Carapina approda a Roma. Aperta la sfida con Otaleg, Neve di latte e Il Gelato di Torcè

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La gelateria Carapina a Roma. “È primavera svegliatevi bambine, alle cascine messer d’Aprile fa il rubacuor”: quale migliore “Mattinata fiorentina” se non con un buon gelato artigianale e una passeggiata nel centro storico? Da Ponte Vecchio a Firenze fino al rione Parione di Roma, la Carapina fiorentina approda a giorni nella Capitale proprio a due passi dall’Antico Forno Roscioli in via dei Chiavari, già meta dei pellegrinaggi culinari di turisti e non. L’arrivo all'interno delle mura capitoline incuriosisce, sì, perché la nuova leva entra direttamente nell’impero del gelato gastronomico dai gusti e abbinamenti decisamente sperimentali, degni di un menu gourmet. 

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Ci chiediamo se questi gusti pieni di fantasia riusciranno a detronizzare Ermanno di Pomponio e il suo Neve di latte

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O se incuteranno timore a Claudio Torcè, re del gelato salato 

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O se finiranno per mettere in ombra lo sperimentale cacio e pepe di Marco Radicioni (allievo di Torcè), artista di Otaleg.

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“Non smettete mai di essere curiosi”, recita la frase sulle pareti bianche del locale, e noi obbediamo. Lo “Chef” in questione è Simone Bonini che dopo l’abbandono del mondo dell’impresa edile, sfrutta un periodo di riflessione e di cambiamento per trovare il suo equilibrio nell’emozione e la dolcezza del gelato.

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La gelateria Carapina nasce a Firenze nel 2008 e sposa la filosofia di contrastare la staticità e l’immobilità dei soliti gusti creando dinamismo, con una particolare attenzione alla stagionalità e alla scelta delle materie prime. Più che una gelateria, ci si ritrova in una bottega dove si scopre il “piatto del giorno” anziché essere passivi di fronte a quel che offre la vetrina.

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Il calendario della frutta di stagione giace come una lavagna dipinta dai dettami del professore, e noi li seguiamo, da bravi adepti. E allora via con la susina (ma solo da giugno a settembre), l’arancia, il diospero (cachi in Toscana) e l’estivo melone; tutti rigorosamente preparati senza aggiunta di latteTra le creme potrete trovare la zucca, il castagnaccio (torta di farina di castagne), il gianduia e la crema dell’Artusi (con latte, panna di qualità, uova e bacche di vaniglia). Come già accennato, non si rimane a lungo nella stasi della tradizione, ma si scavalcano i limiti con la crema al Vin santo, il gusto birra e la crema al distillato (con acquavite invecchiato 8 anni), fino ad incontrare i gusti dedicati ai formaggi italiani, degni di una Fromagerie.

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Preparatevi ad assaporare il Parmigiano invecchiato 24 mesi, il Gorgonzola, il Primolatte o il matrimonio tra Pecorino fresco e miele millefiori.

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Questa grande varietà riuscirà ad accontentare sia i clienti amanti della tradizione che quelli più trasgressivi? Non ci resta che aspettare pochi giorni per accogliere la Carapina nella città eterna. Il ring è pronto e attende solo gli avversari, mentre noi fremiamo in attesa dell’assaggio.

Carapina, Via dei Chiavari 37 Roma. Sito