato lavora qui da 9 anni” ci dice il baffuto cameriere in inappuntabile divisa beige, “ io ci sono da 13”

Bonus:  materie prime di ottima qualità che seguono il ritmo reale delle stagioni, (il menu cambia di conseguenza), professionalità del servizio

Malus: elevata probabilità di trovarsi gomito a gomito con politicanti della nuova e vecchia guardia

I voti di Puntarella
Cucina 7+
Ambiente 7
Servizio 7

Trattoria al Moro 13, vicolo Bollette –   Tel. 06.6783495  – Domenica: chiuso. Sito