Libri sul vino 2019, dallo Stappato di Gaia ai Vini estremi di Langone fino agli itinerari a piedi

Libri sul vino estate 2019, dallo Stappato di Gaia ai Vini estremi di Langone. Se siete esperti o anche solo semplici appassionati, ecco quattro letture piacevoli in argomento vino per l’estate 2019.

“Stappato” – Tiziano Gaia

Trecentoventi pagine un po’ anarchiche ma godibilissime, che raccontano l’epopea dei “Vini d’Italia“, vista dalla parte di Slow Food, con la successiva rottura del Gambero Rosso. Uno spaccato di storia scritto con schiettezza, a volte sorprendente, da uno dei curatori dell’epoca, Tiziano Gaia, finito quasi per caso alla corte di Carlin Petrini. Ma nel libro c’è molto altro, a cominciare da una bella storia del Barolo e delle Langhe. Quello che colpisce è la riflessione sincera su una professione discutibile, quella del degustatore, che si addentra “in un territorio immenso a cui, in carenza di solidi parametri oggettivi, fa da corredo una gamma sconfinata di stati umorali, opinioni personali e assunti ideologici“. Non mancano accenni a tentativi di corruzione a base di rolex e denaro e alle “lobby dei consorzi, ai cda delle supercooperative, ai capitani dell’enoindustria, il cui appoggio all’esecutivo (ossia al finanziamento delle nostre iniziative) dipendeva unicamente dal numero complessivo dei bicchieri ricevuti”. Straordinaria anche la carrellata di tipi umani, dal Luca Maroni che degusta solo e nudo al ricordo commosso di Matteo Correggia, dal rivoluzionario Elio Altare al “protervo” Daniele Cernilli. Un libro indispensabile, se si vuole sapere cosa è stato davvero il vino in Italia negli ultimi 40 anni. Un racconto un po’ autofiction (potevamo morire senza sapere dove ha fatto l’amore Gaia), travolgente nella scrittura (a parte i calembour un po’ irritanti) e stimolante. Se ne esce senza una certezza, e questo ci rassicura.

Stappato – di Tiziano Gaia –  Baldini e Castoldi – Pagine 329

 “Dei miei vini estremi” – Camillo Langone 

Meno indispensabile, ma comunque divertente, il libello di Camillo Langone “Dei miei vini estremi”. L’autore è un dandy e provocatore di professione, destrorso per passione, reazionario per hobby, appassionato di vino, in particolare frizzante. Nonostante questo, o forse proprio per questo, Langone non annoia mai. Qualche esempio di capitolo, per intendersi: “Bella figa accidiosa” (Angelo Gaja); “Fede in Dio, non in bio“; “Se non è Gragnano, desisti” (Totò); “Non ammazzare il vino con il legno”; “L’Aglianico e la Bibbia“. Ottimo soprattutto per chi vuole conoscere qualche produttore di frizzante, la tipologia preferita dal Langone, dal Lambrusco alla Croatina. Due incipit, per valutare l’ampiezza dell’elitarismo, tra il divertente e lo stucchevole: “Il vino Friulano mi mette tristezza“; “Sono contrario al vino toscano”.

Camillo Langone “Dei miei vini estremi – Un ebbro viaggio in Italia” – Marsilio. Pagine 170

Il mistero del Barolo – Giovanni Negri

Ed eccoci al giallista enologico Giovanni Negri, noto un tempo per certe foto scheletriche e desnude da radicale in sciopero della fame, ma ormai da lungo tempo transfuga in polemica con i radicali di un tempo. La carriera politica è piuttosto disdicevole e trascurabile – dalla segreteria pannelliana al centrodestra fino a Stefano Parisi, mah –  ma per fortuna si è dedicato al vino (la figlia Giulia ha appena vinto un premio con il barolo Serradenari 2015) e alla saggistica. Questa è un’indagine sul Barolo, per capire come sia stato possibile che da un valore di cinquemila lire di una volta si sia passati ai quattro milioni di euro ad ettaro di oggi. Un’ascesa rapidissima per il Barolo, che solo leggendo si spiegherà. Anche se è divertente il parallelo con lo “Stappato” di cui si parlava sopra. Gaia spiega che “se ne produce troppo perché sia la Ferrari del vino, troppo poco perché sia una mela che può mordere chiunque”. E poi avanza un dubbio: la percezione che il Barolo sia uno dei vini più importanti del mondo “non sarà frutto di un sedimentato luogo comune e di calibrate campagne di marketing?”. Dubbio legittimo, letture istruttive e divertenti.

Il mistero del Barolo – Giovanni Negri – Utet – Pagine 208

L’Italia di vino in vino – Luca Martinelli, Sonia Ricci e Diletta Sereni

Meno narrativa, meno storia del vino, meno analisi, in questo libretto a sei mani, che parte da un’idea “ecologica” – raccontare “Itinerari a piedi e in bici alla scoperta dei vignaioli biologici e naturali” – ma finisce per diventare un libretto divertente, piacevole e sopratutto utile. Una guida, vasto programma, perché seleziona e consiglia vignaioli artigiani e consiglia anche enoteche e trattorie. Nessuna pretesa di completezza, solo qualche lampo che illumina il lavoro di contadini e produttori di vino spesso ai margini dell’informazione mainstream. Venticinque itinerari (dalle Langhe al Carso, dall’Irpinia all’Etna) e cento vignaioli da conoscere.

L’Italia di vino in vino – Luca Martinelli, Sonia Ricci e Diletta Sereni – Altraeconomia – Pagine 175