Ottocene a Milano, ristorante portatile tutto vini e fantasia

Ottocene a Milano, ristorante portatile tutto vini e fantasia 

Dal punto di vista estetico è decisamente originale, visto che alle due pareti ci sono delle mensole dipinte di giallo shocking con una sfilata di bottiglie vuote, memoria del vino bevuto. Peccato per la luce che, come ha prontamente notato il Visintin è eccessiva e un po’ fastidiosa.  In sala ci sono una decina di tavolini di legno, tutti fatto a mano, come spiega Jacopo Pozzi, giovane, loquace e simpatico maitre, orgoglioso dell’artigianalità del suo “localetto portatile” (così lo chiama), costruito pezzo per pezzo dalle mani dei soci e aperto da poche settimane in via Sirtori (a due passi da via Melzo, al posto di Tascaro, che si è trasferito). Un posto di qualità che va a unirsi alla nouvelle vague di locali da segnalare, come Rost e Osteria alla Concorrenza. Con poca esperienza la crew in cucina, con chef e vicechef che facevano tutt’altro fino a poco tempo fa (tipo studiare fisica) ma che da subito si rivelano convincenti.

Ottocene centra il bersaglio, perché unisce l’atmosfera accogliente e easy a una cucina originale e convincente, il tutto mantenendo i prezzi a un livello più che accettabile.

Il menu di questi primi giorni è agile, brillante e scritto spiritosamente (a volte troppo, ma va bene).

Cominciamo dagli antipasti. C’è il Casatiello (impasto di pane e strutto, salame, crudo, provolone e pecorino, 6 euro). Ottimo e saporitissimo. C’è Zeppocavallo (caciocavallo di bufala fritto, crema di ricotta, trombetta e mandorla, 6 euro);

Il Calamaro Carbonara che vedete sopra,  un’idea geniale e bislacca, come spiega la dida spiritosa: “Carne, Pesce, Uova, Latticini, tutto quello che non si deve fare insieme”. E invece la simbiosi tra guanciale, uova e calamari è perfetta. Segue il “Fungo ripieno di fungo” (6 euro) e la Ratatouille (6 euro).

Eccoci ai primi, ovvero ai “Carboidrati, la parte più bella“: troviamo When life gives you lemon (spaghettone al limone, polpa di riccio e bottarga, 16 euro); Testaroli al pesto (11 euro), ‘A Genovese (mezzi ziti, con cipolle cotte dieci ore, come si fa a Napoli); Calamarata (13 euro). E poi gli gnocchi al gorgonzola e polvere di liquirizia che vedete qui sopra, strepitosi.

Un po’ troppo ridotta l’offerta dei secondi, che prevedono Polpette, funghi e nonna (14 euro), Trombetta al forno (intesa come zucchina, 13 euro) e la Cotoletta (16 euro).

Per i golosi, lo Sgocciolo Cheesecake (ricotta, cioccolato e crumble con Gocciole, 6 euro); un piatto assurdo, che non abbiamo avuto il coraggio di provare, La Melanzana (melanzana fritta con menta, fonduta di cioccolato, 5 euro); That time of the year (torta di mele, 5 euro) e Come la Mulino bianco (crostata al limone, 5 euro).

Se volete un menu fisso, c’è la Cantina Didattica, che prevede quattro portate a 38 euro. Buona la cantina: 500 vini e anche più, in una carta che non è leggibilissima al cellulare (è divisa per regioni e ognuna per bolle, bianchi e rossi)

Le voci finali prevedono l’acqua Wami (lattine, non proprio ecologiche, 2 euro 44 cl). Lode per il caffè in moka a 1 euro, pollice verso per il coperto a 3 euro, che viene rubricato come “Coperto e mal di schiena”). C’è anche una voce Abbracci, gratis.

Ottocene a Milano, via Sirtori 6, tel 3289282828 Chiuso la domenica