Moggio Roma, enoteca con cucina al Quadraro. Tel. 328 011 8337 A settembre 2017 fa capolino al Quadraro Moggio, vineria con giardino esterno che si concentra sui vini biologici e materie prime a chilometro zero, con prodotti forniti da una rete di piccoli (e sceltissimi) agricoltori, caseari, produttori di carne e vino naturale; l’obiettivo è mangiar bene con consapevolezza in un ambiente conviviale, con tanto di taralli girati a mano, i moggi, pagnottelle ripiene con tante varietà di sughi e le selezioni di salumi e formaggi, come la mozzarella di pecora.
Moggio nasce dall’idea di due soci campani e amici d’infanzia, con l’obiettivo di cercare di sensibilizzare il cliente e renderlo consapevole di ciò che mangia e beve, in un viaggio attraverso la cultura del buon cibo, del buon bere e della convivialità. Il nome “moggio”, se non siete cultori del grano, forse non salterà subito nella vostra memoria: si tratta di un contenitore utilizzato nell’antichità come unità di misura del grano, e che ora trova posto nel cuore del Quadraro, quartiere dalla forte identità e caro alla street art, dove in epoca romana nacque il mausoleo del grano. Proprio qui nasce questo “contenitore” di vino, piatti con materie prime di qualità e musica dal vivo.
L’enoteca con cucina ha circa 25 sedute all’interno e altre 20 nel giardino all’esterno, dove potrete immergervi nell’anima del progetto: la storia dei due soci, dei prodotti poco conosciuti e dei loro produttori. L’autenticità e genuinità di Moggio è stata creata su una solida base di relazioni tra piccoli produttori tra agricoltori, vignaioli, allevatori, casari e trasformatori che resistono alle logiche della grande distribuzione, le cui storie verranno raccontate e condivise con chi sceglie di assaggiare i loro prodotti, prima (durante e dopo) che la tavola venga imbandita.
Si va dal caciocavallo podolico di Carmelina Colantuono, le cui vacche effettuano ancora la transumanza lungo le vie dei tratturi, ai taralli al finocchietto girati a mano dal Forno Ze’Peppa di Caposele, alla ventricina presidio Slow Food del salumicio artigianale la Genuina, per non parlare della mozzarella di pecora dell’azienda I Casali del Pino.
Il tutto accompagnato da una selezione di etichette di piccoli, ma significativi viticoltori, divise per rossi, bianchi, bollicine e rosati; tra le proposte ecco il Fiano “La Matta” dell’azienda CaseBianche (22), il Frappato IGP Terre Siciliane 2015 (19), il Verdicchio “La Distesa” del vignaiolo Corrado Dottori (22), l’Aglianico del Vulture dell’azienda Musto Carmelitano (18) e una parte di vini liquorosi come il Crannatza, vernaccia Valle del Tirso IGT 2012 (5 euro al calice). Alla mescita ecco il Capolemole IGT Lazio 2015 (3,50) e il Rosso della Staffa IGT 2015 (5,50) e tanti altri che ruotano ogni settimana. Non manca una carta delle birre dove spiccano la ST’ORTA con fiori di canapa (5) e la birra Laaziale lavorata con radice di gramigna e papavero rosso (4,5). Spaziando nel menu ecco gli amari tra i quali spicca l’amaro del Lago Maggiore, un’infusione di erbe, radici e scorze di mandarino (3,5), e le bibite come i chinottismo (2,50) e i nettari di uva bianca, more e clementine (3).
Per stuzzicare le papille gustative iniziate ad assaggiare i taralli al finocchietto cotti al forno a legna (2 euro), la tiella di Gaeta con scarola e olive (5), la mozzarella nella mortella della tenuta Chirico di Marina di Ascea (5) e quella di pecora dell’azienda I Casali del Pino di Roma (5); proseguite con i Moggi, pagnottelle con vari ripieni preparate con farina di grano tenero del Viterbese (a lievitazione naturale) come il Moggio del mandriano con ragù alla napoletana con salsiccia e spezzatino (7 euro) o quello del pescatore con baccalà, patate, uvetta e cipolla (8).
Potrete provare degustazioni di quattro formaggi di pecora a chilometro zero (5), di salumi (porzione da 6 varietà) come la spalla di maiale macinata e cotta al forno (7,50) e degustazioni di formaggi e salumi (8). Per finire con una punta di zucchero, ecco la ciambelline al vino e i tozzetti alle nocciole di Mamma Barbara e gli amaretti di Caposele con nocciole dell’Alta Irpinia (tutti 3,50).
Se siete in vena di sperimentazioni, troverete anche “incroci arditi”: erborinato di pecora Loreto Pacitti e ‘Crannatza’ vernaccia Valle Del Tirso Igt Famiglia Orro (6) o il pecorino stagionato in grotta dell’Azienda Agricola Sotcchi con il ‘Sorso Antico’ di Natalino Del Prete. Dalle prossime settimane tra gli spazi di Moggio potrete sbizzarrirvi con eventi come brunch, degustazioni guidate, mostre e serate con musica live.
Moggio, via dei Quintili 51, Roma. Tel. 328 011 8337. Aperto dal martedì alla domenica dalle 18:30 alle due. Sito. Pagina Facebook.