Burgez te le diamo noi le campagne di marketing sessiste, volgari e anti vegani

burgez fottiti

Burgez te le diamo noi le campagne di marketing sessiste, volgari e anti vegani. 

 

D’accordo sì, siamo un po’ all’antica. Se uno ci manda affanculo ci irritiamo. Se uno fa pubblicità sessiste, aggressive, volgari, cretine, ci innervosiamo. Ci caschiamo come capre, lo sappiamo, è esattamente quello l’obiettivo di certo marketing becero. E il fondatore di Burgez, Simone Ciaruffoli punta proprio sulla nostra indignazione per moltiplicare view e clic e fare soldi a palate. Anche questo articolo è grasso che cola sul loro hamburger. Purché se ne parli, si diceva una volta. Ti boicottano e tu inciti al boicottaggioE’ il marketing bellezza e tu non puoi farci niente. Bene, però posso sfogarmi. E allora, te lo dico: Burgez, fottiti. Siamo pari, ok?

L’ultima trovata, freschissima, è quella di un flyer con questo testo idiota, rivolto a vegani e vegetariani: “Hey burgeziano, poni questa semplice domanda al tuo amico vegano che si pulisce la coscienza mangiando hamburger di finta carne negli altri locali fast food. Sai cosa ci comprano con i soldi che hai speso per mangiare gli hamburger di finta carne? Se non sa rispondere diglielo tu: la vera carne”.
Vi pare molto intelligente? Del resto, c’è da capirvi amici, avete un po’ di strizza. Per ora va così, ma tra non molto il consumo di carne calerà inevitabilmente. Quindi, per ora attaccate a testa bassa. Ma prima o poi  vi toccherà inventare un panino Burgez Veg.

 

Caro Ciaruffoli, sei un genietto del male, con i tuoi discorsi su brand identity, trademark, lovemark.
Vendi grassi idrogenati, ci mandi a fare in culo, strapazzi i concorrenti, titilli gli idioti con riferimenti sessuali, ci schiaffeggi, ci ridicolizzi, ci friggi come patatine mosce e fatturi sulla nostra idiozia. Taac!
La strategia l’abbiamo capita. A forza di insulti, hai aperto 11 punti vendita. Brutti, bruttissimi, come quello di via Leonina a Roma. Ma con la fila fuori. Bravo, ma non hai inventato niente, amico. Ti ricordi Freak Antony? “Fate largo all’avanguardia, siete un pubblico di merda”. E Manuel Agnelli? “Sui giovani d’oggi ci scatarro su”.

 

Ci racconti che ti insultano e che ti hanno dato anche una guardia del corpo per proteggerti. Povero. Ci spieghi: “Dietro Burgez c’è un ventenne brufoloso, nerd, incurante, che risponde come preferisce, usa memi e fa pubblicità comparativa. È come se non ci fosse dietro una srl, ma questo ragazzino senza responsabilità. Non è vero: le responsabilità sono grandi e importanti, ma diciamo che dall’altra parte dello schermo, c’è lo stesso mr. Hyde che c’è nell’utente. E quindi, non ci sono freni”.

Ti metti nei panni dell’utente medio, peggio, ti confronti con gli  hater usando il loro linguaggio. Mimetismo idiota. Lotti nel fango, tocchi il fondo e scavi e tiri fuori pepite d’oro dalla melma.

 

Ma come dice Ciaruffoli: “Del ricatto del cliente e del passaparola negativo a noi non importa nulla. Bisogna iniziare a trattare il cliente come merita”.
Ce ne siamo accorti. Bisognerebbe iniziare a trattare anche le aziende come meritano.