L’idea era sorta lo scorso agosto, durante la prima edizione del Festival dello Sciacchetrà, a Manarola, la più variopinta delle Cinque Terre: fare squadra per essere più competitivi sul mercato. Proprio a Manarola è nato in questi giorni il “Consorzio Cinque Terre Sciacchetrà”, che riunisce quindici produttori locali del prelibato vino passito ligure. In programma, nell’estate del 2014, il secondo appuntamento dell’evento dedicato e, fra gli obiettivi ai quali già si lavora, quello di guadagnarsi uno spazio all’Expo 2015.
Una produzione di nicchia, quella dello Sciacchetrà, il nome deriverebbe dal “sciacàa”, schiacciare, in riferimento alla pigiatura delle uve. Ottenuto dalla fermentazione delle uve di tre vitigni – Bosco, Vermentino ed Albarola – lasciate per tre mesi ad asciugare sui tralicci, e venduto con prezzi al dettaglio che variano dai 100 ai 400 euro al litro, ha registrato lo scorso anno una frenata nella produzione, complici le condizioni meteorologiche sfavorevoli. Nel 2013 i chilogrammi di uva messa ad appassire sono stati 21.578. Le vigne sorgono su piccoli terrazzamenti a picco sul mare, non semplici da raggiungere: qui i grappoli vengono sottoposti a un processo di appassimento del tutto naturale e raggiungono il giusto grado di maturazione soltanto nel mese di novembre.
Un complesso processo di raccolta e lavorazione, che rende lo Sciacchetrà ancora più prezioso. Il Consorzio neonato ha lo scopo di far conoscere questo pregiato vino locale al di fuori dell’incantevole contesto delle Cinque Terre. Chi lo ha già assaggiato sa che si sposa perfettamente con la pasticceria secca, le crostate e i formaggi. Preparazioni meno note ma da provare sono quelle che lo vedono protagonista di gelatine e sorbetti. La gradazione minima deve essere del 17%, il periodo di affinamento prima di essere immesso sul mercato varia dai 12 mesi ai 36, necessari per la tipologia “Riserva”.