Caffè delle Arti a Roma, mangiare e fare smart working in un museo

Caffè delle Arti a Roma

Caffè delle Arti a Roma. A due passi da Villa Borghese, nel complesso architettonico della Galleria Nazionale, c’è una location molto bella e da poco rinnovata, dove l’arte incontra il cibo. Considerando che i musei stanno diventando sempre di più mete gastronomiche, il Caffè delle Arti ha deciso di rifarsi il look, dando nuova linfa agli ambienti e all’offerta gastronomica.

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La gestione del locale è affidata alla famiglia Giannelli, attiva nel settore Retail&Food e della produzione alimentare da quattro generazioni. Dopo essersi aggiudicati nuovamente la concessione, gli imprenditori hanno effettuato un restyling degli spazi, prendendo in mano le redini del locale, la cui direzione è stata affidata a Ruggero Giannelli.

Volevamo creare un ambiente più giovanile, più leggero e conviviale, per cercare di allargare anche il potenziale del locale, che ha una terrazza unica nella Capitale, in centro, nel verde, non su strada, senza traffico e in un luogo avvolto da Villa Borghese”, ci spiega Giannelli, che punta su una proposta non più indirizzata solo ai visitatori del museo, ma anche agli esterni, pronti a rilassarsi in un ambiente confortevole, tutti i giorni.

In foto: Ruggero Giannelli

La location potrebbe sembrare apparentemente un po’ di nicchia, esclusiva, ma nella sua nuova veste, al contrario, vuole essere un punto di ritrovo per giovani, per i professionisti, per gli artisti. “Una sorta di salotto letterario, dove consultare libri, guardare il catalogo dell’ultima mostra e magari fare anche smart working“. “Siamo in un posto dove si respira arte e cultura, si può mangiare nelle nostre sale affacciati con lo sguardo su Villa Borghese e sulle sale del museo. Abbiamo anche dei tavoli sociali per gli studenti“.

“Venticinque anni fa abbiamo deciso di entrare nel settore museale partecipando alle gare per prendere quelli che vengono chiamati ‘servizi accessori’, ossia la gestione della caffetteria, della ristorazione e dei bookshop all’interno di musei”, aggiunge Alessandro Giannelli (padre di Ruggero). “Tra le esperienze più rappresentative che abbiamo avuto c’è la ristorazione dentro gli scavi di Ostia Antica, la Casina del Lago e la Caffetteria di Palazzo Braschi”.

L’ambiente

Caffè delle Arti a Roma

Gli ambienti interni del Caffè delle Arti, con alti soffitti dipinti, sono stati rivisti dall’architetta Micaela Midiri, che ha giocato sulle tonalità del verde per le pareti. Non un caso, considerando la vicinanza al celebre parco capitolino. Anche gli arredi hanno un’allure più moderna e appetibile per una clientela giovanile: dalle decorazioni floreali, ai colori freschi e accoglienti, fino ai salottini intimi dove non mancano oggetti di design. Fondamentale il contributo del Vivaio Margheriti, che ha valorizzato l’aspetto green del ristorante, dotato di un ampio e suggestivo dehor, anche attraverso l’inserimento della siepe e delle piante decorative dentro e fuori. “L’obiettivo del restyling era quello di lavorare molto sul verde per creare una sorta di continuum tra Villa Borghese e il nostro locale, ricorda Ruggero.

La proposta

Si parte dalla sosta al mattino con la colazione, dove tra i dolci fatti in casa spiccano le crostate ripiene con le marmellate delle suore del Monastero Trappiste di Vitorchiano. Il caffè è quello Paranà, una torrefazione romana di proprietà della stessa famiglia Giannelli. Nei mesi invernali si prosegue con il pranzo, la merenda e l’aperitivo, mentre in estate, l’offerta ristorativa include anche la cena.

Un menu a quattro mani

Gli chef Christian Hubler e Lorenzo Biamonti

Il nuovo menu, che varia durante l’anno, nasce dalla collaborazione tra lo chef resident Christian Hubler e lo chef Lorenzo Biamonti, che fornisce una consulenza esterna. L’unione della preparazione tecnica di Hubler al tocco moderno di Biamonti dà vita a una selezione di piatti classici e creativi, anche con specialità vegetariane, che puntano a esaltare la materia prima e la stagionalità dei prodotti, senza escludere le ricette della tradizione. La pasta fresca arriva dal Pastificio Gatti, quella secca dal Pastificio Setaro, mentre le uova sono quelle della Bio Farm di Arianna Vulpiani e il pane di Marè.

Tra gli antipasti ci sono la terrina di parmigiana di pesce azzurro (14 euro) o la frittura di frutta e verdura dell’orto (12). Poi la pappa al pomodoro con stracciatella di burrata e olio al basilico (13) e l’uovo, pan brioche e tartufo nero (15). Per i primi, spazio alle fettuccine con funghi porcini al profumo di timo (18). Altre alternative, le mezze maniche Setaro all’amatriciana (15) o le linguine, sempre Setaro, con alici fresche, uvetta, pinoli e mollica di pane al limone (16).

Per i secondi si continua con il filetto di merluzzo, cremoso di cavolfiore, crumble alle erbe e bottarga (25). Poi  con il petto d’anatra con funghi porcini e salsa vin brulé (25) o il filetto di manzo ai ferri con patate al pecorino (25). C’è un piatto che rappresenta l’animo internazionale del Caffè delle Arti, dove arrivano clienti un po’ da tutto il mondo, considerando il sito all’interno del quale di trova. E’ lo yakitori di pollo marinato alla soia e agrumi con funghi e pak-coi (18). “Abbiamo clienti italiani ma anche tanti turisti, siamo segnalati spesso su guide americane che consigliano dove andare a mangiare nei musei a Roma. Qui si respira un clima internazionale con una base italiana, sottolinea Ruggero.

Solo a pranzo sono disponibili piatti che esaltano la versatilità delle verdure, come il bowl di riso con verdure e legumi o l’insalata di finocchi con mele, uvetta, ricotta e olio balsamico o ancora il cous cous con pollo speziato e verdure saltate (16). Per chi non rinuncia al dolce, da provare la mousse di ricotta con pere al vino rosso, la crostata di visciole o la cheesecake al cucchiaio con coulis di frutti di bosco. (Tutti 8).

Vini naturali

La carta beverage è composta da più di cento vini naturali italiani con una presenza di etichette francesi, austriache e tedesche. Tra le cantine italiane spiccano Radicon, Foradori, Le Formiche, Zambon e Bergianti ed è disponibile una selezione di vini alla mescita. “Siamo sull’app francese Raisin, che segnala i locali che inseriscono vini naturali in carta e hanno offerte di qualità per il cibo. Molti stranieri arrivano così”, aggiunge Ruggero, che ha selezionato le etichette in prima persona.

La passione per i vini naturali nasce in casa Giannelli, proprietaria della Cantina Ficomontanino a Chiusi, in Toscana. Tre i vini base prodotti, i cui nomi prendono spunto dai fattori dell’azienda, il bianco Zacinta Revi, il rosso Bulgarelli e il rosato Noble Kara, presenti anche nella carta dei vini del Caffè delle Arti. Non passano inosservate le etichette delle bottiglie, con personaggi illustrati, realizzate con la collaborazione artistica della tatuatrice milanese La Bigotta.

L’aperitivo

Il locale di via Gramsci punta anche all’orario dell’aperitivo. Dalle birre artigianali ai drink classici come lo spritz o il gin tonic fino ai Cocktail delle Arti, ispirati alle arti creative come “Scultura”, con vodka, sciroppo di karkadè, succo di lime e top ginger beer (12). Il tutto da abbinare agli assaggi della cucina come bao al vapore, guacamole, crocchette di baccalà, patatas con bbq fatta in casa, pane burro e alici.

Caffè delle Arti. Via Antonio Gramsci 73, Roma (RM). Tel. 06 3265 1236. Instagram.
Aperto dal martedì alla domenica dalle 8 alle 21 nei mesi invernali. Fino alle 23 nei mesi estivi.

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