Silvano a Nolo, Cesare Battisti apre a Milano una vineria con forno. Il secondo giorno d’apertura (giovedì 21 settembre 2023, Silvano è un bellissimo caos, con il patron Cesare Battisti che asciuga i bicchieri e taglia gli affettati, camerieri che volano da una parte all’altra della sala e Vladimiro Poma che cerca di far star bene i nuovi arrivati al bancone, offrendo un Negroni rivisitato (e per fortuna più leggero) e un piatto di alici. Gran bella apertura quella di Silvano, a Nolo.
Silvano è un format che non sta dentro un’etichetta precisa, provi a inscatolarlo da una parte e esce da un’altra. E’ una vineria, perché ci sono cento vini, e una vineria naturale, perché si privilegiano bottiglie di piccoli produttori artigianali. E’ una bakery, cioè un forno, perché prende il posto di un panificio e sfornerà pane e pizza.
Ma è anche un bistrot, perché ci sono piatti caldi, come lasagne e parmigiana. Ma non una vera osteria, perché non ci sono fornelli ma solo il forno del pane. Però è anche un po’ osteria, perché insieme a un bicchiere di vino ci sono piatti semplici, tradizionali, alici scottate, i già citati lasagne e melanzane e anche “il toast più buono del mondo“, come lo definiscono. Poi però c’è anche il chevice, perché lo chef resident, Vladimiro Poma è stato diversi anni in Perù (oltre che da Ratanà e da Erba Brusca) e quindi porta il suo background.
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Questo e molto altro è Silvano a Milano, il nuovo progetto della coppia infaticabile della ristorazione milanese, Cesare Battisti e la moglie Federica. Quarto progetto perché oltre al mitico Ratanà, c’è l’ottimo Remulass e c’è il pastificio Ratanà. Questo è un progetto più semplice e come tutte le cose semplici molto complesso da fare bene.
Nuove aperture a Milano: Non la solita vineria
Ma le premesse ci sono tutte e il posto è quello giusto, visto che nasce a Nolo, a due passi da Fòla, pasticceria per colazioni che conosciamo bene, e da Ghe Pensi Mì, il bar che ha dato il là alla nuova vita di Nolo, quando ancora probabilmente non erano ancora stato battezzato così.
Silvano si chiama così, spiega Battisti, perché gli piaceva un nome molto milanese e un po’ antico, che non si sente più. Un nome che potevano usare Jannacci e Cochi e Renato. In carta potrebbe starci anche un piatto chiamato “Non valevole Ciccioli” (una torta o una piadina con i ciccioli, perché no). Nell’attesa che colgano i nostri suggerimenti, in sottofondo vanno, ovviamente, Silvano di Jannacci (e Per un basìn) e Battiato e Celentano. Alle pareti ci guarda Sandro Pertini, che è sempre un ricostituente nei momenti difficili.
Si sta bene da Silvano, ci sono una manciata di tavolini disposti lungo il locale, che è lungo e percorso da un bancone di ben 14 metri, non sempre comodissimo. E’ un locale informale, non pensate di fare una cenetta intima e silenziosa, la musica (un po’ alta) si mischia alle chiacchiere e all’allegro caos. Ma se vi piace stare in un posto movimentato e piacevole, è il posto giusto (se poi si vorrà mettere qualche pannello fonoassorbente, per ridurre l’inquinamento acustico, noi non ci opporremo).
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Il menu di Silvano a Milano con i prezzi
Il menu è fatto di piatti divertente, alcuni sono solo assaggi, dal costo ridotto, ma ci sono anche alcune opzioni più impegnative, come la lingua in salsa verde (15 euro), il crudo di pesce selvatico (18) e la tartare di alici con aioli (18).
Noi abbiamo provato innanzitutto le alici, gentilmente offerte (eravamo in anonimato, come sempre, quindi un gesto di pura gentilezza). Ottime, delicate, un inizio perfetto.
La porchetta è abbondante e saporita, nulla a che invidiare alle migliori porchette assaggiate a Roma
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In omaggio alla moda di una gastronomia anche un po’ retrò, ecco le uova sode, servite in salsa verde.
Noi non ce ne andiamo senza avere assaggiato una scarpetta d’eccezione: pane e ragù. E davvero è un ragù e viene voglia di farcisi mettere dentro la pasta per quanto è buono.
La carta dei vini
Un centinaio di referenze, si diceva, tutte al naturale. Una decina di vini al calici, con prezzi abbordabili e qualità. Noi abbiamo provato l’Albana Zirudela di Al di là dal fiume, rinfrescante, piacevolmente macerato, e uno splendido ed elegantissimo Aglianico di Luigi Maffini. Nella carta i bianchi partono da 27 euro, i rossi da 23.
Il dolce non l’abbiamo preso, ma ci sarà tempo. Questo è un locale che rischia di diventare un appuntamento fisso, anche solo per un bicchiere al volo e una scarpetta.
Silvano a Nolo, piazza Morbegno 2, tel 390272193827 (ma le prenotazioni si fanno online, qui)